venerdì 3 ottobre 2008

Appello ai magnifici Rettori delle Università italiane


La Repubblica ha appena pubblicato l'appello che segue, l'invito che arriva da diversi docenti delle università italiane è quello di non svolgere l'apertura del prossimo anno accademico per utilizzare quella giornata per lo svolgimento di una riflessione sul destino dell'università dopo la legge 133.

I sottoscritti docenti di varie Facoltà e Università italiane protestano vibratamente contro i recenti provvedimenti governativi varati con la Legge 133 del 6 agosto 2008. Come già hanno denunciato molti Dipartimenti, Facoltà, gruppi di docenti, si tratta di misure che sottraggono risorse alla ricerca, riducono il personale docente e amministrativo, restringono lo spazio vitale dell'Università sancendone l'emarginazione irreversibile nella vita del Paese. 

La riduzione al 20% del turnover delle unità del personale non significa soltanto uno sfoltimento senza precedenti di tante discipline specialistiche in cui la cultura italiana primeggia nel mondo. È tutto il processo di rinnovamento del corpo docente italiano - gravato da una anzianità elevata - ad essere compromesso per i decenni a venire. A tanti nostri valentissimi giovani l'avvenire nella ricerca e nell'insegnamento viene definitivamente precluso. 
Il principio della convertibilità della Università in fondazioni private - sancito dall'art. 16 della Legge - costituisce senza dubbio il più grave attacco mai condotto contro l'autonomia e il futuro stesso dell'Università italiana. Non viene soltanto auspicata la ritirata dello Stato dalle sue funzioni storiche nel garantire la formazione superiore e la riproduzione delle sue classi dirigenti. È un progetto velleitario, imitazione tardiva di una stagione ideologica oggi in rovina nel Paese stesso in cui essa è nata. Trasporre l'esperienza delle Università private americane in Italia - un Paese nel quale lo Stato ha dovuto sostituire il capitale di rischio per realizzare lo sviluppo industriale - significa in realtà condannare tanto le Università pubbliche che private a un sicuro destino di irrilevanza. Con quali conseguenze per la collocazione dell'Italia nell'economia- mondo attuale è facile immaginare. 

I docenti qui sottoscritti chiedono pertanto ai Magnifici Rettori di raccogliere il profondo disagio e la protesta che sale dalle Università e di reagire con l'energia che la gravità della situazione richiede, bloccando l'apertura del prossimo anno accademico in tutto il Paese. Si utilizzi la data di inaugurazione per una riflessione generale sul destino delle nostre università.

Piero Bevilacqua, Università di Roma (LaS); Mario Alcaro, Università 
della Calabria; Raffaele Perrelli, Università della Calabria; Alberto Asor Rosa, Università 
di Roma (LaS); Gianni Vattimo, Università di Torino; Fulvio Tessitore, Università di Napoli; 
Umberto Curi, Università di Padova; Giovanni Polara, Università di Napoli; Pietro Barcellona, 
Università di Catania; Francesco Benigno, Università di Teramo; Angel D'Orsi, Università 
di Torino; Claudio Natoli, Università di Cagliari; Giorgio Inglese, Università di Roma (LaS);

per aderire all'appello: giuseppecantarano@libero.it

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