Lo scenario dentro il quale l'Onda si è trovata è stato quello della militarizzazione, della difesa del "fortino rettorato" per manu militari. All'uscita, in corteo, da Palazzo Nuovo, gli studenti hanno trovato davanti i loro occhi lo schieramento esorbitante di forze dell'ordine, mobilitate per impedire l'avvicinamento al luogo in cui si è tenuta la cerimonia. Una dimensione che non ha però per nulla intimorito gli studenti e le studentesse, tutti determinati nel porre l'attenzione sul non senso dell'inaugurazione, sulle responsabilità delle autorità accademiche.
Inaugurazione fuoriluogo di fronte alla mannaia pendente sull'università pubblica, che già comincia a risentire dei primi "effetti Gelmini" sulla sua tenuta di sistema, con un buco in bilancio di 30 milioni di euro che svela la realtà ben poco virtuosa dell'università di Torino e con le prime ricadute in termini di disservizi per gli studenti (vedi caos per compilazione carico didattico). Responsabilità politica innanzitutto del rettore Pelizzetti, fanatico asservitore delle logiche istituzionali, incapace di prendere una posizione di contrapposizione ai provvedimenti governativi e desideroso di mantenere lo status quo espressione delle logiche aziendalistiche e baronali che governano i piani alti dell'università. I vertici accademici hanno palesato anche una volta la volontà di scaricare i costi dell'impasse universitario verso il basso, verso studenti e lavoratori, i quali però oggi hanno ribadito ancora una volta che non presteranno il fianco al crisi sistemica che sta attraversando anche il nostro paese.
Non possiamo accontentarci dei palliativi enunciati dal rettore: la rinuncia all'indossamento degli ermellini e il tono "sommesso" dell'inaugurazione non posso essere una risposta all'altezza per l'Onda. E poi la difesa della cerimonia con il pretesto della democrazia: abbiamo visto qual'è stata la democrazia universitaria quest'oggi! l'esclusione degli studenti e delle studentesse e la polizia a guardia del rettorato! Un rituale accademico che non può che esser visto come svuotato del corpo vivo dell'università, di coloro che quotidianamente l'attraversano e la fanno vivere. Ancora una volta si è consumata quest'oggi la contrapposizione tra chi ha interesse a difendere i propri privilegi e chi non ha privilegi ma un futuro da immaginare e costruire.
L'Onda Anomala torinese non può quindi che rivendicare l'azione di disturbo e contestazione di quest'oggi, messa in campo innanzitutto con la pratica prima dell'Onda, il blocco del centro cittadino, nell'imprevedibilità del suo percorso e nell'assedio ai margini del rettorato, con il fronteggiamento determinato di fronte alle forze dell'ordine, riuscendo a superarle in più di un'occasione, resistendo alle cariche, con l'entrata di un gruppo di studenti dentro l'aula cerimoniale, contestanto l'inaugurazione e mettendo il rettore di fronte alle proprie responsabilità eluse.
In conclusione riteniamo doveroso e necessario andare a sottolineare la responsabilità del rettore Pelizzetti per quel che è successo stamattina: l'università ha risposto agli studenti con la polizia, escludendoli da una cerimonia alla quale sarebbero stati gli unici legittimati a parteciparvi. La mareggiata dell'Onda ha nuovamente attraversato la città di Torino, bloccandola e venendo duramente caricata in via Po dalla polizia. Circostanza nella quale è stato fermato e denunciato Benni, redattore di Radio BlackOut, verso il quale esprimiamo la nostra più viva solidarietà. L'Onda ha avuto la forza di ottenere la sua immediata liberazione, rimanendo in piazza.
Dopo la giornata di quest'oggi, dopo l'autunno di occupazioni assemblee e cortei, l'Onda di Torino è quindi tornata in forza, riportando tutta la sua determinazione e vivacità in opposizione ad un'inaugurazione dell'anno accademico che abbiamo ragione di ritenere come assolutamente inopportuno.
Il prossimo appuntamento dell'Onda sarà mercoledi 4 febbraio alle 17:30 a Palazzo Nuovo con l'Assemblea No Gelmini. Seguirà l'assemblea cittadina convocata dal collettivo Oltre verso la manifestazione torinese del 13 febbraio dei metalmeccanici. Momento di incontro, quest'ultimo, per il quale l'università ha negato l'apertura serale di Palazzo Nuovo: gli studenti e le studentesse dell'Onda sono per questo determinati a mantenere aperta la sede delle facoltà umaninistica.
se ci bloccate il futuro noi blocchiamo la città!
Assemblea No Gelmini - Onda Anomala Torino