lunedì 6 ottobre 2008

PER UN'UNIVERSITA' LIBERA E PUBBLICA! CONTRO LA “CONTRORIFORMA GELMINI”!

...il Senato Accademico mostri le sue carte...

Dopo i 40'000 che han sfilato in corteo sabato pomeriggio, sarà ben più difficile ignorare o tentare di recintare una protesta che, dalle scuole materne fino all'università, sta prendendo piede oramai in tutt'Italia. Una trasversalità di interessi che pesca nel quotidiano di ognuno, nei diritti come nelle esigenze, e che pone le condizioni per una mobilitazione importante contro la legge 133. 

Studenti ricercatori docenti lavoratori dell'università di Torino stanno mettendo in piedi una resistenza forte e unitaria contro l'atto definitivo di dismissione dell'università pubblica, contro il tassello conclusivo che porterebbe il mosaico costruito nell'ultimo decennio ad una rappresentazione devastante per la formazione e la ricerca, per i soggetti che attraversano l'università oggi e per coloro che un giorno vorrebbero. Il disegno legislativo portato avanti dal governo Berlusconi non è però in contraddizione con il percorso segnato dalle direttive date dai precedenti governi (di ogni colore) e dall'Europa. Un grande cilindro di convergenza, volto allo svuotamento dell'università pubblica, marcato dalle (interessate) domande di privatizzazione. Non è certo un caso aver visto, fin dalle discussioni delle precedenti riforme, la Confindustria come primo attore richiedente la trasformazione in fondazioni, l'entrata dei privati nei consigli d'amministrazione, la perdita del valore legale dei titoli... Il profitto, l'addestramento della forza-lavoro necessaria come cardini del processo di ristrutturazione dell'università... questi i nuovi “vergini cardini” dell'università italiana? 

Lo smantellamento dell'università, la via della trasformazione in fondazioni, corre anche su altri binari, strettamente interdipendenti in un sistema università già abbastanza pervaso dal processo di aziendalizzazione della formazione e di privatizzazione di sue branchie. Il blocco del turnover al 20% previsto per docenti (quindi anche ricercatori) e lavoratori, il taglio di 1 miliardo e 441 milioni di euro per i prossimi 5 anni al fondo di finanziamento ordinario, seguono il ragionamento di svuotamento, di disinvestimento nell'università pubblica, per render ancor più agevole il passo successivo. Un'università ridotta in macerie, nella quale a restare in piedi rimangono solo i sedicenti centri d'eccellenza, sarà ben più malmeabile nella presa della via italiana al modello anglo-americano... 

Da almeno due settimane l'Assemblea No Gelmini, insieme alle altre componenti universitarie, si sta muovendo nella direzione di un'opposizione netta alla “controriforma Gelmini”, praticando il “blocco della prima ora” in decine di corsi, mantenendo una presenza quotidiana nell'atrio di Palazzo Nuovo, muovendosi tra assemblee nelle facoltà e coordinamenti allargati. Si stanno gettando le basi per una mobilitazione determinata contro la legge 133, battaglia che percorrerà tutto l'autunno che viene. Due i piani su cui battersi: uno nazionale, per il ritiro della legge 133, uno locale, per l'impedimento della trasformazione in fondazione dell'università di Torino. 
Quest'oggi in rettorato, necessitiamo di una risposta, di una presa di posizione non velleitaria dell'università di Torino, del suo massimo organo, il Senato Accademico. Prendiamo atto della delibera contro il turnover e contro i tagli fatta dal Senato, lo stesso facciamo con le recenti parole del rettore Pelizzetti sulle sue “intenzioni non privatizzatrici”. Ma oggi è arrivato il tempo dei fatti, delle chiare iniziative di posizione, compatibilmente con lo stato di agitazione che corre lungo l'ateneo torinese. Quindi, come stabilito unitariamente all'ultima riunione del Coordinamento Unito, racchiudente tutti i soggetti dell'università degli studi di Torino, sollecitiamo il rettore Pelizzetti ed il Senato Accademico: 

- a convocare nelle prossime settimane un'assemblea d'ateneo che permetta a tutti i soggetti universitari di informarsi ed attivarsi contro la legge 133/2008;
- ad annullare l'inaugurazione dell'anno accademico 2008/2009 in segno di protesta, seguendo la richiesta che arriva dall'appello a cui stanno firmando tantissimi docenti e ricercatori;
- a deliberare a favore di un'università libera e pubblica, che sia messa nelle condizioni di poter avere le risorse necessarie per la formazione e la ricerca, rifiutando quindi le prospettive povere date dalla legge 133 e dalla possibilità di trasformazione in fondazione. 

Il presidio di quest'oggi è solo il primo dei momenti di contestazione che l'Assemblea No Gelmini vivrà, partendo dal corteo indetto dagli studenti medi del 10 ottobre, a cui parteciperemo con uno spezzone universitario, continuando con la giornata di mobilitazione nazionale del 15 ottobre.

Assemblea No Gelmini

1 commento:

giovaneholden89 ha detto...

scusate, sapete se organizzano qualcosa anche i ragazzi del politecnico?