venerdì 12 dicembre 2008

In 5000 nello spezzone sociale!

Un corteo importante, che arriva dopo un autunno attraversato (anche a Torino) dall'Onda degli studenti medi ed universitari. La Cgil apre il corteo da lei indetto, dirigendosi verso piazza Castello, e lì conclude nonostante una presenza di lavoratori che superava lo scarso impegno del sindacato nel promuoverlo. Significativa soprattutto la presenza delle piccole fabbriche, dove gli operai sono soprattutto giovani.
Ma lì finisce per l'appunto il corteo del sindacato istituzionale che non sa raccogliere la spinta delle piazze.

Di tutt'altra natura lo spezzone sociale aperto dai sindacati di base (Cobas,Cub e Sdl), più di 1000 tra delegati e lavoratori, in piazza per consolidare il percorso intrapreso dal 17 ottobre. Dietro lo striscione "Chi paga la crisi? Noi no!", migliaia di giovani, student* dell'Onda (medi e universitari), precar*, migranti, genitori e la marea irrappresentabile del movimento dell'autunno che, partito dalla scuola, ha investito tutta la società. Lo spezzone sociale - com'è annunciato - si è spinto oltre piazza Castello.

Appena partiti viene chiusa una banca Unicredito in via Po, con assi di legno e tubi da ponteggio, da parte dell'Onda universitaria. Deviazione in piazza San Carlo per raggiungere i lavoratori della Comdata in presidio. Prima di raggiungere l'Unione Industriale, un migliaio di studenti medi devia e raggiunge la sede cittadina del Pdl in corso vittorio. Quì bruciano una decina di copertoni per far sentire a chi ci governa "l'odore della crisi".
Si ricongiungono quindi col restante corteo , dove, dopo i comizi dei vari soggetti sociali presenti, bruciano un'altra decina di copertoni anche di fronte alla sede del padronato cittadino.
A fin mattinata, intorno alle 14, gli ultimi 500 (inossidabili) si sciolgono di fronte all'area in cui dovrebbe sorgere il grattacielo di Intesa-San Paolo, celebrazione del potere delle banche sulla vita di tutt*.

Centrale il nodo della crisi, attorno al quale si sono snodate e si snoderanno le resistenze dei tanti soggetti (studenti, migranti, lavoratori, precari, ...) ai quali la si vuole far pagare, ma che hanno già chiarito:
"noi la crisi non la paghiamo! noi la crisi ve la creiamo!"




La cronaca della lunga mattinata

13:30 Torino, altri copertoni bruciati e blocco in corso Vittorio. Il corteo si scioglie di fronte al cantiere del Grattacielo.
Ascolta la diretta con Gianluca fatta nelle battute conclusive dello sciopero generale

13:00 Prime riflessioni sullo sciopero generale: il corteo di Torino
Ascolta l'intervista con Raffaele Sciortino, InfoAut

12:55 Oltre l'80 di adesione nei trasporti
E' stata superiore all'80% l'adesione dei lavoratori e delle lavoratrici del trasporto pubblico torinese.
12:40 Deviazione degli studenti medi: copertoni bruciati di fronte alla sede di Forza Italia
Ascolta la diretta con Gianluca dall'Unione Industriale, termine del corteo torinese di sciopero generale

12:22 Onda: spettacolo di fronte alla banca murata
I ministri Giulio Tremonti e Maria Stella Gelmini, il Papa, una fata e un vampiro che si rivela alla fine essere un lavoratore precario che si arrangia come può. Questi gli ingredienti di una scenetta satirica allestita in via Po di fronte alla banca Unicredit simbolicamente murata in precedenza.

11:40 Successo dello sciopero nelle fabbriche
La Cgil comincia a fornire i primi dati che arrivano dai posti di lavoro: nelle fabbriche di Torino e cintura l'adesione allo sciopero generale sembra essere stata buona, con Mirafiori al 55%, Alenia al 70%, Sandretto al 80%, inoltre alla Mole-valvole ed alla Ilte si registra il fermo totale della produzione, similmente a quel che è avvenuto alla Ergom (85%).

11:26 Chiusa la banca Unicredito in via Po
Ascolta la diretta da piazza Castello con Gianluca

10:20 Partito il corteo di Torino
Ascolta la presentazione della giornata e le prime considerazioni sul corteo appena partito da piazza Vittorio di Gianluca, InfoAut
10:00 Torino si mobilita per lo sciopero generale e generalizzato
Concentramento in piazza Vittorio, gli studenti dell'Onda hanno invece il loro ritrovo a Palazzo Nuovo Occupato, poi confluiranno nello spezzone sociale

giovedì 11 dicembre 2008

Sciopero Generale!

ALEXANDER VIVE!

Comunicato di solidarietà con il movimento degli stuenti greci

Sabato 6 dicembre Alexander Andreas Grigoropoulos, quindicenne greco, è stato assassinato dai corpi speciali greci Blue Suit durante una manifestazione studentesca, una manifestazione contro i processi di riforma che in Grecia, come in Italia e resto d'Europa, stanno dismettendo l'università e la ricerca pubbliche. Si trattava di una manifestazione all'interno del quartiere Exarchia, quartiere studentesco di Atene.

Come Assemblea no Gelmini di Torino esprimiamo la nostra solidarietà al movimento studentesco greco che in questi giorni sta rispondendo all'arbitraria violenza poliziesca attaccando i simboli del potere politico e della crisi economica globale. Per questo motivo abbiamo accolto l'appello degli studenti greci che studiano a Torino e partecipiamo al presidio da loro indetto per questa mattina davanti al consolato greco.

Con la forza delle nostre ragioni, esprimiamo la nostra vicinanza morale e politica agli studenti greci. Ci riconosciamo nelle parole d'ordine con le quali il movimento greco sta scendendo in piazza e condividiamo la rabbia che la morte di Alexander ha inevitabilmente provocato.

Per questi motivi, una delegazione dell'Assemblea no Gelmini si sta organizzando per partecipare sabato 13 Dicembre alla manifestazione nazionale indetta dagli studenti universitari e medi che si terrà ad Atene.

Stop police brutality, Alexander vive!

Torino, 10 dicembre 2008
Assemblea no Gelmini

Comunicato dell'Assemblea No Gelmini del 9 dicembre 2008

L'assemblea no Gelmini tenutasi questa sera ha ritenuto necessario e doveroso per prima cosa parlare della morte dello studente quindicenne Alexander Andreas Grigoropoulos e ha voluto esprimere la sua più totale solidarietà agli studenti e al movimento greco che manifestano contro il processo che smantella l'università e la ricerca pubblica e che si oppone alla socializzazione dei costi della crisi globale. Per questo motivo accogliamo l'invito degli studenti greci a Torino che domani mattina (ritrovo ore 11 davanti al Politecnico) si recheranno al Consolato Greco per condannare la violenza poliziesca.

Inoltre una delegazione dell'Assemblea no Gelmini si recherà in Grecia per partecipare al corteo nazionale indetto per sabato dagli studenti medi e universitari in mobilitazione con la volontà di esprimere tutta la nostra vicinanza alla lotta che in Grecia, come in Italia, si sta portando avanti.

L'assemblea ha poi discusso i contenuti dello sciopero generale del 12 dicembre, rilanciando l'assemblea cittadina di domani sera, mercoledì 10 dicembre a Palazzo Nuovo, durante la quale tutti i soggetti cittadini attivi nella mobilitazione contro la dequalificazione della scuola e dell'Università pubbliche si confronteranno con i lavoratori, i precari e I migranti per ribadire ancora una volta che non intendiamo pagare questa crisi ma, anzi, farla pagare a chi l'ha creata.

L'Assemblea ha inoltre deciso di proseguire il percorso del corteo oltre Piazza Castello e di convergere, insieme allo spezzone sociale, davanti alla sede dell'Unione Industriale.

È nostro desiderio legare sempre più saldamente il mondo della scuola e della ricerca al mondo del lavoro. Pertanto nell'assemblea di domani proporremo la creazione di una Rete di Resistenza alla Crisi nella quale tutti I soggetti coinvolti da essa possano costruire un percorso comune di mobilitazione e di sostegno reciproco.

Inoltre, l'11 Dicembre, alle ore 17, l'Assemblea no Gelmini sarà presente nella sala del Rettorato dove è prevista la seduta del Senato Studenti per fare presente, ancora una volta, che il movimento in nessun caso può essere da loro rappresentato. In quella stessa sede, tutti gli studenti e le studentesse, insieme a ricercatori, dottorandi e docenti, si confronteranno nel Cantiere dell'Onda, dove verranno riportati i primi risultati del lavoro svolto dai quattro Workshop che lo compongono.

La prossima Assemebla no Gelmini si terrà lunedì 15 dicembre presso la Palazzina Einaudi alle ore 20,30 per rilanciare le prossime scadenze.

Prossimi appuntamenti:

Mercoledì 10 dicembre : ASSEMBLEA CITTADINA in vista dello sciopero generale ore 20.30, a seguire serata musicale di autofinanziamento per i lavoratori COMDATA .

Giovedì 11 dicembre : CANTIERE dell'ONDA ore 17 presso il Rettorato in concomitanza con la seduta del Senato Studenti.

Venerdì 12 dicembre : SCIOPERO GENERALE, appuntamento ore 9.00 a Palazzo Nuovo.

Lunedì 15 dicembre : ASSEMBLEA NO GELMINI ore 20.30 Palazzina Einaudi.


Assemblea no Gelmini- Onda Anomala Torino

lunedì 1 dicembre 2008

Comunicato dell'Asseemblea No Gelmini del 28 novembre

Oggi venerdì 28 Novembre, giornata nazionale di mobilitazione delle università, l' onda anomala è scesa nelle strade.
Gli studenti torinesi si sono recati in corteo fino alla sede centrale della Banca Sanpaolo di Piazza San Carlo dove, attraverso una breve rappresentazione brechtiana, hanno puntato il dito contro chi la crisi l'ha generata, tant'è che i protagonisti della commedia erano il ministro Tremonti-mani di forbice, la ministra Gelmini-robot ed il protettore delle banche, San Paolo, contornati dalle figure del mafioso e del finanziere.
Vedendo i tagli dell' istruzione come tagli al nostro futuro, si è messo in scena un boia che simbolicamente portava sotto la lama della sua ghigliottina, metaforicamente a forma di euro, la testa di alcuni studenti.
Al termine dell'iniziativa si è deciso di volgere verso Torino Incontri dove i presenti, Gianfranco Carbonato, Presidente Unione Industriale di Torino, Sergio Chiamparino, Sindaco di Torino, Enzo Ghigo, Senatore della Repubblica, Bruno Manghi, Sociologo, Enrico Salza, Presidente consiglio di gestione Intesa SanPaolo, Giuseppe Berta, Vicepresidente Torino Internazionale, recitavano le parti da noi prima inscenate in una conferenza sul futuro della città.
Entrati all' interno della struttura, un cordone di polizia ha manganellato gli studenti che cercavano di raggiungere la sala conferenze per leggere il comunicato dell' Assemblea No Gelmini.
Dopo alcuni momenti di tensione, durante i quali una decina di studenti sono rimasti feriti, il gruppo è riuscito ad entrare nella sala con striscioni e volantini, conquistando il palco e prendendo finalmente la parola.
La politica di tagli a cui stiamo assistendo è stata causata da chi oggi, privatizzando il profitto, socializza le perdite. Oggi lo abbiamo detto direttamente ad alcuni dei responsabili e non si senta escluso il sindaco di Torino Chiamparino che, subito dopo l'iniziativa, ha dichiarato di non sentirsi in alcun modo coinvolto dalle critiche portate dagli studenti.
Al termine della lettura del comunicato è stato ricordato Vito, sottolineando per l'ennesima volta in questi giorni come sia inaccettabile perdere la vita a scuola o sul posto di lavoro.

NOI LA CRISI NON LA PAGHIAMO.

NOI LA CRISI VE LA CREIAMO.

Assemblea No Gelmini - Torino

Torino, l'Onda contro i "produttori di crisi": cariche della polizia, irruzione al convegno di Torino Incontra

L'Onda torinese torna ad attraversare la città di Torino, al grido del "noi non paghiamo la vostra crisi!" e del "di scuola e di lavoro non si può morire!". Bloccato il centro cittadino, iniziativa teatrale di fronte alla banca San Paolo. Irruzione degli studenti a "Torino Incontra": la polizia carica, l'Onda si conquista la visibilità e la parola.

A Torino questa mattina 200 persone hanno attraversato il centro cittadino con un corteo selvaggio sotto una neve fittissima che ha cominciato a cadere ed imbiacare la città fin dalle ore notturne. La mobilitazione ha prima fatto tappa di fronte alla Banca San Paolo di piazza San Carlo, con una messinscena teatrale sui responsabili della crisi e gli avversari diretti che tutt* dovremmo affrontare in futuro: banchieri, imprenditori e tutti quanti vogliono ora dividere le perdite dopo anni di superprofitti.

Dopo il blocco del centro cittadino e l'iniziativa simbolica di fronte alla banca San Paolo, gli studenti e le studentesse dell'Assemblea No Gelmini e dell'Assemblea No Tremonti sono ripartiti in corteo per le vie della città, dirigendosi verso la struttura di "Torino Incontra", dove si stava svolgendo un covegno sul futuro della città promosso dal comune di Torino e dall'Associazione Torino Internazionale. Quale migliore occasione e palcoscenico per una mobilitazione che, per prima e da subito, ha posto la questione della crisi e dei suoi costi sociali al centro del dibattito e dell'iniziativa?

L'irruzione dell'Onda ha colto di sorpresa le forze dell'ordine, che di fronte allo sbucare in ogni angolo degli studenti ha risposto caricando in più occasioni, cercando di contenere e bloccare l'accesso. Le prime cariche, visto anche il fattore sorpresa, sono state particolarmente violenze, ed hanno causato un paio di contusi fra gli studenti. Che non si sono però fatti intimorire ed hanno forzato il blocco poliziesco, spingendolo fino in fondo al corridoio, per poi aprirsi i varchi necessari per raggiungere l'aula. Gli applausi del pubblico fuori dalla sala sono stati tutti per chi ha animato un appuntamento altrimenti rituale e inconcludente.

"Noi non paghiamo la vosta crisi! Noi la crisi ve la creiamo!" è stato lo slogan con cui l'Onda torinese ha fatto il suo ingresso in sala, la quale annoverava in tribuna come in platea i personaggi della "Torino che conta", in primis un basito sindaco Sergio Chiamparino, ma anche Gianfranco Carbonato, presidente dell'Unione Industriale di Torino e Enrico Salza, presidente del consiglio di gestione di Intesa San Paolo. E' stato letto il documento prodotto dall'Assemblea No Gelmini, che è andato a sottolineare il concetto del "noi non paghiamo la vostra crisi!" e della volontà degli studenti di essere protagonisti nella costruzione del loro futuro. Dopodichè studenti e studentesse dell'Onda hanno banchettato a champagne e pasticcini, prendendosi il buffet che sindaco e amministrazione avevano preparato per gli invitati al congresso...

Il corteo è quindi tornato a Palazzo Nuovo Occupato in corteo, dopo una mattinata importante nel percorso di opposizione alla "controriforma Gelmini", all'interno della quale l'Onda torinese si è conquistata un momento rilevante di visibilità e parola. L'Onda non si ferma quindi, già in direzione delle scadenze del 6 dicembre, corteo cittadino indetto dai lavoratori e dalle lavoratrici ad un anno dalla strage della ThyssenKrupp e manifestazione No Tav in Val Susa in difesa dei beni comuni, e del 12 dicembre, sciopero generale e generalizzato indetto dalla Cgil sulla spinta determinante dell'Onda Anomala!

La mobilitazione nazionale è stata assunta da parte di tutte le facoltà ribelli dell'Onda come dedicata alla memoria di Vito Scafidi, studente della scuola Darwin di Rivoli morto nel cedimento della struttura scolastica nemmeno una settimana fa.

ascolta il resoconto della giornata di Simone, Assemblea No Gelmini

lunedì 24 novembre 2008

La sicurezza che manca... e uccide!

Rivoli, Torino: la sicurezza che manca... e uccide!
Torino, crolla il tetto di un liceo: 1 morto e 4 feriti gravi.

Ecco cosa produce la politica dei tagli e dell'obbedienza alla razionalità economica posta di fronte a tutto. Mentre la maggior parte delle scuole italiane presenta carenze strutturali sul piano della sicurezza e della messa a norma, il governo Berlusconi continua imperterrito nella sua politica di rigore e scrifici... a spesa di tutt*, specie di quel poco che ancora residua come "pubblico", scuola in primis.

Il bilancio provvisorio dell’incidente porta le cfre di un bollettino di guerra: un morto e 4 feriti gravi; 20 i feriti complessivi. La vittima si chiamava Vito Scafidi, un ragazzo di 17 anni. Il crollo è avvenuto nella quarta G del liceo scientifico "Darwin" di Rivoli, cittadina alle porte del capoluogo piemontese, durante l'intervallo.

Istituzioni e politici già si accalcano con le dichiarazioni rituali, le stesse di sempre: "un fatto gravissimo", "accertare le responsabilità", "colpa del vento". Un cedimento strutturale - non il vento o il maltempo - sarebbe invce la causa del crollo secondo i vigili del fuoco.
E mentre a nessuno in alto viene in mente di imputare le responsabilità a decenni di politiche di taglio dell'infrastruttura sociale pubblica, già si fa avanti il solito Guarniello, faccia buona della Magistratura per preservare una presentabilità del sistema. Ma non sarà questa "faccia buona" delle istituzioni a riportare in vita un ragazzo che aggiungiamo al computo infinito e quotidiano dei morti sul lavoro per carenze di sicurezza, mentre Gelmini (che annuncia una visita in loco nel pomeriggio per strumentalizzare a proprio vantaggio la tragedia), Tremonti e Brunetta ripetono come un mantra la solita litania: "tagli,tagli,tagli"...


"Di scuola e di lavoro non si può morire!"
Irruzione al film festival. Corteo selvaggio blocca il centro città.

Una partecipata assemblea svoltasi a palazzo nuovo di genitori, ragazzi del liceo Darwin compagni del ragazzo morto, studenti dell'onda, si è trasformata in un corteo spontaneo che sta attraversando il centro cittadino. Il corteo ha interrotto una proiezione del Torino Film Festival con lo slogan "Di scuola e di lavoro non si può morire" e "Da rivoli alla Thyssen per non dimenticare". Immediato quindi il riferimento al corteo in ricordo del rogo della Thyssen un anno fa in cui perirono 7 lavoratori bruiciati vivi che si terrà il 6 dicembre.

Mentre un governo sordo non fa altro che strumentalizzare anche questo episodio per mezzo del suo Ministro che ieri ha fatto visita alla scuola, il movimento già conosce le vere resposbilità di questa ennesima vittima di politiche decennali di tagli all'istruzione pubblica e lo fa riprendendosi le strade e gridando a gran voce: "Andiamo a scuola per imparare non per farci ammazzare!!"

Questa sera una fiaccolata silenziosa in ricordo della vittima ed in sostegno ai feriti si terrà a Rivoli alle h 21.

venerdì 21 novembre 2008

Comunicato dell'Assemblea No Gelmini del 21 novembre 2008

Come Assemblea No Gelmini esprimiamo totale solidarietà e appoggio a quegli studenti romani che sono stati coinvolti in inchieste giudiziarie in seguito agli eventi di Piazza Navona: tutta l'Italia ha potuto assistere alla strumentalizzazione di quegli eventi portata avanti dai media e dai politici di parte che ricoprono ruoli importanti nel nostro governo. Ribadiamo come l'antifascismo sia uno dei valori imprescindibili di quest'assemblea, insieme al carattere apartitico ma comunque politico della mobilitazione.

L’assemblea no Gelmini tenutasi giovedì 20 Novembre 2008, presso la sede delle facoltà occupate di Agraria, Veterinaria e Scienze Forestali ha confermato la determinazione del movimento torinese a continuare la mobilitazione. Gli interventi che si sono succeduti in assemblea hanno comprovato la maturità di questo movimento che, arrichito dall'assemblea nazionale tenutasi alla Sapienza all’indomani della grande manifestazione a Roma, sta lavorando per dare gambe all’autoriforma dell’università.
Il “Cantiere dell'Onda” è la struttura entro la quale ci si è suddivisi in gruppi di lavoro, partendo dai workshop che a Roma hanno visto la partecipazione di migliaia di studenti e arrichendoli con l'esperienza che oramai da mesi stiamo facendo sul nostro territorio.

L’assemblea ha rilanciato la mobilitazione universitaria focalizzando l’attenzione di tutti gli studenti e le studentesse intorno alle principali date che si succederanno fino a metà Dicembre:
-il 28 Novembre, giornata di mobilitazione nazionale, l’Assemblea no Gelmini organizzerà un’iniziativa presso la sede centrale della banca San Paolo di Torino, volta a rappresentare il significato dello slogan che più volte ha contraddistinto i cortei di tutta Italia: “noi la crisi non la paghiamo”. Pensiamo che i responsabili di questa crisi non siano i soggetti sociali che ad oggi ne stanno pagando le conseguenze (studenti, operai, precari, migranti...) e che quindi la crisi la debbano pagare coloro i quali l'hanno provocata quindi le banche, le imprese, i governi ed i baroni;
-il 6 Dicembre gli universitari torinesi manifesteranno insieme agli operai della Thyssenkrupp per ribadire, se ancora ve ne fosse bisogno, che di lavoro in Italia non si può morire come avvenuto a Torino a un anno di distanza dalla tragedia dell’acciaieria torinese; sempre il 6 dicembre, nel pomeriggio, parteciperemo al corteo NO TAV a Susa per riaffermare che la TAV non si farà e per portare avanti un discorso a difesa dell'acqua, dell'ambiente e della salute di tutti noi;
-il 12 Dicembre a Torino, come nel resto di Italia, gli universitari parteciperanno in massa allo sciopero generale indetto dai sindacati, consapevoli del fatto che senza la nostra mobilitazione, quasi sicuramente questo sciopero non sarebbe stato indetto dalle sigle appena citate;
-infine il 13 Dicembre l’Assemblea no Gelmini bloccherà l'inaugurazione dell'anno accademico: nella seduta del 13 Novembre 2008 il Senato Accademico, riunitosi in seduta allargata, non ha accolto alcuno dei punti e delle mozioni presentate dall’Assemblea no Gelmini in quella sede. La decisione di inaugurare l’anno accademico rappresenta la chiara volontà politica del maggiore organo accademico di Torino di scegliere un percorso di netta contrapposizione a tutte le posizioni assunte da questa assemblea. Come studenti e studentesse dell’Università di Torino non possiamo che esprimere il nostro più totale dissenso ripetto a questa decisione e all’atteggiamento di insufficienza che l' ha accompagnata.
Infine, probabilmente il 29 Novembre, nell’atrio di Palazzo Nuovo si terrà una grande evento per raccogliere i fondi ancora necessari per saldare il debito che abbiamo con Trenitalia. A questo evento inviteremo sul palco operai, precari e lavoratori in lotta.

La prossima Assemblea no Gelmini si terrà presso l’aula magna di Fisica alle ore 17,00 il 27 Novembre e in tale data verranno discusse modalità e iniziative con cui partecipare agli appuntamenti riportati più sopra.

Assemblea no Gelmini, Torino

mercoledì 19 novembre 2008

Saperi in conflitto



Saperi in conflitto

ore 21. atrio di Palazzo Nuovo Occupato

intervengono:
- Giggi Roggero, collettivo Edu-factory
- Paolo Do, Onda Anomala de La Sapienza

martedì 18 novembre 2008

L'Onda non si ferma, verso l'autoriforma dell'università!


Una marea di studenti e studentesse di ogni parte d'Italia ha partecipato ed invaso la cittadella universitaria de La Sapienza di Roma per due giorni di assemblee e workshop. Momenti assembleari arrivati sulla spinta non solo della miriade di mobilitazioni a livello locale portate avanti nelle università e nelle città attraversate dall'Onda, ma soprattutto dopo il corteo nazionale del 14 novembre, conclusosi con l'assedio di Montecitorio.

Autoriforma, questa la parola d'ordine che ci si è dati, il passo in più che un movimento come quello dell'Onda Anomala è, non solo in grado, ma anche determinato a compiere. La costituente di quest'autoriforma ha trovato la sua prima espressione nella due giorni romana, un processo proveniente da tutti quei percorsi e quelle pratiche che gli studenti e le studentesse si erano già dati soprattutto alla luce delle mobilitazioni precedenti, No Moratti su tutti.

A partire da oggi, con il ritorno nelle proprie facoltà sotto occupazione, inizierà una seconda fase del percorso in opposizione alla "controriforma Gelmini", con la discussione sulle articolazioni dell'autoriforma dell'università negli unici spazi decisionali degli studenti (le assemblee) e con la continuazione delle mobilitazioni nelle città ("blocchiamo tutto"), verso la prossima scadenza di respiro nazionale già datosi (28 novembre), in direzione dello sciopero generale del 12 dicembre.

Oltre alle due assemblee plenarie svoltesi in apertura e chiusura della due giorni a La Sapienza, tre sono stati i workshop tenutesi all'interno di questa: didattica, welfare e ricerca. Ore e ore di assemblee che hanno fatto confluire le ricchezze delle diverse componenti del movimento in tre documenti stillati da ogni tavolo di confronto; le basi da cui, a partire da oggi, con ancora più forza, l'Onda Anomala riparte, verso l'autoriforma dell'università!

"Siamo l'Onda che autoriforma l'università!"

giovedì 6 novembre 2008

Lettera aperta dei No Tav e dei No Dal Molin


Lettera aperta agli studenti, ai precari, agli insegnanti, ai genitori impegnati nella difesa di un bene comune: la scuola e l’universita’

Vi abbiamo visto nelle strade e nelle piazze delle nostre città. Abbiamo incrociato i vostri sguardi e abbiamo ritrovato la nostra determinazione: quella di chi non cerca un privilegio ma con il proprio impegno difende l’oggi di se stesso e il domani di tanti altri.
Siamo donne e uomini di Vicenza, della Val di Susa e di tante altre realtà riunite nel Patto di Mutuo Soccorso mobilitate in maniera permanente per difendere la nostra terra e la nostra acqua, le nostre città, le nostre valli e il nostro futuro: che si tratti di nuove basi militari, di nuove linee ad alta velocità, di nuove discariche e nuovi inceneritori, di sorgenti svendute al miglior offerente o di quant’altro poco cambia: beni comuni sottratti alla collettività, spazi di democrazia cancellati.

In questi anni abbiamo imparato a guardarci intorno, a conoscere e interrogare. Vogliamo capire e imparare, costruire e creare. Come voi ci riuniamo in assemblea. Come voi cerchiamo di valorizzare la nostra creatività e la nostra diversità. Come voi difendiamo beni comuni che i governi vorrebbero sottrarci: l’accesso ai saperi per regalarlo ai profitti dei privati, il territorio per svenderlo ai militari statunitensi o al partito del tondino e del cemento, l’acqua per consentire nuovi enormi profitti alle grandi multinazionali. Come voi puntiamo sulla forza della ragione e della verità e pratichiamo metodi di lotta pacifici.

Nella nostra mobilitazione abbiamo conosciuto l’utilizzo distorto delle informazioni e delle conoscenze; ci vorrebbero disinformati e ignoranti per imporci scelte devastanti a nostra insaputa. Difendere l’accesso ai saperi e l’istruzione, allora, significa difendere la possibilità di ognuno di noi a opporsi e indignarsi di fronte alle tante imposizioni quotidiane ai danni delle donne e degli uomini che vivono le nostre città, le nostre campagne, le nostre valli e le nostre montagne.

Vi abbiamo visto nelle strade e nelle piazze delle nostre città e come un’onda travolgere silenzi compiacenti e sguardi indifferenti. La vostra onda incrocia le nostre onde, le risorse che vogliono sottrarre alla scuola e all’università vorrebbero utilizzarle per nuove devastanti grandi opere inutili e dannose; difendere la scuola pubblica da questo ennesimo tentativo di scippo è il vostro e anche il nostro obiettivo, la vostra resistenza rafforza le nostre resistenze e viceversa. Le nostre onde seguono la stessa rotta: quella che ha come meta la difesa dei beni comuni, della partecipazione e della democrazia.
Il futuro è nelle nostre mani.

6 Novembre 2008

Presidio permanente No Dal Molin
NOTAV Valle di Susa

All'interno della giornata di mobilitazione nazionale degli atenei in lotta contro la "controriforma Gelmini", l'Assemblea No Gelmini indice un corteo per le vie della città, che si dirigerà al Politecnico di Torino, in piazza del Fante, dove l'Assemblea No Tremonti darà luogo alla contro-inaugurazione dell'anno accademico...ù

Appuntamento alle ore 9 a Palazzo Nuovo

L'università in rivolta!


Incontro con le università in rivolta: Bologna, Roma, Pisa, Statale. Parteciperà una studentessa francese protagonista delle mobilitazioni (vittoriose) contro il Cpe nel 2005.

Ore 21:30, Palazzo Nuovo Occupato

Presidio contro il ministro Meloni!


Il ministro della gioventù parteciperà ad un incontro su giovani, casa e precarietà...

Gli studenti medi hanno lanciato il presidio di contestazione, gli studenti universitari parteciperanno al pomeriggio di opposizione contro la presenza del ministro Meloni!

Appuntamento alle 14:30 sotto Palazzo Lascaris, sede del Consiglio regionale

martedì 4 novembre 2008

Occupazione palazzina Einaudi


- Laboratorio Permanente Libero Sapere Critico -
 
L’attuale attacco che il governo sta portando avanti nei confronti della scuola (legge 137 e provvedimenti inseriti nella 133) rappresentano l’atto esemplare di una degenerazione al tempo stesso antropologica e culturale che vede nel nostro paese una sua manifestazione radicale.

Il disegno che si viene delineare è il tentativo di smantellare l'odierno sistema d'istruzione, ultimo baluardo dove resistono, seppur a fatica, spazi realmente pubblici, dove l’aggettivo pubblico rimanda all’idea di luogo di confronto e discussione liberato da logiche di mercato quali competitività, profitto, utilità.

Nel percorso di formazione l’università resta ad ora, pur nelle sue mille contraddizioni, il punto più alto dove studenti e studentesse nello studiare, nel condividere, nel interrogarsi, nel confrontarsi, riescono a produrre letture critiche del contesto contemporaneo. E' su questa idea di formazione che fa perno la nostra mobilitazione, il nostro netto rifiuto agli attuali provvedimenti legislativi. Non dimentichiamo che essi rappresentano forse l'ultimo tassello, sicuramente il punto di non ritorno, di un progetto sorretto da dettami e accordi europei che dal processo di Bologna in poi hanno ridefinito l'architettura del sistema formativo dalle scuole elementari fino ai massimi livelli di specializzazione. In Italia detto processo evoca nomi noti come Berlinguer, Zecchino, Moratti. E' da questa consapevolezza che la nostra lotta non si limita alla salvaguardia dell'esistente, al mantenimento dello status quo.

L’occupazione della Palazzina Einaudi, sede universitaria delle facoltà di Scienze Politiche e Giurisprudenza, si presenta come esigenza che risponde alla necessità della creazione di un Laboratorio nel quale ripensare e attuare la nostra idea di università, totalmente opposta all’idea di istruzione che l’attuale governo sta portando avanti.

Pensiamo alle nostre facoltà come luoghi dove una civiltà si interroghi sui problemi che l'assillano, sicuri che l'arte del porsi domande stia alla base di società che hanno l'ambizione di fornire risposte collettive ai disagi dei propri componenti.

Crediamo all'idea che i nostri Atenei siano tante agorà  intese come spazi nei quali nascono e prendono forma idee quali “bene pubblico”, “società giusta”, “valori condivisi”. Siamo inoltre convinti che siano le università, nella loro unica possibile accezione di patrimonio comune dell'umanità, i contesti votati a immaginare delle alternative che ricerchino con ostinazione il miglioramento delle condizioni e della qualità di vita degli abitanti del pianeta. E' per queste, ed altre ragioni, che l'istruzione e la ricerca debbono essere pubbliche, escluse da meccanismi di mercato quali la riduzione a merce e l'asservimento alle logiche del profitto economico.

La volontà di far nascere, all'interno dell'occupazione della palazzina Einaudi, un Laboratorio Permanente per il Libero Sapere Critico, è stata una scelta obbligata figlia di un ragionamento politico collettivo che necessita di uno strumento capace di innescare dinamiche propositive.

Collettivo “Bonobo” di Scienze Politiche – Collettivo di Giurisprudenza 

COMUNICATO ASSEMBLEA NO GELMINI _ Un'altra occupazione a Torino!


L’Assemblea no-Gelmini tenutasi in data odierna presso la Palazzina Einaudi ha registrato nuovamente l’ampia partecipazione degli studenti e delle studentesse universitarie, provenenti da tutte le facoltà dell’Ateneo torinese e soprattutto...una nuova sede occupata! Da questo pomeriggio, infatti, anche la Palazzina Einaudi, sede congiunta di Scienze Politiche e Giurisprudenza, è in stato di occupazione e vedrà durante tutta la settimana a venire un fitto calendario di iniziative di contro-informazione, dibattiti, cineforum, assemblee. 
Gli interventi che si sono succeduti durante l’assemblea hanno unanimemente riconosciuto ed evidenziato l’enorme successo riscosso dalla partecipazione degli universitari ai cortei del 28 e del 30 Ottobre 2008. Entrambe le date infatti hanno sancito un punto di svolta per il movimento universitario torinese, ormai consapevole della sua forza e mai come ora sicuro nella sua determinazione. 
Gli studenti e studentesse hanno condiviso con il resto dell’assemblea la varietà delle iniziative promosse nelle diverse facoltà per poi rilanciare la partecipazione unitaria nei prossimi appuntamenti che vedranno protagonisti l’assemblea nella prima metà di Novembre. In particolare, il 7 Novembre l’assemblea no-Gelmini parteciperà alla controinaugurazione dell’anno accademico del Politecnico con un corteo che, partendo dalle diverse sedi di Facoltà, così come già avvenuto il 28 ottobre, riunirà nuovamente gli studenti di tutta l’Università di Torino, per saldare ancora una volta le mobilitazioni con quelle promosse dall’assemblea no-Tremonti. 
L'Assemblea ha anche deciso di partecipare  a titolo consultivo con una delegazione all'Assemblea convocata a Firenze l'8 novembre. I delegati saranno esclusivamente portavoce del documento elaborato per il corteo del 30 ottobre e già condiviso dall'Assemblea.
Il 13 Novembre presso il Rettorato si terrà il Senato Accademico allargato e in questa sede l’assemblea no Gelmini avanzerà le proposte condivise tra gli studenti per chiedere agli organi accademici di sostenerle responsabilmente.
Siamo consapevoli che i numeri e la qualità della mobilitazione finora raggiunti non hanno fatto tornare il governo sulle scelte che stanno decretando la svendita dell’Università italiana.  E' altrettanto forte la consapevolezza che mai come in questo momento solo l’unione dell’intero movimento comporterà il conseguimento delle istanze che stiamo rivendicando e la tutela di quei diritti per i quali ci stiamo battendo.    
I particolari  corteo del 7 e della controinaugurazione del politecnico, così come la partecipazione alla costruzione dell'iniziativa contro la Festa delle Forze Armate prevista per il 9 novembre, saranno meglio definiti in occasione della prossima assemblea no-Gelmini, convocata per il giorno 5 Novembre alle ore 19,30 a Palazzo Nuovo.

Torino, 3 novembre 2008
Assemblea no-Gelmini

DOCUMENTO ASSEMBLEA NO-GELMINI _ IL NOSTRO FUTURO NON PUO' ESSERE DELEGATO!


Dal mese di settembre l'assemblea no-Gelmini dà voce agli studenti e alle studentesse dell'Ateneo torinese che vogliono reagire di fronte alla minaccia rivolta contro  l'Università pubblica italiana dagli articoli 16 e  66 (comma 7 e 13) della Legge Finanziaria 
(legge 133/2008) approvata in Senato il 6 agosto 2008.

Nel corso di questo mese di mobilitazione, l'Assemblea no-Gelmini ha riunito studenti e studentesse provenienti da tutte le facoltà dell'Università degli studi di Torino. All'Assemblea, contenitore di idee e strumento di coordinamento della mobilitazione, partecipano i singoli studenti, i collettivi, le associazioni e le liste di rappresentanza che si sono riconosciuti, indipendentemente dalle proprie peculiarità, nell'assemblea stessa. L'indignazione suscitata dal gravissimo attacco mosso all'Università pubblica ha ispirato in tutti noi un clima di assunzione di responsabilità, grazie alla quale sono state superate le difficoltà dovute ai molteplici punti di vista ed alle differenti appartenenze e sensibilità.

In questi giorni si stanno sprecando speciali televisivi, editoriali sulla carta stampata che ritraggono paralleli tra la nostra mobilitazione e le lotte del'68. Pur riconoscendo  e condividendo lo spirito, le battaglie, gli obiettivi e  le vittorie della “generazione infinita”, siamo consapevoli che oggi il contesto in cui si sta sviluppando la nostra lotta è di tutt'altra natura.
Le differenze appaiono subito evidenti: negli anni '60 quegli studenti e quelle studentesse  si rivoltarono contro la generazione dei loro padri.  Noi, oggi, ci troviamo paradossalmente ad invidiare i nostri genitori e le loro antiche sicurezze. Per i ragazzi del Sessantotto immaginare un futuro migliore, lottare per esso era un obbligo che il loro tempo imponeva; noi siamo stati definiti generazione  “no future”, senza futuro. Oggi essere studenti e studentesse e lottare immaginando un altro futuro è già di per sé un atto di coraggio. Vorrebbe esserci negata la possibilità stessa di immaginare l'alternativa. La nostra mobilitazione vuole riprendersi questa possibilità e nel farlo  sta agendo un altro modo di praticare la politica e di dare senso a quest'ultima.
La vera novità di cui tutti gli analisti, i mezzi di informazione dovrebbero parlare sta proprio nell'autonomia che questo movimento si sta ritagliando rispetto a tutto ciò che l'ha preceduta: la nostra generazione è forse la prima che si è scrollata di dosso la pesante eredità del'68 fatta di paternalismo verso le generazioni successive. 

A partire da tali rilievi, ribadiamo l'assoluta indipendenza dell'Assemblea no-Gelmini da qualsiasi formazione istituzionale, partito o sindacato che sia. Ritroviamo proprio in questa autonomia la nostra forza e spinta propositiva.  
L'Assemblea rivendica però al tempo stesso la sua forte politicità  nel contrastare gli attuali provvedimenti e nell'inserire la propria azione in un processo di cambiamento. Politicità che la porta a considerare come punti di partenza per un qualsiasi discorso propositivo l'adesione ai principi dell'antifascismo, dell'antirazzismo e dell'antisessismo.  Questa netta e definitiva presa di posizione dell'Assemblea vuole essere un modo per chiarire definitivamente che quegli studenti dell'estrema destra che in questi giorni stanno cercando strumentalmente di cavalcare il movimento  non sono assolutamente rappresentativi del nostro comune sentire. I nostri contenuti non possono che essere differenti da quelli di coloro che, al di dentro o al di fuori del Parlamento, si fanno promotori di classi differenziate per i bambini immigrati nelle scuole primarie  o che da sempre rivendicano privilegi per pochi e nostalgicamente si rifanno al Ventennio Fascista.  Con tutti costoro l'Assemblea non intende in alcun modo essere confusa,  nonostante l'avversità da loro  in certe occasioni espressa nei confronti dei provvedimenti legislativi di cui sopra.
La consapevolezza del nostro agire politico, d'altra parte, si riscontra anche nel legare questa lotta ad un ragionamento più ampio che porta a riflettere sulla crisi del sistema economico mondiale e sui soggetti che ne pagheranno le conseguenze. L'istruzione pubblica non dovrà pagare colpe di altri.      La crisi economica è la dimostrazione del fallimento di un modello che ha come primi interpreti coloro che oggi propongono solamente nuovi tagli. 
Siamo consapevoli che i provvedimenti contenuti nella legge 133/2008 sono solamente l'ultimo tassello di un disegno ben preciso che ha visto il suo inizio già con gli anni  '90 (legge Ruberti, 1990). L'obiettivo è il progressivo smantellamento del settore pubblico, di cui sicuramente l'istruzione è uno dei settori strategici. Privatizzare quest'ultimo, e di conseguenza inserirlo in un contesto di libero mercato, significa considerare la formazione al pari di qualunque altra merce, svilendone così il suo carattere di bene comune.   L'istruzione è uno dei più importanti modi con cui ogni individuo acquisisce la consapevolezza della propria condizione sociale e sviluppa la capacità critica necessaria a impedire la riduzione del suo status di cittadino a quello di suddito.
   
La Legge 133/2008 è dunque un punto d'arrivo e al tempo stesso punto di non ritorno. Questa nostra battaglia acquisisce un significato particolare perché si tratta forse di una delle ultime occasioni  in cui la contesa è l'affermazione o meno di un diritto fondamentale. 

L’Assemblea no-Gelmini di Torino ribadisce, dunque, la necessità di intensificare la mobilitazione in ogni sede universitaria a livello nazionale per un completo ritiro del provvedimento e intende essere luogo di elaborazione e costruzione di un’Università differente da quella presente e passata.
L’Università che vogliamo è spazio realmente pubblico, dove ogni forma di criticità è ammessa e non esistono meccanismi di esclusione sociale: tutta la popolazione presente in Italia, di qualsiasi estrazione sociale, reddito, appartenenza linguistica ed origine geografica deve aver diritto ad un libero accesso all’istruzione universitaria.
In secondo luogo, l’Università che vogliamo è basata sul confronto critico e sulla discussione, non sulla lezione frontale come nell’arcaico presente delle nostre accademie. Il seminario deve diventare il perno della vita intellettuale universitaria, che deve finalmente differenziarsi realmente dal liceo, come già avviene in molti altri paesi nel mondo. Le studentesse e gli studenti non dovranno più essere utenti, ma soggetti in grado di autovalorizzarsi nello studio e produrre effettivi avanzamenti critici in ogni settore scientifico.
In terzo luogo, l’Università italiana per cui lottiamo dovrà promuovere una ricerca libera e critica, estranea a interessi particolaristici, lobbistici e privati, ed essere luogo di socializzazione di un sapere che supera i confini tra accademia e società, tra università e metropoli, per essere ricchezza sociale comune. L’accesso alla ricerca dovrà essere liberato da ogni dinamica nepotistica e clientelare e dovrà valorizzare l’impegno, la creatività e le capacità critiche più che l’obbedienza ai dogmi in ogni disciplina, laddove esistano, e il conformismo intellettuale.
 
L’onda anomala delle facoltà torinesi occupate promuove e sostiene la nascita di collettivi studenteschi e assemblee in ogni sede universitaria, facoltà e corso di laurea, affinché si moltiplichi il dissenso, si estenda la critica, e l’Università del futuro trovi qui i mille laboratori della sua sperimentazione.


Torino, 30 ottobre 2008
ASSEMBLEA NO GELMINI  - TORINO -

COMUNICATO DELL'ASSEMBLEA NO GELMINI E NO TREMONTI DEL 29 OTTOBRE

L'Assemblea no-Gelmini riunitasi oggi e che ha visto la partecipazione anche di rappresentanti dell'Assemblea no Tremonti del Politecnico, a seguito dei recenti avvenimenti accaduti in diverse città (Milano, Roma, Pavia, Siena) che hanno visto l'irruzione di studenti di estrema destra nei cortei contro la legge 133 e il DL 137, appena convertito in legge, ritiene importante esprimere solidarietà nei confronti degli studenti no-Gelmini coinvolti.

L'Assemblea intende inoltre affermare con fermezza la propria apartiticità e rivendicare allo stesso tempo la politicità del movimento: la salvaguardia della democraticità di quest'ultimo esprime contenuti incompatibili con quelli di cui notoriamente sono portavoci determinate forze politiche, come il FUAN, il BLOCCO STUDENTESCO o i giovani del partito LA DESTRA, nonostante la loro opposizione espressa in alcuni casi ai provvedimenti legislativi di cui sopra. 

L'Assemblea infatti si fonda su principi ineludibili quali l'antifascismo, l'antirazzismo e l'anti-sessismo, che la distinguono in modo netto dai movimenti sopra citati.

Durante l'assemblea di quest'oggi è emersa la necessità di declinare pacificamente la partecipazione degli universitari al corteo di domani, portando all'attenzione generale l'espressione di alcuni contenuti chiave, quali la difesa dell'università e della ricerca pubbliche, il libero accesso a queste ultime e la formazione come bene pubblico non riducibile a merce.

La definizione delle prossime mobilitazioni e dei contenuti che le accompagneranno sono aggiornate alla prossima assemblea No-Gelmini che si terrà nell'atrio di Palazzo Nuovo Domenica 2 Novembre alle ore 20: in quella data l'Assemblea inizierà a organizzare la contro-inaugurazione dell'anno accademico indetta dall'Assemblea No Tremonti per il 7 Novembre al Politecnico e a determinare le modalità di partecipazione allo sciopero generale del 14 Novembre a Roma. 

Per la giornata di sciopero generale della scuola di domani 30 ottobre i concentramenti saranno:
ore 8.30 davanti a Palazzo Nuovo per le facoltà umanistiche 
ore 8.30 davanti a Palazzo Campana per le facoltà scientifiche
ore 8.30 in corso Duca degli Abruzzi per gli studenti del Politecnico 

Assemblea no-Tremonti /Assemblea no-Gelmini

mercoledì 29 ottobre 2008

L'Assemblea No Gelmini, come riportato dai precedenti comunicati, rilancia per i prossimi due appuntamenti cittadini contro la "controriforma Gelmini".

Il 28 ottobre verrà mantenuta la mobilitazione contro la ventilata visita del  ministro Gelmini, che ha già annunciato la sua assenza all'Unione Industriale: rivendicazione dell'ennsima vittoria parziale ottenuta e rilancio per il corteo del 30.

Il 30 ottobre sciopero generale della scuola e dell'università che vedrà confluire nel corteo torinese tutti i soggetti in mobilitazione contro la "controriforma Gelmini".

COMUNICATO STAMPA ASSEMBLEA NO-GELMINI TORINO, 28 OTTOBRE 2008


Questa mattina, una decina di studenti del FUAN si è ritrovata nel cortile del Rettorato di Torino, scortata da ingenti forze dell'ordine che impedivano l'ingresso da via Po e controllavano gli ingressi in via Verdi. Questi studenti si sono arrogati il diritto di essere rappresentativi di una parte del movimento, ergendosi a difensori del diritto allo studio degli studenti, contestando le forme di protesta che l'Assemblea, in collaborazione con i docenti, sta portando avanti. 

L'Assemblea no-Gelmini ritiene opportuno sottolineare che questi studenti non rappresentano il sentire degli studenti che hanno invece dimostrato con declinazioni diverse la loro contrarietà alla legge 133/2008, lo stesso provvedimento che in più occasioni chi stamattina si è presentato in Rettorato ha difeso. L'Assemblea intende inoltre affermare con fermezza la propria apartiticità e rivendicare allo stesso tempo la politicità del movimento che esprime contenuti incompatibili con quelli di cui notoriamente sono portavoci determinate forze politiche.

A differenza di quanto molti giornalisti hanno raccontato oggi sui quotidiani, paventando una rottura all'interno del movimento, ci teniamo a precisare che essa non si è mai verificata. Chi nel corteo romano di ieri ha intonato cori inneggiando al duce, stretti parenti di chi oggi si è presentato in Rettorato, non sono mai stati parte del movimento nè lo saranno mai. 

Assemblea No Gelmini

COMUNICATO ASSEMBLEA NO GELMINI 26 OTTOBRE 2008


L'Assemblea no-Gelmini, organo di coordinamento studentesco interfacoltà, che si è riunita ieri sera nella sede di Palazzo Nuovo ha ribadito la necessità di portare i contenuti della protesta al di fuori delle diverse sedi universitarie, così come è avvenuto sabato pomeriggio a Terra Madre e come sta avvenendo attraverso le lezioni in strada che sono programmate per tutta questa settimana in Piazza Vittorio, sotto la Mole, davanti al Museo Egizio, in piazza Carlo Alberto, nelle stazioni della metropolitana della città. Nei prossimi giorni, in linea con questa esigenza, l'Assemblea assumerà inoltre una forma itinerante, recandosi di volta in volta nei luoghi di lavoro, nei supermercati, nei mercati di quartiere, nelle stazioni e in altri luoghi della città.

L'Assemblea ha sentito il bisogno di esprimere in modo perentorio la sua apartiticità, rifiutandosi di subire strumentalizzazioni e cappelli istituzionali, ritenendo, piuttosto la spontaneità e la pluralità il punto di forza di questo movimento. L'Assemblea ha però rivendicato la sua forte politicità nel contrastare gli attuali provvedimenti e nell'inserire la propria azione in un processo di cambiamento.  La consapevolezza del suo agire politico si riscontra anche nel suo legare questa lotta ad un ragionamento più ampio che porta a riflettere sulla crisi del sistema economico mondiale e sui soggetti che ne pagheranno le conseguenze. L'istruzione pubblica non dovrà pagare colpe di altri.

Nonostante la probabile assenza del Ministro Gelmini a Torino, l'Assemblea, in concerto con tutto il mondo della scuola, ritiene importante mantenere tale data, martedì 28 ottobre,  come occasione per manifestare in maniera unitaria il proprio dissenso.

Il 30 ottobre l'Assemblea si impegna, inoltre, alla costruzione di un corteo cittadino favorendo la massima partecipazione della componente universitaria. In entrambe le date l'Assemblea ha espresso l'intenzione di utilizzare forme pacifiche di contestazione e manifestazione della propria contrarietà.

Vista la dimensione nazionale della protesta si è ritenuto necessario dare il via alla costruzione di momenti di coordinamento e condivisione tra i vari Atenei italiani.

La prossima Assemblea no-Gelmini è stata convocata al termine dell'iniziativa del 28.

Assemblea no-Gelmini

COMUNICATO ASSEMBLEA GENERALE DEGLI STUDENTI TORINO 22 OTTOBRE 2008


Oggi si è svolta nel cortile del Rettorato un' assemblea auto-convocata degli studenti e delle studentesse dell'Ateneo torinese alla quale hanno aderito migliaia di persone.

La decisione di auto-convocarla è seguita alla mancata convocazione da parte del Rettore dell'Assemblea generale d'Ateneo richiesta ufficialmente il 6 ottobre (nei 15 giorni a seguire) e, allo stesso tempo, dall'urgenza di un momento di coordinamento tra le varie Facoltà e le diverse componenti dell'università. All'assemblea hanno infatti partecipato studenti di ogni Facoltà e Dipartimento, ma anche docenti, ricercatori, dottorandi, biblio-cooperativisti e il personale tecnico amministrativo dell'università.

Durante l'Assemblea si sono fissate alcune date di mobilitazione unitarie e delle chiare richieste da porre all'attenzione dei più alti organi accademici.

L'assemblea ha rilanciato come prioritaria la costruzione di una giornata di mobilitazione per il 28 ottobre, giorno in cui è prevista la visita del Ministro Gelmini a Torino, che vedrà convergere tutto il mondo della scuola in un presidio serale davanti all'Unione Industriale.

Altra data di mobilitazione sarà lo sciopero generale della scuola del 30 ottobre, nella quale si scenderà in piazza in maniera unitaria in un corteo cittadino.

Al termine dell'assemblea una delegazione è stata ricevuta dal pro-Rettore Sergio Roda, al quale è stato chiesto di uscire con un documento ufficiale per prendere posizione contro le dichiarazioni del Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi riguardo l'intervento della polizia nelle università in occupazione; di ribadire la contrarietà alla legge 133; di agevolare la partecipazione degli studenti in occasione degli appuntamenti succitati; di inserire nell'ordine del giorno del prossimo senato accademico la proposta di specificare nello Statuto d'Ateneo l'impossibilità di trasformazione dell'Università di Torino in fondazione privata.

Il pro Rettore si è assunto l'impegno a dare seguito alle proposte inoltrando una circolare ai presidi di Facoltà per agevolare la mobilitazione degli studenti i giorni 28 e 30 Ottobre; ha altresì confermato la sospensione dell'inaugurazione dell'anno accademico fissata per Dicembre; infine, ha accolto la richiesta di inserire la proposta di modificare lo Statuto d'Ateneo in sede di Senato Accademico.

Nonostante i segnali positivi giunti da questo incontro, l'Assemblea No Gelmini attende che le indicazioni date dal pro-rettore si traducano al più presto in azioni concrete. 

ASSEMBLEA NO GELMINI

mercoledì 22 ottobre 2008

COMUNICATO STAMPA DELL'ASSEMBLEA NO-GELMINI DEL 21 OTTOBRE 2008: Palazzo Nuovo occupato!


L'assemblea no-Gelmini riunitasi oggi 21 ottobre a Palazzo Nuovo, alla quale erano presenti circa un migliaio di studenti, dopo una partecipata discussione ha deciso l'occupazione di Palazzo Nuovo come forme di protesta per il ritiro della legge 133/2008 e del DL 137. Questa decisione si inserisce in un percorso di mobilitazione a livello nazionale e si pone come obiettivo quello di estendere il più possibile la partecipazione di tutto il mondo accademico. Per il momento, l'occupazione non comporterà l'automatico blocco della didattica. 

Altresì, l'Assemblea no-Gelmini richiede la sospensione della didattica per le giornate dal 28 al 30 ottobre per favorire la massima partecipazione possibile in occasione della paventata visita della Gelmini a Torino (28 ottobre) e dello sciopero generale della scuola (30 ottobre). 

A tutt'oggi l'Assemblea no-Gelmini propone le seguenti iniziative di mobilitazione: 

-invito alla prosecuzione delle lezioni all'aperto per dare visibilità alla protesta;
-auto-convocazione di un Assemblea Generale degli studenti e delle studentesse dell'Ateneo per domani 22 ottobre alle ore 14 nel cortile del Rettorato, a cui sono invitati anche i docenti, i ricercatori, il persona tecnico amministrativo e gli organi accademici;
- sostegno allo sciopero dei biblio-cooperativisti del 23 ottobre;
- una tavola rotonda nella serata di giovedì 23 ottobre nei locali di Palazzo Nuovo, nella quale ci sarà un confronto volto a coordinare la mobilitazione tra le varie realtà a tutti i livelli colpite dall'attacco all'istruzione pubblica (genitori, studenti e studentesse, insegnanti delle scuole elementari, docenti, ricercatori, dottorandi, personale ATA). 

Il 27 ottobre, l'Assemblea no-Gelmini parteciperà inoltre alla mobilitazione contrapposta all'inaugurazione dell'anno accademico del Politecnico, la quale vedrà la presenza dell'ambasciatore italiano negli Stati Uniti. 

Torino, 21 ottobre 2008
Assemblea no-Gelmini

domenica 19 ottobre 2008

mercoledì 15 ottobre 2008

L'UNIVERSITA' TRASLOCA IN STRADA... ED E' SOLO L'INIZIO!

Torino, 15 ottobre 2008

Oggi sarà una giornata nazionale di mobilitazione dell'università e della scuola in generale. Anche l'Università di Torino si mobilita e... trasloca in strada! L' Assemblea No-Gelmini, riunitasi ieri a Palazzo Nuovo e che ha visto la partecipazione propositiva e determinata di almeno cinquecento studenti, ha pensato in occasione di questa scadenza, in collaborazione con i docenti, di spostare alcune lezioni all'esterno delle solite aule dell'università, scegliendo di organizzarle in strada. Questo è solo uno dei modi scelti per esprimere la nostra contrarietà alla contro-riforma Gelmini, che coinvolge per intero il mondo dell'istruzione pubblica, dalle elementari alle scuole medie inferiori e superiori, all'università e al mondo della ricerca.

In particolare, per quanto riguarda l'università, ci opponiamo fermamente al taglio del fondo di finanziamento ordinario previsto all'articolo 66, comma 13 (1 miliardo e 441, 5 milioni di euro in meno di 5 anni) e alla limitazione del turn over al 20% per il personale docente e tecnico-amministrativo (ovvero, un nuovo assunto ogni cinque pensionamenti) sancita all'articolo 66 comma 7, limitazione che non consentirebbe il necessario ricambio del personale, la continuità di corsi di studio, di interi percorsi formativi e di branche dell'amministrazione, negando di fatto a molti lavoratori (precari) la possibilità di vedere il loro contratto rinnovato e negando l' accesso per i ricercatori (anch'essi precari) alla carriera universitaria.

Con altrettanta determinazione ci opponiamo poi al contenuto dell'articolo 16 della legge 133 (Facoltà di trasformazione in fondazione delle università), il quale sancisce in maniera chiara e definitiva la distruzione dell'università pubblica, prevedendo la possibilità per il Senato Accademico di decidere, con semplice votazione a maggioranza assoluta, di trasformare ogni singolo Ateneo in una fondazione di diritto privato.

Noi non ci riconosciamo nel modello di università che questa legge (che è il risultato di una tendenza che da anni investe il mondo dell'università e dell'istruzione in generale) vuole cucirci addosso. Continuiamo a credere nella libertà e pubblicità della didattica e della ricerca. Dietro questi provvedimenti è infatti palese il tentativo di adeguare il nostro sistema universitario e di ricerca a quello anglo-sassone (e americano) dell'università-impresa. Sistema in cui sono gli sponsor a decretare il valore e le potenzialità di ogni università in base alle loro esigenze di produrre profitto (non certo formazione...) e a decidere nel contempo se e quali rami della ricerca finanziare; sistema in cui regna un principio di concorrenza tra gli stessi poli universitari e in cui le rette sono talmente alte da impedirne a moltissimi l'accesso. Noi questo sistema non lo vogliamo!

Le lezioni all'aperto rappresentano solo un primo momento di mobilitazione utile soprattutto alla sensibilizzazione dell'opinione pubblica per la loro immediata visibilità e acquistano importanza anche per il significato forte di ri-appropriazione degli spazi cittadini.

Numerose iniziative si succederanno nei prossimi giorni, per culminare in una giornata di mobilitazione generale di tutto il mondo della scuola pubblica della nostra città il 28 ottobre, data in cui è prevista la presenza della Gelmini a Torino e poi nello sciopero generale della scuola convocato per il 30 ottobre. 

Assemblea no-Gelmini

martedì 14 ottobre 2008

Comunicato dell'Assemblea No Gelmini del 14 ottobre


L'Assemblea no-Gelmini riunitasi oggi, 14 ottobre, nell'atrio di Palazzo Nuovo ha visto la partecipazione propositiva e determinata di circa 500 persone, studenti (provenienti da molte Facoltà dell'Ateneo), ricercatori, dottorandi e anche alcuni docenti. Dopo un intervento introduttivo, durante il quale si sono ulteriormente approfonditi i punti della legge 133/2008 concernenti l'università e del decreto legge Aprea (dl 137), si è poi passati alla fase propositiva. 

L'Assemblea no-Gelmini ha pertanto lanciato le seguenti iniziative: 

- domani 15 ottobre, giornata di mobilitazione della scuola a livello nazionale, lezioni all'aperto sotto la sede della RAI per rendere visibile il dissenso di studenti e docenti alla cittadinanza e ai media;
- si è ribadita la volontà (emersa anche oggi durante il Consiglio di Facoltà di Scienze Politiche e di Psicologia) di chiedere la non inaugurazione dell'Anno Accademico, sostituendola con un' iniziativa forte di mobilitazione;
- di auto-convocare l'assemblea di Ateneo nel giorno del 22 ottobre, nel caso in cui il Rettore non la indica prima di tale data, come richiesto durante il presidio del 6 ottobre - una serata di informazione da organizzarsi il 21 ottobre, per coinvolgere gli studenti e riappropriarsi degli spazi universitari in vista dell'assemblea d'Ateneo;
- indizione, il 23 ottobre, di un' Assemblea cittadina che coinvolga tutti i settori della scuola e sensibilizzi l'opinione pubblica;
- in vista della visita della Gelmini a Torino all' Unione Industriale prevista per il 28 ottobre, si sono proposte diverse iniziative di protesta e di disturbo da realizzarsi in quella giornata;
-adesione allo sciopero generale della scuola previsto per il 30 ottobre 

Prossima assemblea no-Gelmini indetta per lunedì 20 ottobre alle ore 15,30 sempre nell'atrio di Palazzo Nuovo. 

Torino, 14 ottobre 2008 Assemblea no-Gelmini

venerdì 10 ottobre 2008

Comunicato dell'Assemblea No Gelmini

Questa mattina per le vie di Torino è sfilato il corteo indetto dagli studenti medi contro la riforma Gelmini che ha visto manifestare compatti anche circa due migliaia di universitari, tra ricercatori, lavoratori, docenti e studenti che da ormai due settimane sono in mobilitazione per per sensibilizzare e coinvolgere le facoltà dell'ateneo sulla legge 133। Al termine di un corteo che ha visto un'importante mobilitazione e protagonismo degli studenti medi, gli studenti universitari hanno indetto un'assemblea per avere un momento di valutazione della manifestazione e di discussione dei punti da affrontare nella prossima assemblea No Gelmini fissata per il 14 Ottobre 2008 alle ore 15:30 presso l'atrio di Palazzo Nuovo. Alla piena e partecipata presa di posizione contro i tagli del fondo di finanziamento ordinario, del blocco del turnover del personale docente e tecnico amministrativo al 20% e della possibilità di trasformazione degli atenei italiani in fondazioni private, l'assemblea ha espresso l'esigenza di avanzare nel proseguio della mobilitazione proposte concrete che possano definire le basi dalle quali partire per la costruzione di un'università altra. Un'ulteriore stimolo è venuto dagli studenti che hanno nuovamente evidenziato la necessità di incrementare la sensibilizzazione e l'informazione intorno ai contenuti della legge 133 e al decreto legge 137: tali sviluppi si configurano come una premessa irrinunciabile per rilanciare il lavoro dell'assemblea in occasione dei prossimi appuntamenti che coinvolgeranno capillarmente le facoltà dell'università torinese. Il 15 ottobre, infatti, vi sarà una giornata di mobilitazione nazionale in molti atenei italiani; il 28 ottobre il ministro Gelmini sarà a Torino; infine, la settimana che precederà lo sciopero generale della scuola promosso per il 30 ottobre, l'assemblea No Gelmini adotterà quelle forme di protesta che verranno decise e condivise in occasione dell'assemblea generale d'ateneo, di cui si attende tuttora una convocazione: qualora il rettore dell'università degli studi di Torino, il professor Pelizzetti, non dovesse convocarla entro quindici giorni dal presidio sotto il rettorato, verrà autoconvocata. I provvedimenti legislativi contro i quali l'assemblea tutta si è schierata rischiano di segnare un definitivo punto di non ritorno per l'università pubblica, per il diritto allo studio e per la democraticità degli atenei. Per questo l'Assemblea No Gelmini è decisa a non fermarsi fino a quando questo rischio non sarà diventato una minaccia evitata.

Assemblea No-Gelmini

martedì 7 ottobre 2008

10 ottobre, corteo studentesco!


Dopo la mobilitazione partecipatissima al presidio al rettorato del 6 ottobre, gli studenti e le studentesse dell'Assemblea No Gelmini aderiscono al corteo indetto dagli studenti medi, al quale parteciperanno con un loro spezzone universitario.

Appuntamento alle 8:30 a Palazzo Nuovo per le facoltà umanistiche,a Palazzo Campana per le facoltà scientifiche.

I due segmenti dell'università di Torino si ritroveranno poi in via Po, per proseguire insieme fino a piazza Arbarello, luogo del concentramento del corteo contro la legge 133 del ministro Gelmini.

lunedì 6 ottobre 2008

Comunicato stampa dell'Assemblea No Gelmini

 
Oggi, dalle ore 15, si è tenuto in Rettorato un presidio in concomitanza con la seduta del Senato Accademico, per chiedere dal più importante organo accademico una netta e inequivocabile presa di posizione contro la legge 133/2008. Il presidio è stato indetto dal Coordinamento dei ricercatori, docenti e personale tecnico-amministrativo dell'Università e dall'Assemblea No-Gelmini, costituitasi il 22 settembre in seguito alla prima assemblea studentesca tenutasi a Palazzo Nuovo. 
Più di 500 persone hanno preso parte alla prima iniziativa di mobilitazione contro la legge 133, legge approvata il 6 agosto 2008 e che sancisce la possibilità di trasformazione delle università in fondazioni di diritto privato, tagli al Fondo di Finanziamento Ordinario e il blocco del turn-over al 20%. 
Il Senato Accademico ha accettato la richiesta dei presidianti di ricevere una delegazione (composta da studenti, ricercatori, personale tecnico-amministrativo e cooperativisti)  durante la seduta. La delegazione ha chiesto al Senato l'indizione, nel più breve tempo possibile, di un'Assemblea generale d'Ateneo - con sospensione della didattica- , la non inaugurazione dell'anno Accademico e di esprimersi contro la possibilità di trasformazione in fondazione dell'università. Il Senato ha accolto le richieste presentate, esprimendosi a favore di un università pubblica, garantendo a breve la convocazione di suddetta Assemblea e accogliendo la richiesta di non inaugurazione dell'Anno Accademico. 

Il presidio si è poi quindi mosso in corteo fino a Palazzo Nuovo, passando dalla centralissima via Po, in modo tale da dare più visibilità alla mobilitazione. Gli studenti dell'Assemblea no-Gelmini sono poi entrati a Palazzo Nuovo dove si è svolto un rumoroso corteo interno che ha invitato gli studenti nelle aule alla partecipazione e che si è concluso con un'assemblea organizzativa e auto-convocata nell'atrio, nella quale si sono fatte alcune considerazioni sulla giornata e si è ribadita l'importanza della scadenza del 10 ottobre, giornata di manifestazione indetta a livello nazionale dagli studenti delle scuole superiori e alla quale l'Assemblea no-Gelmini riunitasi il 29 settembre ha deciso di aderire costruendo uno spezzone universitario. 
Assemblea no-Gelmini
Di seguito ribadiamo gli appuntamenti:

10 ottobre, manifestazione studentesca, appuntamento
-ore 8.30 davanti a Palazzo Nuovo per le Facoltà Umanistiche
-ore 8.30 davanti alla Facoltà di Fisica (via Pietro Giuria 1) per le Facoltà Scientifiche

14 ottobre, ore 15.30 Assemblea no-Gelmini nell'Atrio di Palazzo Nuovo

Assemblea No Gelmini

PER UN'UNIVERSITA' LIBERA E PUBBLICA! CONTRO LA “CONTRORIFORMA GELMINI”!

...il Senato Accademico mostri le sue carte...

Dopo i 40'000 che han sfilato in corteo sabato pomeriggio, sarà ben più difficile ignorare o tentare di recintare una protesta che, dalle scuole materne fino all'università, sta prendendo piede oramai in tutt'Italia. Una trasversalità di interessi che pesca nel quotidiano di ognuno, nei diritti come nelle esigenze, e che pone le condizioni per una mobilitazione importante contro la legge 133. 

Studenti ricercatori docenti lavoratori dell'università di Torino stanno mettendo in piedi una resistenza forte e unitaria contro l'atto definitivo di dismissione dell'università pubblica, contro il tassello conclusivo che porterebbe il mosaico costruito nell'ultimo decennio ad una rappresentazione devastante per la formazione e la ricerca, per i soggetti che attraversano l'università oggi e per coloro che un giorno vorrebbero. Il disegno legislativo portato avanti dal governo Berlusconi non è però in contraddizione con il percorso segnato dalle direttive date dai precedenti governi (di ogni colore) e dall'Europa. Un grande cilindro di convergenza, volto allo svuotamento dell'università pubblica, marcato dalle (interessate) domande di privatizzazione. Non è certo un caso aver visto, fin dalle discussioni delle precedenti riforme, la Confindustria come primo attore richiedente la trasformazione in fondazioni, l'entrata dei privati nei consigli d'amministrazione, la perdita del valore legale dei titoli... Il profitto, l'addestramento della forza-lavoro necessaria come cardini del processo di ristrutturazione dell'università... questi i nuovi “vergini cardini” dell'università italiana? 

Lo smantellamento dell'università, la via della trasformazione in fondazioni, corre anche su altri binari, strettamente interdipendenti in un sistema università già abbastanza pervaso dal processo di aziendalizzazione della formazione e di privatizzazione di sue branchie. Il blocco del turnover al 20% previsto per docenti (quindi anche ricercatori) e lavoratori, il taglio di 1 miliardo e 441 milioni di euro per i prossimi 5 anni al fondo di finanziamento ordinario, seguono il ragionamento di svuotamento, di disinvestimento nell'università pubblica, per render ancor più agevole il passo successivo. Un'università ridotta in macerie, nella quale a restare in piedi rimangono solo i sedicenti centri d'eccellenza, sarà ben più malmeabile nella presa della via italiana al modello anglo-americano... 

Da almeno due settimane l'Assemblea No Gelmini, insieme alle altre componenti universitarie, si sta muovendo nella direzione di un'opposizione netta alla “controriforma Gelmini”, praticando il “blocco della prima ora” in decine di corsi, mantenendo una presenza quotidiana nell'atrio di Palazzo Nuovo, muovendosi tra assemblee nelle facoltà e coordinamenti allargati. Si stanno gettando le basi per una mobilitazione determinata contro la legge 133, battaglia che percorrerà tutto l'autunno che viene. Due i piani su cui battersi: uno nazionale, per il ritiro della legge 133, uno locale, per l'impedimento della trasformazione in fondazione dell'università di Torino. 
Quest'oggi in rettorato, necessitiamo di una risposta, di una presa di posizione non velleitaria dell'università di Torino, del suo massimo organo, il Senato Accademico. Prendiamo atto della delibera contro il turnover e contro i tagli fatta dal Senato, lo stesso facciamo con le recenti parole del rettore Pelizzetti sulle sue “intenzioni non privatizzatrici”. Ma oggi è arrivato il tempo dei fatti, delle chiare iniziative di posizione, compatibilmente con lo stato di agitazione che corre lungo l'ateneo torinese. Quindi, come stabilito unitariamente all'ultima riunione del Coordinamento Unito, racchiudente tutti i soggetti dell'università degli studi di Torino, sollecitiamo il rettore Pelizzetti ed il Senato Accademico: 

- a convocare nelle prossime settimane un'assemblea d'ateneo che permetta a tutti i soggetti universitari di informarsi ed attivarsi contro la legge 133/2008;
- ad annullare l'inaugurazione dell'anno accademico 2008/2009 in segno di protesta, seguendo la richiesta che arriva dall'appello a cui stanno firmando tantissimi docenti e ricercatori;
- a deliberare a favore di un'università libera e pubblica, che sia messa nelle condizioni di poter avere le risorse necessarie per la formazione e la ricerca, rifiutando quindi le prospettive povere date dalla legge 133 e dalla possibilità di trasformazione in fondazione. 

Il presidio di quest'oggi è solo il primo dei momenti di contestazione che l'Assemblea No Gelmini vivrà, partendo dal corteo indetto dagli studenti medi del 10 ottobre, a cui parteciperemo con uno spezzone universitario, continuando con la giornata di mobilitazione nazionale del 15 ottobre.

Assemblea No Gelmini

Per un’università libera, pubblica e di qualità


Segue il volantino del Coordinamento Unito, sigla all'interno della quale sono presenti tutti i soggetti dell'università di Torino, che verrà distribuito domani al presidio.

La ricerca e l’Università italiana sono da sempre notevolmente sottofinanziate e carenti di personale rispetto alla media dei paesi OCSE. Eppure, la legge 133 del 6 agosto 2008, senza alcuna valutazione dell’efficienza e della qualità degli atenei, prevede che:

- nei prossimi anni venga assunto un solo dipendente ogni 5 che vanno in pensione,
- il finanziamento pubblico venga ridotto di circa un miliardo e mezzo di euro in cinque anni,
- le Università possano deliberare la loro trasformazione in fondazioni private, alle quali vengono ceduti gratuitamente tutti i beni (mobili ed immobili) degli atenei.

E’ evidente che questi provvedimenti non risolveranno nessuno dei problemi che affliggono le Università: in compenso, assesteranno un colpo mortale a coloro che al loro interno riescono (nonostante tutto) a fare ricerca di eccellenza e a fornire agli studenti una preparazione all’altezza dei migliori atenei internazionali. Infatti: 

- solo pochissimi giovani potranno entrare a lavorare nell’Università, con ulteriore aggravamento della precarietà già molto diffusa;
- professori, ricercatori, tecnici e amministrativi diminuiranno ulteriormente di numero. A causa di questo, sarà impossibile mantenere gli attuali livelli di ricerca, didattica e dei servizi con conseguenze a lungo termine disastrose per l’innovazione e la crescita del Paese; 
- con l’abbassamento della qualità didattica e l’impossibilità di assegnare tesi di ricerca, la preparazione degli studenti scenderà al di sotto degli standard degli altri Paesi e li renderà meno competitivi sul mercato del lavoro;
- la privatizzazione (tramite un provvedimento senza precedenti nel mondo) comporterà pesanti condizionamenti sia della didattica che della ricerca e naturalmente determinerà un forte aumento delle tasse universitarie.

Per questi motivi, tutte le componenti dell’Università di Torino sono in agitazione contro i provvedimenti governativi contenuti nella legge 133, e hanno deciso di intraprendere una serie di iniziative tese a informare e sensibilizzare sulla questione tutti coloro che hanno a cuore il futuro del nostro Paese.

Studenti, dottorandi, precari, esternalizzati,
tecnici/amministrativi, professori, ricercatori dell’Università di Torino