lunedì 24 novembre 2008

La sicurezza che manca... e uccide!

Rivoli, Torino: la sicurezza che manca... e uccide!
Torino, crolla il tetto di un liceo: 1 morto e 4 feriti gravi.

Ecco cosa produce la politica dei tagli e dell'obbedienza alla razionalità economica posta di fronte a tutto. Mentre la maggior parte delle scuole italiane presenta carenze strutturali sul piano della sicurezza e della messa a norma, il governo Berlusconi continua imperterrito nella sua politica di rigore e scrifici... a spesa di tutt*, specie di quel poco che ancora residua come "pubblico", scuola in primis.

Il bilancio provvisorio dell’incidente porta le cfre di un bollettino di guerra: un morto e 4 feriti gravi; 20 i feriti complessivi. La vittima si chiamava Vito Scafidi, un ragazzo di 17 anni. Il crollo è avvenuto nella quarta G del liceo scientifico "Darwin" di Rivoli, cittadina alle porte del capoluogo piemontese, durante l'intervallo.

Istituzioni e politici già si accalcano con le dichiarazioni rituali, le stesse di sempre: "un fatto gravissimo", "accertare le responsabilità", "colpa del vento". Un cedimento strutturale - non il vento o il maltempo - sarebbe invce la causa del crollo secondo i vigili del fuoco.
E mentre a nessuno in alto viene in mente di imputare le responsabilità a decenni di politiche di taglio dell'infrastruttura sociale pubblica, già si fa avanti il solito Guarniello, faccia buona della Magistratura per preservare una presentabilità del sistema. Ma non sarà questa "faccia buona" delle istituzioni a riportare in vita un ragazzo che aggiungiamo al computo infinito e quotidiano dei morti sul lavoro per carenze di sicurezza, mentre Gelmini (che annuncia una visita in loco nel pomeriggio per strumentalizzare a proprio vantaggio la tragedia), Tremonti e Brunetta ripetono come un mantra la solita litania: "tagli,tagli,tagli"...


"Di scuola e di lavoro non si può morire!"
Irruzione al film festival. Corteo selvaggio blocca il centro città.

Una partecipata assemblea svoltasi a palazzo nuovo di genitori, ragazzi del liceo Darwin compagni del ragazzo morto, studenti dell'onda, si è trasformata in un corteo spontaneo che sta attraversando il centro cittadino. Il corteo ha interrotto una proiezione del Torino Film Festival con lo slogan "Di scuola e di lavoro non si può morire" e "Da rivoli alla Thyssen per non dimenticare". Immediato quindi il riferimento al corteo in ricordo del rogo della Thyssen un anno fa in cui perirono 7 lavoratori bruiciati vivi che si terrà il 6 dicembre.

Mentre un governo sordo non fa altro che strumentalizzare anche questo episodio per mezzo del suo Ministro che ieri ha fatto visita alla scuola, il movimento già conosce le vere resposbilità di questa ennesima vittima di politiche decennali di tagli all'istruzione pubblica e lo fa riprendendosi le strade e gridando a gran voce: "Andiamo a scuola per imparare non per farci ammazzare!!"

Questa sera una fiaccolata silenziosa in ricordo della vittima ed in sostegno ai feriti si terrà a Rivoli alle h 21.

venerdì 21 novembre 2008

Comunicato dell'Assemblea No Gelmini del 21 novembre 2008

Come Assemblea No Gelmini esprimiamo totale solidarietà e appoggio a quegli studenti romani che sono stati coinvolti in inchieste giudiziarie in seguito agli eventi di Piazza Navona: tutta l'Italia ha potuto assistere alla strumentalizzazione di quegli eventi portata avanti dai media e dai politici di parte che ricoprono ruoli importanti nel nostro governo. Ribadiamo come l'antifascismo sia uno dei valori imprescindibili di quest'assemblea, insieme al carattere apartitico ma comunque politico della mobilitazione.

L’assemblea no Gelmini tenutasi giovedì 20 Novembre 2008, presso la sede delle facoltà occupate di Agraria, Veterinaria e Scienze Forestali ha confermato la determinazione del movimento torinese a continuare la mobilitazione. Gli interventi che si sono succeduti in assemblea hanno comprovato la maturità di questo movimento che, arrichito dall'assemblea nazionale tenutasi alla Sapienza all’indomani della grande manifestazione a Roma, sta lavorando per dare gambe all’autoriforma dell’università.
Il “Cantiere dell'Onda” è la struttura entro la quale ci si è suddivisi in gruppi di lavoro, partendo dai workshop che a Roma hanno visto la partecipazione di migliaia di studenti e arrichendoli con l'esperienza che oramai da mesi stiamo facendo sul nostro territorio.

L’assemblea ha rilanciato la mobilitazione universitaria focalizzando l’attenzione di tutti gli studenti e le studentesse intorno alle principali date che si succederanno fino a metà Dicembre:
-il 28 Novembre, giornata di mobilitazione nazionale, l’Assemblea no Gelmini organizzerà un’iniziativa presso la sede centrale della banca San Paolo di Torino, volta a rappresentare il significato dello slogan che più volte ha contraddistinto i cortei di tutta Italia: “noi la crisi non la paghiamo”. Pensiamo che i responsabili di questa crisi non siano i soggetti sociali che ad oggi ne stanno pagando le conseguenze (studenti, operai, precari, migranti...) e che quindi la crisi la debbano pagare coloro i quali l'hanno provocata quindi le banche, le imprese, i governi ed i baroni;
-il 6 Dicembre gli universitari torinesi manifesteranno insieme agli operai della Thyssenkrupp per ribadire, se ancora ve ne fosse bisogno, che di lavoro in Italia non si può morire come avvenuto a Torino a un anno di distanza dalla tragedia dell’acciaieria torinese; sempre il 6 dicembre, nel pomeriggio, parteciperemo al corteo NO TAV a Susa per riaffermare che la TAV non si farà e per portare avanti un discorso a difesa dell'acqua, dell'ambiente e della salute di tutti noi;
-il 12 Dicembre a Torino, come nel resto di Italia, gli universitari parteciperanno in massa allo sciopero generale indetto dai sindacati, consapevoli del fatto che senza la nostra mobilitazione, quasi sicuramente questo sciopero non sarebbe stato indetto dalle sigle appena citate;
-infine il 13 Dicembre l’Assemblea no Gelmini bloccherà l'inaugurazione dell'anno accademico: nella seduta del 13 Novembre 2008 il Senato Accademico, riunitosi in seduta allargata, non ha accolto alcuno dei punti e delle mozioni presentate dall’Assemblea no Gelmini in quella sede. La decisione di inaugurare l’anno accademico rappresenta la chiara volontà politica del maggiore organo accademico di Torino di scegliere un percorso di netta contrapposizione a tutte le posizioni assunte da questa assemblea. Come studenti e studentesse dell’Università di Torino non possiamo che esprimere il nostro più totale dissenso ripetto a questa decisione e all’atteggiamento di insufficienza che l' ha accompagnata.
Infine, probabilmente il 29 Novembre, nell’atrio di Palazzo Nuovo si terrà una grande evento per raccogliere i fondi ancora necessari per saldare il debito che abbiamo con Trenitalia. A questo evento inviteremo sul palco operai, precari e lavoratori in lotta.

La prossima Assemblea no Gelmini si terrà presso l’aula magna di Fisica alle ore 17,00 il 27 Novembre e in tale data verranno discusse modalità e iniziative con cui partecipare agli appuntamenti riportati più sopra.

Assemblea no Gelmini, Torino

mercoledì 19 novembre 2008

Saperi in conflitto



Saperi in conflitto

ore 21. atrio di Palazzo Nuovo Occupato

intervengono:
- Giggi Roggero, collettivo Edu-factory
- Paolo Do, Onda Anomala de La Sapienza

martedì 18 novembre 2008

L'Onda non si ferma, verso l'autoriforma dell'università!


Una marea di studenti e studentesse di ogni parte d'Italia ha partecipato ed invaso la cittadella universitaria de La Sapienza di Roma per due giorni di assemblee e workshop. Momenti assembleari arrivati sulla spinta non solo della miriade di mobilitazioni a livello locale portate avanti nelle università e nelle città attraversate dall'Onda, ma soprattutto dopo il corteo nazionale del 14 novembre, conclusosi con l'assedio di Montecitorio.

Autoriforma, questa la parola d'ordine che ci si è dati, il passo in più che un movimento come quello dell'Onda Anomala è, non solo in grado, ma anche determinato a compiere. La costituente di quest'autoriforma ha trovato la sua prima espressione nella due giorni romana, un processo proveniente da tutti quei percorsi e quelle pratiche che gli studenti e le studentesse si erano già dati soprattutto alla luce delle mobilitazioni precedenti, No Moratti su tutti.

A partire da oggi, con il ritorno nelle proprie facoltà sotto occupazione, inizierà una seconda fase del percorso in opposizione alla "controriforma Gelmini", con la discussione sulle articolazioni dell'autoriforma dell'università negli unici spazi decisionali degli studenti (le assemblee) e con la continuazione delle mobilitazioni nelle città ("blocchiamo tutto"), verso la prossima scadenza di respiro nazionale già datosi (28 novembre), in direzione dello sciopero generale del 12 dicembre.

Oltre alle due assemblee plenarie svoltesi in apertura e chiusura della due giorni a La Sapienza, tre sono stati i workshop tenutesi all'interno di questa: didattica, welfare e ricerca. Ore e ore di assemblee che hanno fatto confluire le ricchezze delle diverse componenti del movimento in tre documenti stillati da ogni tavolo di confronto; le basi da cui, a partire da oggi, con ancora più forza, l'Onda Anomala riparte, verso l'autoriforma dell'università!

"Siamo l'Onda che autoriforma l'università!"

giovedì 6 novembre 2008

Lettera aperta dei No Tav e dei No Dal Molin


Lettera aperta agli studenti, ai precari, agli insegnanti, ai genitori impegnati nella difesa di un bene comune: la scuola e l’universita’

Vi abbiamo visto nelle strade e nelle piazze delle nostre città. Abbiamo incrociato i vostri sguardi e abbiamo ritrovato la nostra determinazione: quella di chi non cerca un privilegio ma con il proprio impegno difende l’oggi di se stesso e il domani di tanti altri.
Siamo donne e uomini di Vicenza, della Val di Susa e di tante altre realtà riunite nel Patto di Mutuo Soccorso mobilitate in maniera permanente per difendere la nostra terra e la nostra acqua, le nostre città, le nostre valli e il nostro futuro: che si tratti di nuove basi militari, di nuove linee ad alta velocità, di nuove discariche e nuovi inceneritori, di sorgenti svendute al miglior offerente o di quant’altro poco cambia: beni comuni sottratti alla collettività, spazi di democrazia cancellati.

In questi anni abbiamo imparato a guardarci intorno, a conoscere e interrogare. Vogliamo capire e imparare, costruire e creare. Come voi ci riuniamo in assemblea. Come voi cerchiamo di valorizzare la nostra creatività e la nostra diversità. Come voi difendiamo beni comuni che i governi vorrebbero sottrarci: l’accesso ai saperi per regalarlo ai profitti dei privati, il territorio per svenderlo ai militari statunitensi o al partito del tondino e del cemento, l’acqua per consentire nuovi enormi profitti alle grandi multinazionali. Come voi puntiamo sulla forza della ragione e della verità e pratichiamo metodi di lotta pacifici.

Nella nostra mobilitazione abbiamo conosciuto l’utilizzo distorto delle informazioni e delle conoscenze; ci vorrebbero disinformati e ignoranti per imporci scelte devastanti a nostra insaputa. Difendere l’accesso ai saperi e l’istruzione, allora, significa difendere la possibilità di ognuno di noi a opporsi e indignarsi di fronte alle tante imposizioni quotidiane ai danni delle donne e degli uomini che vivono le nostre città, le nostre campagne, le nostre valli e le nostre montagne.

Vi abbiamo visto nelle strade e nelle piazze delle nostre città e come un’onda travolgere silenzi compiacenti e sguardi indifferenti. La vostra onda incrocia le nostre onde, le risorse che vogliono sottrarre alla scuola e all’università vorrebbero utilizzarle per nuove devastanti grandi opere inutili e dannose; difendere la scuola pubblica da questo ennesimo tentativo di scippo è il vostro e anche il nostro obiettivo, la vostra resistenza rafforza le nostre resistenze e viceversa. Le nostre onde seguono la stessa rotta: quella che ha come meta la difesa dei beni comuni, della partecipazione e della democrazia.
Il futuro è nelle nostre mani.

6 Novembre 2008

Presidio permanente No Dal Molin
NOTAV Valle di Susa

All'interno della giornata di mobilitazione nazionale degli atenei in lotta contro la "controriforma Gelmini", l'Assemblea No Gelmini indice un corteo per le vie della città, che si dirigerà al Politecnico di Torino, in piazza del Fante, dove l'Assemblea No Tremonti darà luogo alla contro-inaugurazione dell'anno accademico...ù

Appuntamento alle ore 9 a Palazzo Nuovo

L'università in rivolta!


Incontro con le università in rivolta: Bologna, Roma, Pisa, Statale. Parteciperà una studentessa francese protagonista delle mobilitazioni (vittoriose) contro il Cpe nel 2005.

Ore 21:30, Palazzo Nuovo Occupato

Presidio contro il ministro Meloni!


Il ministro della gioventù parteciperà ad un incontro su giovani, casa e precarietà...

Gli studenti medi hanno lanciato il presidio di contestazione, gli studenti universitari parteciperanno al pomeriggio di opposizione contro la presenza del ministro Meloni!

Appuntamento alle 14:30 sotto Palazzo Lascaris, sede del Consiglio regionale

martedì 4 novembre 2008

Occupazione palazzina Einaudi


- Laboratorio Permanente Libero Sapere Critico -
 
L’attuale attacco che il governo sta portando avanti nei confronti della scuola (legge 137 e provvedimenti inseriti nella 133) rappresentano l’atto esemplare di una degenerazione al tempo stesso antropologica e culturale che vede nel nostro paese una sua manifestazione radicale.

Il disegno che si viene delineare è il tentativo di smantellare l'odierno sistema d'istruzione, ultimo baluardo dove resistono, seppur a fatica, spazi realmente pubblici, dove l’aggettivo pubblico rimanda all’idea di luogo di confronto e discussione liberato da logiche di mercato quali competitività, profitto, utilità.

Nel percorso di formazione l’università resta ad ora, pur nelle sue mille contraddizioni, il punto più alto dove studenti e studentesse nello studiare, nel condividere, nel interrogarsi, nel confrontarsi, riescono a produrre letture critiche del contesto contemporaneo. E' su questa idea di formazione che fa perno la nostra mobilitazione, il nostro netto rifiuto agli attuali provvedimenti legislativi. Non dimentichiamo che essi rappresentano forse l'ultimo tassello, sicuramente il punto di non ritorno, di un progetto sorretto da dettami e accordi europei che dal processo di Bologna in poi hanno ridefinito l'architettura del sistema formativo dalle scuole elementari fino ai massimi livelli di specializzazione. In Italia detto processo evoca nomi noti come Berlinguer, Zecchino, Moratti. E' da questa consapevolezza che la nostra lotta non si limita alla salvaguardia dell'esistente, al mantenimento dello status quo.

L’occupazione della Palazzina Einaudi, sede universitaria delle facoltà di Scienze Politiche e Giurisprudenza, si presenta come esigenza che risponde alla necessità della creazione di un Laboratorio nel quale ripensare e attuare la nostra idea di università, totalmente opposta all’idea di istruzione che l’attuale governo sta portando avanti.

Pensiamo alle nostre facoltà come luoghi dove una civiltà si interroghi sui problemi che l'assillano, sicuri che l'arte del porsi domande stia alla base di società che hanno l'ambizione di fornire risposte collettive ai disagi dei propri componenti.

Crediamo all'idea che i nostri Atenei siano tante agorà  intese come spazi nei quali nascono e prendono forma idee quali “bene pubblico”, “società giusta”, “valori condivisi”. Siamo inoltre convinti che siano le università, nella loro unica possibile accezione di patrimonio comune dell'umanità, i contesti votati a immaginare delle alternative che ricerchino con ostinazione il miglioramento delle condizioni e della qualità di vita degli abitanti del pianeta. E' per queste, ed altre ragioni, che l'istruzione e la ricerca debbono essere pubbliche, escluse da meccanismi di mercato quali la riduzione a merce e l'asservimento alle logiche del profitto economico.

La volontà di far nascere, all'interno dell'occupazione della palazzina Einaudi, un Laboratorio Permanente per il Libero Sapere Critico, è stata una scelta obbligata figlia di un ragionamento politico collettivo che necessita di uno strumento capace di innescare dinamiche propositive.

Collettivo “Bonobo” di Scienze Politiche – Collettivo di Giurisprudenza 

COMUNICATO ASSEMBLEA NO GELMINI _ Un'altra occupazione a Torino!


L’Assemblea no-Gelmini tenutasi in data odierna presso la Palazzina Einaudi ha registrato nuovamente l’ampia partecipazione degli studenti e delle studentesse universitarie, provenenti da tutte le facoltà dell’Ateneo torinese e soprattutto...una nuova sede occupata! Da questo pomeriggio, infatti, anche la Palazzina Einaudi, sede congiunta di Scienze Politiche e Giurisprudenza, è in stato di occupazione e vedrà durante tutta la settimana a venire un fitto calendario di iniziative di contro-informazione, dibattiti, cineforum, assemblee. 
Gli interventi che si sono succeduti durante l’assemblea hanno unanimemente riconosciuto ed evidenziato l’enorme successo riscosso dalla partecipazione degli universitari ai cortei del 28 e del 30 Ottobre 2008. Entrambe le date infatti hanno sancito un punto di svolta per il movimento universitario torinese, ormai consapevole della sua forza e mai come ora sicuro nella sua determinazione. 
Gli studenti e studentesse hanno condiviso con il resto dell’assemblea la varietà delle iniziative promosse nelle diverse facoltà per poi rilanciare la partecipazione unitaria nei prossimi appuntamenti che vedranno protagonisti l’assemblea nella prima metà di Novembre. In particolare, il 7 Novembre l’assemblea no-Gelmini parteciperà alla controinaugurazione dell’anno accademico del Politecnico con un corteo che, partendo dalle diverse sedi di Facoltà, così come già avvenuto il 28 ottobre, riunirà nuovamente gli studenti di tutta l’Università di Torino, per saldare ancora una volta le mobilitazioni con quelle promosse dall’assemblea no-Tremonti. 
L'Assemblea ha anche deciso di partecipare  a titolo consultivo con una delegazione all'Assemblea convocata a Firenze l'8 novembre. I delegati saranno esclusivamente portavoce del documento elaborato per il corteo del 30 ottobre e già condiviso dall'Assemblea.
Il 13 Novembre presso il Rettorato si terrà il Senato Accademico allargato e in questa sede l’assemblea no Gelmini avanzerà le proposte condivise tra gli studenti per chiedere agli organi accademici di sostenerle responsabilmente.
Siamo consapevoli che i numeri e la qualità della mobilitazione finora raggiunti non hanno fatto tornare il governo sulle scelte che stanno decretando la svendita dell’Università italiana.  E' altrettanto forte la consapevolezza che mai come in questo momento solo l’unione dell’intero movimento comporterà il conseguimento delle istanze che stiamo rivendicando e la tutela di quei diritti per i quali ci stiamo battendo.    
I particolari  corteo del 7 e della controinaugurazione del politecnico, così come la partecipazione alla costruzione dell'iniziativa contro la Festa delle Forze Armate prevista per il 9 novembre, saranno meglio definiti in occasione della prossima assemblea no-Gelmini, convocata per il giorno 5 Novembre alle ore 19,30 a Palazzo Nuovo.

Torino, 3 novembre 2008
Assemblea no-Gelmini

DOCUMENTO ASSEMBLEA NO-GELMINI _ IL NOSTRO FUTURO NON PUO' ESSERE DELEGATO!


Dal mese di settembre l'assemblea no-Gelmini dà voce agli studenti e alle studentesse dell'Ateneo torinese che vogliono reagire di fronte alla minaccia rivolta contro  l'Università pubblica italiana dagli articoli 16 e  66 (comma 7 e 13) della Legge Finanziaria 
(legge 133/2008) approvata in Senato il 6 agosto 2008.

Nel corso di questo mese di mobilitazione, l'Assemblea no-Gelmini ha riunito studenti e studentesse provenienti da tutte le facoltà dell'Università degli studi di Torino. All'Assemblea, contenitore di idee e strumento di coordinamento della mobilitazione, partecipano i singoli studenti, i collettivi, le associazioni e le liste di rappresentanza che si sono riconosciuti, indipendentemente dalle proprie peculiarità, nell'assemblea stessa. L'indignazione suscitata dal gravissimo attacco mosso all'Università pubblica ha ispirato in tutti noi un clima di assunzione di responsabilità, grazie alla quale sono state superate le difficoltà dovute ai molteplici punti di vista ed alle differenti appartenenze e sensibilità.

In questi giorni si stanno sprecando speciali televisivi, editoriali sulla carta stampata che ritraggono paralleli tra la nostra mobilitazione e le lotte del'68. Pur riconoscendo  e condividendo lo spirito, le battaglie, gli obiettivi e  le vittorie della “generazione infinita”, siamo consapevoli che oggi il contesto in cui si sta sviluppando la nostra lotta è di tutt'altra natura.
Le differenze appaiono subito evidenti: negli anni '60 quegli studenti e quelle studentesse  si rivoltarono contro la generazione dei loro padri.  Noi, oggi, ci troviamo paradossalmente ad invidiare i nostri genitori e le loro antiche sicurezze. Per i ragazzi del Sessantotto immaginare un futuro migliore, lottare per esso era un obbligo che il loro tempo imponeva; noi siamo stati definiti generazione  “no future”, senza futuro. Oggi essere studenti e studentesse e lottare immaginando un altro futuro è già di per sé un atto di coraggio. Vorrebbe esserci negata la possibilità stessa di immaginare l'alternativa. La nostra mobilitazione vuole riprendersi questa possibilità e nel farlo  sta agendo un altro modo di praticare la politica e di dare senso a quest'ultima.
La vera novità di cui tutti gli analisti, i mezzi di informazione dovrebbero parlare sta proprio nell'autonomia che questo movimento si sta ritagliando rispetto a tutto ciò che l'ha preceduta: la nostra generazione è forse la prima che si è scrollata di dosso la pesante eredità del'68 fatta di paternalismo verso le generazioni successive. 

A partire da tali rilievi, ribadiamo l'assoluta indipendenza dell'Assemblea no-Gelmini da qualsiasi formazione istituzionale, partito o sindacato che sia. Ritroviamo proprio in questa autonomia la nostra forza e spinta propositiva.  
L'Assemblea rivendica però al tempo stesso la sua forte politicità  nel contrastare gli attuali provvedimenti e nell'inserire la propria azione in un processo di cambiamento. Politicità che la porta a considerare come punti di partenza per un qualsiasi discorso propositivo l'adesione ai principi dell'antifascismo, dell'antirazzismo e dell'antisessismo.  Questa netta e definitiva presa di posizione dell'Assemblea vuole essere un modo per chiarire definitivamente che quegli studenti dell'estrema destra che in questi giorni stanno cercando strumentalmente di cavalcare il movimento  non sono assolutamente rappresentativi del nostro comune sentire. I nostri contenuti non possono che essere differenti da quelli di coloro che, al di dentro o al di fuori del Parlamento, si fanno promotori di classi differenziate per i bambini immigrati nelle scuole primarie  o che da sempre rivendicano privilegi per pochi e nostalgicamente si rifanno al Ventennio Fascista.  Con tutti costoro l'Assemblea non intende in alcun modo essere confusa,  nonostante l'avversità da loro  in certe occasioni espressa nei confronti dei provvedimenti legislativi di cui sopra.
La consapevolezza del nostro agire politico, d'altra parte, si riscontra anche nel legare questa lotta ad un ragionamento più ampio che porta a riflettere sulla crisi del sistema economico mondiale e sui soggetti che ne pagheranno le conseguenze. L'istruzione pubblica non dovrà pagare colpe di altri.      La crisi economica è la dimostrazione del fallimento di un modello che ha come primi interpreti coloro che oggi propongono solamente nuovi tagli. 
Siamo consapevoli che i provvedimenti contenuti nella legge 133/2008 sono solamente l'ultimo tassello di un disegno ben preciso che ha visto il suo inizio già con gli anni  '90 (legge Ruberti, 1990). L'obiettivo è il progressivo smantellamento del settore pubblico, di cui sicuramente l'istruzione è uno dei settori strategici. Privatizzare quest'ultimo, e di conseguenza inserirlo in un contesto di libero mercato, significa considerare la formazione al pari di qualunque altra merce, svilendone così il suo carattere di bene comune.   L'istruzione è uno dei più importanti modi con cui ogni individuo acquisisce la consapevolezza della propria condizione sociale e sviluppa la capacità critica necessaria a impedire la riduzione del suo status di cittadino a quello di suddito.
   
La Legge 133/2008 è dunque un punto d'arrivo e al tempo stesso punto di non ritorno. Questa nostra battaglia acquisisce un significato particolare perché si tratta forse di una delle ultime occasioni  in cui la contesa è l'affermazione o meno di un diritto fondamentale. 

L’Assemblea no-Gelmini di Torino ribadisce, dunque, la necessità di intensificare la mobilitazione in ogni sede universitaria a livello nazionale per un completo ritiro del provvedimento e intende essere luogo di elaborazione e costruzione di un’Università differente da quella presente e passata.
L’Università che vogliamo è spazio realmente pubblico, dove ogni forma di criticità è ammessa e non esistono meccanismi di esclusione sociale: tutta la popolazione presente in Italia, di qualsiasi estrazione sociale, reddito, appartenenza linguistica ed origine geografica deve aver diritto ad un libero accesso all’istruzione universitaria.
In secondo luogo, l’Università che vogliamo è basata sul confronto critico e sulla discussione, non sulla lezione frontale come nell’arcaico presente delle nostre accademie. Il seminario deve diventare il perno della vita intellettuale universitaria, che deve finalmente differenziarsi realmente dal liceo, come già avviene in molti altri paesi nel mondo. Le studentesse e gli studenti non dovranno più essere utenti, ma soggetti in grado di autovalorizzarsi nello studio e produrre effettivi avanzamenti critici in ogni settore scientifico.
In terzo luogo, l’Università italiana per cui lottiamo dovrà promuovere una ricerca libera e critica, estranea a interessi particolaristici, lobbistici e privati, ed essere luogo di socializzazione di un sapere che supera i confini tra accademia e società, tra università e metropoli, per essere ricchezza sociale comune. L’accesso alla ricerca dovrà essere liberato da ogni dinamica nepotistica e clientelare e dovrà valorizzare l’impegno, la creatività e le capacità critiche più che l’obbedienza ai dogmi in ogni disciplina, laddove esistano, e il conformismo intellettuale.
 
L’onda anomala delle facoltà torinesi occupate promuove e sostiene la nascita di collettivi studenteschi e assemblee in ogni sede universitaria, facoltà e corso di laurea, affinché si moltiplichi il dissenso, si estenda la critica, e l’Università del futuro trovi qui i mille laboratori della sua sperimentazione.


Torino, 30 ottobre 2008
ASSEMBLEA NO GELMINI  - TORINO -

COMUNICATO DELL'ASSEMBLEA NO GELMINI E NO TREMONTI DEL 29 OTTOBRE

L'Assemblea no-Gelmini riunitasi oggi e che ha visto la partecipazione anche di rappresentanti dell'Assemblea no Tremonti del Politecnico, a seguito dei recenti avvenimenti accaduti in diverse città (Milano, Roma, Pavia, Siena) che hanno visto l'irruzione di studenti di estrema destra nei cortei contro la legge 133 e il DL 137, appena convertito in legge, ritiene importante esprimere solidarietà nei confronti degli studenti no-Gelmini coinvolti.

L'Assemblea intende inoltre affermare con fermezza la propria apartiticità e rivendicare allo stesso tempo la politicità del movimento: la salvaguardia della democraticità di quest'ultimo esprime contenuti incompatibili con quelli di cui notoriamente sono portavoci determinate forze politiche, come il FUAN, il BLOCCO STUDENTESCO o i giovani del partito LA DESTRA, nonostante la loro opposizione espressa in alcuni casi ai provvedimenti legislativi di cui sopra. 

L'Assemblea infatti si fonda su principi ineludibili quali l'antifascismo, l'antirazzismo e l'anti-sessismo, che la distinguono in modo netto dai movimenti sopra citati.

Durante l'assemblea di quest'oggi è emersa la necessità di declinare pacificamente la partecipazione degli universitari al corteo di domani, portando all'attenzione generale l'espressione di alcuni contenuti chiave, quali la difesa dell'università e della ricerca pubbliche, il libero accesso a queste ultime e la formazione come bene pubblico non riducibile a merce.

La definizione delle prossime mobilitazioni e dei contenuti che le accompagneranno sono aggiornate alla prossima assemblea No-Gelmini che si terrà nell'atrio di Palazzo Nuovo Domenica 2 Novembre alle ore 20: in quella data l'Assemblea inizierà a organizzare la contro-inaugurazione dell'anno accademico indetta dall'Assemblea No Tremonti per il 7 Novembre al Politecnico e a determinare le modalità di partecipazione allo sciopero generale del 14 Novembre a Roma. 

Per la giornata di sciopero generale della scuola di domani 30 ottobre i concentramenti saranno:
ore 8.30 davanti a Palazzo Nuovo per le facoltà umanistiche 
ore 8.30 davanti a Palazzo Campana per le facoltà scientifiche
ore 8.30 in corso Duca degli Abruzzi per gli studenti del Politecnico 

Assemblea no-Tremonti /Assemblea no-Gelmini