Blocco del turnover del personale, tagli ai finanziamenti e privatizzazione dell'università: questi i provvedimenti che il governo Berlusconi ha varato per studenti e studentesse.. Dopo il blocco della prima ora e la riunione studentesca nasce l'Assemblea No Gelmini: per una presa di posizione contraria dell'università di Torino! per il ritiro della legge 113!
Il governo Berlusconi, sulla scia di tutti quelli precedenti, colorati quindi di ogni tonalità, perdura nell'opera di devastazione del sistema formazione, approvando in piena estate – in un periodo in cui università e scuole sono deserte, nel generale “rilassamento” dei media – la legge 113. Legge che prende il nome della sua madrina, il ministro Gelmini, impegnatasi, attraverso quest'iniziativa legislativa, alla completamento della distruzione dell'università pubblica, come anche di tutti gli altri comparti dell'istruzione. Un colpo di grazia per un sistema università che già arranca.
Ogni ateneo avrà la possibilità di trasformarsi in fondazione privata semplicemente tramite il voto del suo Senato Accademico. Una misura sponsorizzata dal binomio aziende e politica, la quale spinge sempre di più l'università verso una struttura asservita alle logiche di mercato, ai privati che finanzieranno la didattica e la ricerca secondo le loro esigenze di produrre profitto, certo non formazione! Insieme a queste naturali conseguenze, che influiranno pesantemente sui corsi, quindi sui percorsi di studi, vi sarà il salasso per un'università che si vuol avvicinare alle direttive anglo-americane in materia, con la creazione di centri di eccellenza e con la conseguente inclusione differenziale: quanti degli studenti e delle studentesse potranno permettersi una retta universitaria da 40'000 euro all'anno? Realisticamente pochi, gli altri saranno quindi costretti a auto-dirottarsi verso quei poli compatibili con il proprio portafoglio, verso le università poco attrattive per le aziende e private di tutto... A compimento di ciò sono previsti, solo nel prossimo triennio, tagli per 500 milioni di euro dal fondo di finanziamento ordinario, misura che metterà a serio rischio oltre che lo stesso funzionamento della didattica e della ricerca universitaria, anche i già non sufficienti servizi offerti agli studenti e alle studentesse. E sempre all'interno della stessa logica di svuotamento, sarà imposta la limitazione del turnover del 20% per il personale docente e tecnico-amministrativo: se da un lato si bloccherà il necessario ricambio del personale, dall'altro si elimineranno corsi di studio e branchie dell'amministrazione, il che consisterà nell'esternalizzazione di molte articolazioni universitarie, dove decideranno quindi i privati su che cosa investire... il tutto in un contesto di persistente precarietà.
Le studentesse e gli studenti torinesi si sono mobilitati fin da subito per opporsi a queste misure. Con l’inizio di alcune lezioni, lunedì 22 settembre, in molte aule di Psicologia, Lettere e Filosofia, Scienze della Formazione, il “blocco della prima ora” ha avuto un ottimo riscontro tra studenti e docenti, che hanno dedicato le prime ore di lezione dell'anno accademico alla conoscenza della legge 113 e alla sottolineatura delle sue criticità, creando preoccupazione ma anche l'indignazione necessaria che ha portato allo svolgimento, nel pomeriggio stesso, di una partecipata e vivace assemblea studentesca. Un comunicato stampa ha reso pubblico quanto emerso dalla discussione e dal confronto: continuare la mobilitazione nell'università, l'attività di informazione sulla legge, l'agitazione tramite banchetti e iniziative. L'Assemblea No Gelmini, questo il nome che si è data, per ottimizzare il coordinamento e lo scambio di informazioni, ha deciso di costruire una mailing-list (per info: assembleanogelmini@gmail.com) e un blog (assembleanogelmini.blogspot.com). Si è inoltre deciso che l'assemblea avrà un carattere periodico, per dare sempre maggiore forma alla sigla racchiudente collettivi e singoli studenti, ed è stato indetto un presidio per lunedì 6 ottobre in Rettorato, in concomitanza con la seduta del Senato Accademico, per esercitare pressioni e richiedere una presa di posizione chiara da parte del massimo organo accademico, dal quale dipende “la suprema decisione” sulla sorte dell'università di Torino... La mobilitazione degli studenti e delle studentesse, insieme agli altri soggetti dell'ateneo, diventa quindi di fondamentale importanza, per condurre una dura battaglia contro chi vuole smantellare l'università pubblica. L'invito è quello a partecipare alle assemblee ed alle iniziative che man mano verranno rese note sia attraverso il blog che lungo l'università. I primi appuntamenti sono:
LUNEDI 29 SETTEMBRE ore 16, Palazzo Nuovo, via sant'Ottavio 20
RIUNIONE DELL'ASSEMBLEA NO GELMINI
LUNEDI' 6 OTTOBRE, ore 15, Rettorato, via Po 17
PRESIDIO IN CONCOMITANZA DEL SENATO ACCADEMICO
Assemblea No Gelmini
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