lunedì 6 ottobre 2008

Per un’università libera, pubblica e di qualità


Segue il volantino del Coordinamento Unito, sigla all'interno della quale sono presenti tutti i soggetti dell'università di Torino, che verrà distribuito domani al presidio.

La ricerca e l’Università italiana sono da sempre notevolmente sottofinanziate e carenti di personale rispetto alla media dei paesi OCSE. Eppure, la legge 133 del 6 agosto 2008, senza alcuna valutazione dell’efficienza e della qualità degli atenei, prevede che:

- nei prossimi anni venga assunto un solo dipendente ogni 5 che vanno in pensione,
- il finanziamento pubblico venga ridotto di circa un miliardo e mezzo di euro in cinque anni,
- le Università possano deliberare la loro trasformazione in fondazioni private, alle quali vengono ceduti gratuitamente tutti i beni (mobili ed immobili) degli atenei.

E’ evidente che questi provvedimenti non risolveranno nessuno dei problemi che affliggono le Università: in compenso, assesteranno un colpo mortale a coloro che al loro interno riescono (nonostante tutto) a fare ricerca di eccellenza e a fornire agli studenti una preparazione all’altezza dei migliori atenei internazionali. Infatti: 

- solo pochissimi giovani potranno entrare a lavorare nell’Università, con ulteriore aggravamento della precarietà già molto diffusa;
- professori, ricercatori, tecnici e amministrativi diminuiranno ulteriormente di numero. A causa di questo, sarà impossibile mantenere gli attuali livelli di ricerca, didattica e dei servizi con conseguenze a lungo termine disastrose per l’innovazione e la crescita del Paese; 
- con l’abbassamento della qualità didattica e l’impossibilità di assegnare tesi di ricerca, la preparazione degli studenti scenderà al di sotto degli standard degli altri Paesi e li renderà meno competitivi sul mercato del lavoro;
- la privatizzazione (tramite un provvedimento senza precedenti nel mondo) comporterà pesanti condizionamenti sia della didattica che della ricerca e naturalmente determinerà un forte aumento delle tasse universitarie.

Per questi motivi, tutte le componenti dell’Università di Torino sono in agitazione contro i provvedimenti governativi contenuti nella legge 133, e hanno deciso di intraprendere una serie di iniziative tese a informare e sensibilizzare sulla questione tutti coloro che hanno a cuore il futuro del nostro Paese.

Studenti, dottorandi, precari, esternalizzati,
tecnici/amministrativi, professori, ricercatori dell’Università di Torino

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