Prima mobilitazione dell'università torinese: sciopero dei bibliocooperativisti, "per il mantenimento di salario e lavoro, contro i tagli preannunciati dal governo Berlusconi". Studenti solidali, verso la battaglia contro il dl Gelmini.
Prima mobilitazione dell'università di Torino: biblioteche chiuse, lavoratori e lavoratrici in sciopero. Iniziativa che arriva in seguito alla decisione del Consiglio di Amministrazione dell'ateneo di ridurre del 10% i fondi destinati al personale delle biblioteche, seguendo le indicazioni arrivate dal ministro Brunetta e il disegno di ristrutturazione del ministro Gelmini.
Questa mattina la protesta è partita con uno speakeraggio nell'atrio di Palazzo Nuovo e con la continuazione dell'attività di raccolta firme e di sensibilizzazione. Oltre 200 precari, facenti parte delle cooperative detentrici dell'attuale appalto per la gestione delle biblioteche, hanno affollato l'ingresso dell'università per un paio d'ore. Dopodichè la manifestazione si è mossa in corteo fin sotto il rettorato, raccogliendo la partecipazione di alcuni lavoratori strutturati dell'università, docenti, ricercatori e studenti, che si sono aggregati alla spicciolata nella mattina, nonostante l'università non riscontri ancora i grandi numeri che si avranno solo con il via delle lezioni. Il corteo, giunto in rettorato, ha varcato gli ingressi per portare le sue rivendicazioni nel cortile interno dell'edificio, mentre una delegazione di bibliocooperativisti è stata ricevuta dal vice-rettore Roda e dalla segretaria del rettore Pelizzetti, ancora una volta "latitante". L'esito dell'incontro, nonostante le rassicurazioni e l'attenzione promessa, non è stato ritenuto sufficiente nonostante sembra aprirsi la possibilità di aprire un tavolo di trattative. I precari han fatto presente che saranno mantenute in piedi le mobilitazioni, nell'attesa di capire come l'università vorrà muoversi su questo versante. È stata comunque valorizzata la mobilitazione, che ha dato dei riscontri importanti per gli scioperanti, riuscendo nell'intenzione di tener chiuse le biblioteche per tutta la giornata, raccogliendo la solidarietà di molti.
Data la situazione di agitazione che sta percorrendo da quest'estate i vari soggetti dell'università, è da sottolineare come l'iniziativa di questa mattina abbia trovato la solidarietà e l'appoggio dei collettivi studenteschi, che hanno partecipato alla mobilitazione esprimendo la ferma contrarietà al decreto legge Gelmini, rilanciando verso le assemblee ed iniziative in programma nelle prossime settimane, per muovere un'opposizione forte all'ennesimo atto di demolizione dell'università pubblica, opera dalla quale le vicende riguardandi le biblioteche ed i suoi lavoratori sono strettamente legate.
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