lunedì 2 febbraio 2009

Comunicato dell'Assemblea No Gelmini del 2 febbraio

Onda Anomala di nuovo in piazza, l'occupazione del rettorato di giovedi scorso aveva preannunciato la giornata: quest'oggi gli studenti e le studentesse dell'Assemblea No Gelmini hanno tentato di bloccare l'inaugurazione dell'anno accademico, cerimonia a cui il rettore Pelizzetti non ha voluto rinunciare, contravvenendo ad una richiesta esplicita arrivata dall'Onda nei mesi di mobilitazione d'autunno.

Lo scenario dentro il quale l'Onda si è trovata è stato quello della militarizzazione, della difesa del "fortino rettorato" per manu militari. All'uscita, in corteo, da Palazzo Nuovo, gli studenti hanno trovato davanti i loro occhi lo schieramento esorbitante di forze dell'ordine, mobilitate per impedire l'avvicinamento al luogo in cui si è tenuta la cerimonia. Una dimensione che non ha però per nulla intimorito gli studenti e le studentesse, tutti determinati nel porre l'attenzione sul non senso dell'inaugurazione, sulle responsabilità delle autorità accademiche.

Inaugurazione fuoriluogo di fronte alla mannaia pendente sull'università pubblica, che già comincia a risentire dei primi "effetti Gelmini" sulla sua tenuta di sistema, con un buco in bilancio di 30 milioni di euro che svela la realtà ben poco virtuosa dell'università di Torino e con le prime ricadute in termini di disservizi per gli studenti (vedi caos per compilazione carico didattico). Responsabilità politica innanzitutto del rettore Pelizzetti, fanatico asservitore delle logiche istituzionali, incapace di prendere una posizione di contrapposizione ai provvedimenti governativi e desideroso di mantenere lo status quo espressione delle logiche aziendalistiche e baronali che governano i piani alti dell'università. I vertici accademici hanno palesato anche una volta la volontà di scaricare i costi dell'impasse universitario verso il basso, verso studenti e lavoratori, i quali però oggi hanno ribadito ancora una volta che non presteranno il fianco al crisi sistemica che sta attraversando anche il nostro paese.

Non possiamo accontentarci dei palliativi enunciati dal rettore: la rinuncia all'indossamento degli ermellini e il tono "sommesso" dell'inaugurazione non posso essere una risposta all'altezza per l'Onda. E poi la difesa della cerimonia con il pretesto della democrazia: abbiamo visto qual'è stata la democrazia universitaria quest'oggi! l'esclusione degli studenti e delle studentesse e la polizia a guardia del rettorato! Un rituale accademico che non può che esser visto come svuotato del corpo vivo dell'università, di coloro che quotidianamente l'attraversano e la fanno vivere. Ancora una volta si è consumata quest'oggi la contrapposizione tra chi ha interesse a difendere i propri privilegi e chi non ha privilegi ma un futuro da immaginare e costruire.

L'Onda Anomala torinese non può quindi che rivendicare l'azione di disturbo e contestazione di quest'oggi, messa in campo innanzitutto con la pratica prima dell'Onda, il blocco del centro cittadino, nell'imprevedibilità del suo percorso e nell'assedio ai margini del rettorato, con il fronteggiamento determinato di fronte alle forze dell'ordine, riuscendo a superarle in più di un'occasione, resistendo alle cariche, con l'entrata di un gruppo di studenti dentro l'aula cerimoniale, contestanto l'inaugurazione e mettendo il rettore di fronte alle proprie responsabilità eluse.

In conclusione riteniamo doveroso e necessario andare a sottolineare la responsabilità del rettore Pelizzetti per quel che è successo stamattina: l'università ha risposto agli studenti con la polizia, escludendoli da una cerimonia alla quale sarebbero stati gli unici legittimati a parteciparvi. La mareggiata dell'Onda ha nuovamente attraversato la città di Torino, bloccandola e venendo duramente caricata in via Po dalla polizia. Circostanza nella quale è stato fermato e denunciato Benni, redattore di Radio BlackOut, verso il quale esprimiamo la nostra più viva solidarietà. L'Onda ha avuto la forza di ottenere la sua immediata liberazione, rimanendo in piazza.

Dopo la giornata di quest'oggi, dopo l'autunno di occupazioni assemblee e cortei, l'Onda di Torino è quindi tornata in forza, riportando tutta la sua determinazione e vivacità in opposizione ad un'inaugurazione dell'anno accademico che abbiamo ragione di ritenere come assolutamente inopportuno.

Il prossimo appuntamento dell'Onda sarà mercoledi 4 febbraio alle 17:30 a Palazzo Nuovo con l'Assemblea No Gelmini. Seguirà l'assemblea cittadina convocata dal collettivo Oltre verso la manifestazione torinese del 13 febbraio dei metalmeccanici. Momento di incontro, quest'ultimo, per il quale l'università ha negato l'apertura serale di Palazzo Nuovo: gli studenti e le studentesse dell'Onda sono per questo determinati a mantenere aperta la sede delle facoltà umaninistica.

se ci bloccate il futuro noi blocchiamo la città!

Assemblea No Gelmini - Onda Anomala Torino

venerdì 30 gennaio 2009




Il magnifico blocco dell'inaugurazione del (d)anno accademico!

concentramento a Palazzo Nuovo

ore 8:00

Assemblea No Gelmini - Onda Torino

Occupato il rettorato dell'università

"Niente da festaggiare, niente da inaugurare", questo lo striscione appeso questa mattina dall'Onda Anomala torinese sul balcone del rettorato. Rettorato che è stato occupato simbolicamente come iniziativa di lancio del 2 febbraio, giorno in cui è stata fissata l'inaugurazione dell'anno accademico da parte delle autorità universitarie. Inaugurazione che l'Onda ha annunciato di voler bloccare.

Nei mesi caldi della mobilitazione contro la "controriforma Gelmini" l'Onda, a più riprese, aveva chiesto ai rettori di non inaugurare gli anni accademici nelle vari città in protesta al provvedimento del governo Berlusconi, scegliendo se essere parte del problema o della soluzione. Una richiesta non accolta dalle autorità accademiche, schiavi delle logiche aziendalistiche e baronali che governano i piani alti delle università. Lo stesso straparlare del rettore torinese Ezio Pelizzetti di "ateneo virtuoso" si è sciolto come neve al sole di fronte ai buchi di bilancio, ai tagli e al malfunzionamento dei servizi universitari.

L'Assemblea No Gelmini ha quindi deciso quest'oggi di occupare il rettorato dell'università, lanciando la giornata di blocco del 2 febbraio, accendendo fumogeni colorati e appendendo uno striscione alla balconata. Uno studente di Scienze Politiche, Marco, a margine dell'iniziativa, è stato portato in questura e denunciato per possesso di fumogeni: un tentativo di intimidazione caduto nel nulla, l'Onda non si ferma e lunedi proverà a bloccare l'inaugurazione.

venerdì 9 gennaio 2009

Blocchi dell'Onda dopo l'approvazione del dl 180!

Nel primo pomeriggio il decreto 180 del ministro Gelmini è diventato legge grazie alla votazione (su cui è stata messa la fiducia) alla Camera: 281 i favorevoli, 196 i contrari, 28 gli astenuti. Tutto come da programma; il decisionismo del Partito delle Libertà e la testimonianza del Partito Democratico.

Dopo il sit-in organizzato dagli studenti romani sotto Montecitorio, avvenuto nella giornata di ieri, quest'oggi anche a Torino l'Onda ha voluto riportare in piazza la contestazione e l'opposizione alla "controriforma" Gelmini: durante la riunione dell'Assemblea No Gelmini a Palazzo Nuovo gli studenti e le studentesse hanno deciso di ritornare per le strade, indicendo un presidio sotto il Miur torinese. L'Onda è quindi partita, nel tardo pomeriggio, in corteo spontaneo dall'università, verso la sede del ministero dell'istruzione, attraversando il centro cittadino.

Il dissenso è stato esplicitato con il blocco del centro città, la pratica assunta fin dagli inizi della mobilitazione dall'Onda: due sono stati i blocchi messi in pratica dall'Assemblea No Gelmini, uno in via Pietro Micca e l'altro in via Roma, due arterie centrali della viabilità torinese, nel cuore di Torino. Il traffico è stato mandato in tilt, il centro bloccato.

Nonostante il nervosimo della digos e il sopraggiungere di numerose volanti della polizia l'Onda non si è fatta intimidire. Si è poi spostata ancora in corteo fin sotto la sede della Rai in via Verdi, concludendo poi a Palazzo Nuovo una protesta spontanea nata dentro un'assemblea che ha voluto portare per le strade la sua rabbia e determinazione.

"Se ci bloccate il futuro noi blocchiamo la città!"