Segue il volantino distribuito in piazza Vittorio nella sortita alla "Notte dei ricercatori", evento che istituzioni e privati organizzano ogni anno per "celebrare" la ricerca e i suoi scenziati... niente di più ipocrita..
Il tramonto della ricerca?
In questa giornata internazionale dedicata ai ricercatori, tutte le figure che a vario titolo svolgono attività di ricerca e di supporto ad essa (dottorandi, assegnisti, ricercatori, professori, tecnici, amministrativi...) si sentono in lutto.
Nonostante l’Italia spenda 8000 $ per studente universitario contro gli 11.500 $ dei paesi OCSE, un decreto legge, convertito nella legge 133 del 6/8/2008, senza una seria valutazione dell’efficacia del sistema universitario, prevede che:
- nei prossimi anni venga assunto 1 solo dipendente ogni 5 che andranno in pensione (art. 66, comma 13)
- il finanziamento per l’Università subisca una drastica riduzione di circa un miliardo e mezzo di euro in 5 anni (art. 66, comma 13)
- le Università si possano trasformare in fondazioni private che acquisiscono gratuitamente tutti i beni dell’Università pubblica (art. 16)
La stessa legge prevede per gli Enti Pubblici di Ricerca (come il CNR e l'INFN), come per tutte le altre amministrazioni dello Stato, una riduzione del personale pari almeno al 10%. Di fatto, anche tali Enti per alcuni anni si troveranno nell'impossibilita' di assumere nuovi ricercatori.
QUALI CONSEGUENZE?
- Solo pochissimi giovani potranno entrare nel mondo della docenza e della ricerca (universitaria e non), con ulteriore aggravamento della precarietà e della “fuga dei cervelli”
- Docenti, ricercatori e tecnici/amministrativi saranno sempre meno e sempre più vecchi
- Sarà impossibile mantenere gli attuali livelli di ricerca, didattica e dei servizi con conseguenze disastrose per l’innovazione e la crescita del Paese
- La privatizzazione comporterà forti condizionamenti sia della didattica sia della ricerca e determinerà un aumento delle tasse universitarie (attualmente in Italia l’Università privata costa agli studenti circa 4 volte più dell’Università pubblica)
Tutti i provvedimenti previsti dalla legge non sono finalizzati quindi a migliorare il sistema Università e ricerca ma solo a risparmiare soldi con l’effetto di mortificare tutti coloro che con passione vi lavorano e di smantellare in modo irreversibile ricerca e insegnamento pubblici in Italia.
Studenti, dottorandi, precari, tecnici/amministrativi, professori e ricercatori
dell'Università di Torino e degli enti di ricerca
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