mercoledì 29 ottobre 2008

L'Assemblea No Gelmini, come riportato dai precedenti comunicati, rilancia per i prossimi due appuntamenti cittadini contro la "controriforma Gelmini".

Il 28 ottobre verrà mantenuta la mobilitazione contro la ventilata visita del  ministro Gelmini, che ha già annunciato la sua assenza all'Unione Industriale: rivendicazione dell'ennsima vittoria parziale ottenuta e rilancio per il corteo del 30.

Il 30 ottobre sciopero generale della scuola e dell'università che vedrà confluire nel corteo torinese tutti i soggetti in mobilitazione contro la "controriforma Gelmini".

COMUNICATO STAMPA ASSEMBLEA NO-GELMINI TORINO, 28 OTTOBRE 2008


Questa mattina, una decina di studenti del FUAN si è ritrovata nel cortile del Rettorato di Torino, scortata da ingenti forze dell'ordine che impedivano l'ingresso da via Po e controllavano gli ingressi in via Verdi. Questi studenti si sono arrogati il diritto di essere rappresentativi di una parte del movimento, ergendosi a difensori del diritto allo studio degli studenti, contestando le forme di protesta che l'Assemblea, in collaborazione con i docenti, sta portando avanti. 

L'Assemblea no-Gelmini ritiene opportuno sottolineare che questi studenti non rappresentano il sentire degli studenti che hanno invece dimostrato con declinazioni diverse la loro contrarietà alla legge 133/2008, lo stesso provvedimento che in più occasioni chi stamattina si è presentato in Rettorato ha difeso. L'Assemblea intende inoltre affermare con fermezza la propria apartiticità e rivendicare allo stesso tempo la politicità del movimento che esprime contenuti incompatibili con quelli di cui notoriamente sono portavoci determinate forze politiche.

A differenza di quanto molti giornalisti hanno raccontato oggi sui quotidiani, paventando una rottura all'interno del movimento, ci teniamo a precisare che essa non si è mai verificata. Chi nel corteo romano di ieri ha intonato cori inneggiando al duce, stretti parenti di chi oggi si è presentato in Rettorato, non sono mai stati parte del movimento nè lo saranno mai. 

Assemblea No Gelmini

COMUNICATO ASSEMBLEA NO GELMINI 26 OTTOBRE 2008


L'Assemblea no-Gelmini, organo di coordinamento studentesco interfacoltà, che si è riunita ieri sera nella sede di Palazzo Nuovo ha ribadito la necessità di portare i contenuti della protesta al di fuori delle diverse sedi universitarie, così come è avvenuto sabato pomeriggio a Terra Madre e come sta avvenendo attraverso le lezioni in strada che sono programmate per tutta questa settimana in Piazza Vittorio, sotto la Mole, davanti al Museo Egizio, in piazza Carlo Alberto, nelle stazioni della metropolitana della città. Nei prossimi giorni, in linea con questa esigenza, l'Assemblea assumerà inoltre una forma itinerante, recandosi di volta in volta nei luoghi di lavoro, nei supermercati, nei mercati di quartiere, nelle stazioni e in altri luoghi della città.

L'Assemblea ha sentito il bisogno di esprimere in modo perentorio la sua apartiticità, rifiutandosi di subire strumentalizzazioni e cappelli istituzionali, ritenendo, piuttosto la spontaneità e la pluralità il punto di forza di questo movimento. L'Assemblea ha però rivendicato la sua forte politicità nel contrastare gli attuali provvedimenti e nell'inserire la propria azione in un processo di cambiamento.  La consapevolezza del suo agire politico si riscontra anche nel suo legare questa lotta ad un ragionamento più ampio che porta a riflettere sulla crisi del sistema economico mondiale e sui soggetti che ne pagheranno le conseguenze. L'istruzione pubblica non dovrà pagare colpe di altri.

Nonostante la probabile assenza del Ministro Gelmini a Torino, l'Assemblea, in concerto con tutto il mondo della scuola, ritiene importante mantenere tale data, martedì 28 ottobre,  come occasione per manifestare in maniera unitaria il proprio dissenso.

Il 30 ottobre l'Assemblea si impegna, inoltre, alla costruzione di un corteo cittadino favorendo la massima partecipazione della componente universitaria. In entrambe le date l'Assemblea ha espresso l'intenzione di utilizzare forme pacifiche di contestazione e manifestazione della propria contrarietà.

Vista la dimensione nazionale della protesta si è ritenuto necessario dare il via alla costruzione di momenti di coordinamento e condivisione tra i vari Atenei italiani.

La prossima Assemblea no-Gelmini è stata convocata al termine dell'iniziativa del 28.

Assemblea no-Gelmini

COMUNICATO ASSEMBLEA GENERALE DEGLI STUDENTI TORINO 22 OTTOBRE 2008


Oggi si è svolta nel cortile del Rettorato un' assemblea auto-convocata degli studenti e delle studentesse dell'Ateneo torinese alla quale hanno aderito migliaia di persone.

La decisione di auto-convocarla è seguita alla mancata convocazione da parte del Rettore dell'Assemblea generale d'Ateneo richiesta ufficialmente il 6 ottobre (nei 15 giorni a seguire) e, allo stesso tempo, dall'urgenza di un momento di coordinamento tra le varie Facoltà e le diverse componenti dell'università. All'assemblea hanno infatti partecipato studenti di ogni Facoltà e Dipartimento, ma anche docenti, ricercatori, dottorandi, biblio-cooperativisti e il personale tecnico amministrativo dell'università.

Durante l'Assemblea si sono fissate alcune date di mobilitazione unitarie e delle chiare richieste da porre all'attenzione dei più alti organi accademici.

L'assemblea ha rilanciato come prioritaria la costruzione di una giornata di mobilitazione per il 28 ottobre, giorno in cui è prevista la visita del Ministro Gelmini a Torino, che vedrà convergere tutto il mondo della scuola in un presidio serale davanti all'Unione Industriale.

Altra data di mobilitazione sarà lo sciopero generale della scuola del 30 ottobre, nella quale si scenderà in piazza in maniera unitaria in un corteo cittadino.

Al termine dell'assemblea una delegazione è stata ricevuta dal pro-Rettore Sergio Roda, al quale è stato chiesto di uscire con un documento ufficiale per prendere posizione contro le dichiarazioni del Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi riguardo l'intervento della polizia nelle università in occupazione; di ribadire la contrarietà alla legge 133; di agevolare la partecipazione degli studenti in occasione degli appuntamenti succitati; di inserire nell'ordine del giorno del prossimo senato accademico la proposta di specificare nello Statuto d'Ateneo l'impossibilità di trasformazione dell'Università di Torino in fondazione privata.

Il pro Rettore si è assunto l'impegno a dare seguito alle proposte inoltrando una circolare ai presidi di Facoltà per agevolare la mobilitazione degli studenti i giorni 28 e 30 Ottobre; ha altresì confermato la sospensione dell'inaugurazione dell'anno accademico fissata per Dicembre; infine, ha accolto la richiesta di inserire la proposta di modificare lo Statuto d'Ateneo in sede di Senato Accademico.

Nonostante i segnali positivi giunti da questo incontro, l'Assemblea No Gelmini attende che le indicazioni date dal pro-rettore si traducano al più presto in azioni concrete. 

ASSEMBLEA NO GELMINI

mercoledì 22 ottobre 2008

COMUNICATO STAMPA DELL'ASSEMBLEA NO-GELMINI DEL 21 OTTOBRE 2008: Palazzo Nuovo occupato!


L'assemblea no-Gelmini riunitasi oggi 21 ottobre a Palazzo Nuovo, alla quale erano presenti circa un migliaio di studenti, dopo una partecipata discussione ha deciso l'occupazione di Palazzo Nuovo come forme di protesta per il ritiro della legge 133/2008 e del DL 137. Questa decisione si inserisce in un percorso di mobilitazione a livello nazionale e si pone come obiettivo quello di estendere il più possibile la partecipazione di tutto il mondo accademico. Per il momento, l'occupazione non comporterà l'automatico blocco della didattica. 

Altresì, l'Assemblea no-Gelmini richiede la sospensione della didattica per le giornate dal 28 al 30 ottobre per favorire la massima partecipazione possibile in occasione della paventata visita della Gelmini a Torino (28 ottobre) e dello sciopero generale della scuola (30 ottobre). 

A tutt'oggi l'Assemblea no-Gelmini propone le seguenti iniziative di mobilitazione: 

-invito alla prosecuzione delle lezioni all'aperto per dare visibilità alla protesta;
-auto-convocazione di un Assemblea Generale degli studenti e delle studentesse dell'Ateneo per domani 22 ottobre alle ore 14 nel cortile del Rettorato, a cui sono invitati anche i docenti, i ricercatori, il persona tecnico amministrativo e gli organi accademici;
- sostegno allo sciopero dei biblio-cooperativisti del 23 ottobre;
- una tavola rotonda nella serata di giovedì 23 ottobre nei locali di Palazzo Nuovo, nella quale ci sarà un confronto volto a coordinare la mobilitazione tra le varie realtà a tutti i livelli colpite dall'attacco all'istruzione pubblica (genitori, studenti e studentesse, insegnanti delle scuole elementari, docenti, ricercatori, dottorandi, personale ATA). 

Il 27 ottobre, l'Assemblea no-Gelmini parteciperà inoltre alla mobilitazione contrapposta all'inaugurazione dell'anno accademico del Politecnico, la quale vedrà la presenza dell'ambasciatore italiano negli Stati Uniti. 

Torino, 21 ottobre 2008
Assemblea no-Gelmini

domenica 19 ottobre 2008

mercoledì 15 ottobre 2008

L'UNIVERSITA' TRASLOCA IN STRADA... ED E' SOLO L'INIZIO!

Torino, 15 ottobre 2008

Oggi sarà una giornata nazionale di mobilitazione dell'università e della scuola in generale. Anche l'Università di Torino si mobilita e... trasloca in strada! L' Assemblea No-Gelmini, riunitasi ieri a Palazzo Nuovo e che ha visto la partecipazione propositiva e determinata di almeno cinquecento studenti, ha pensato in occasione di questa scadenza, in collaborazione con i docenti, di spostare alcune lezioni all'esterno delle solite aule dell'università, scegliendo di organizzarle in strada. Questo è solo uno dei modi scelti per esprimere la nostra contrarietà alla contro-riforma Gelmini, che coinvolge per intero il mondo dell'istruzione pubblica, dalle elementari alle scuole medie inferiori e superiori, all'università e al mondo della ricerca.

In particolare, per quanto riguarda l'università, ci opponiamo fermamente al taglio del fondo di finanziamento ordinario previsto all'articolo 66, comma 13 (1 miliardo e 441, 5 milioni di euro in meno di 5 anni) e alla limitazione del turn over al 20% per il personale docente e tecnico-amministrativo (ovvero, un nuovo assunto ogni cinque pensionamenti) sancita all'articolo 66 comma 7, limitazione che non consentirebbe il necessario ricambio del personale, la continuità di corsi di studio, di interi percorsi formativi e di branche dell'amministrazione, negando di fatto a molti lavoratori (precari) la possibilità di vedere il loro contratto rinnovato e negando l' accesso per i ricercatori (anch'essi precari) alla carriera universitaria.

Con altrettanta determinazione ci opponiamo poi al contenuto dell'articolo 16 della legge 133 (Facoltà di trasformazione in fondazione delle università), il quale sancisce in maniera chiara e definitiva la distruzione dell'università pubblica, prevedendo la possibilità per il Senato Accademico di decidere, con semplice votazione a maggioranza assoluta, di trasformare ogni singolo Ateneo in una fondazione di diritto privato.

Noi non ci riconosciamo nel modello di università che questa legge (che è il risultato di una tendenza che da anni investe il mondo dell'università e dell'istruzione in generale) vuole cucirci addosso. Continuiamo a credere nella libertà e pubblicità della didattica e della ricerca. Dietro questi provvedimenti è infatti palese il tentativo di adeguare il nostro sistema universitario e di ricerca a quello anglo-sassone (e americano) dell'università-impresa. Sistema in cui sono gli sponsor a decretare il valore e le potenzialità di ogni università in base alle loro esigenze di produrre profitto (non certo formazione...) e a decidere nel contempo se e quali rami della ricerca finanziare; sistema in cui regna un principio di concorrenza tra gli stessi poli universitari e in cui le rette sono talmente alte da impedirne a moltissimi l'accesso. Noi questo sistema non lo vogliamo!

Le lezioni all'aperto rappresentano solo un primo momento di mobilitazione utile soprattutto alla sensibilizzazione dell'opinione pubblica per la loro immediata visibilità e acquistano importanza anche per il significato forte di ri-appropriazione degli spazi cittadini.

Numerose iniziative si succederanno nei prossimi giorni, per culminare in una giornata di mobilitazione generale di tutto il mondo della scuola pubblica della nostra città il 28 ottobre, data in cui è prevista la presenza della Gelmini a Torino e poi nello sciopero generale della scuola convocato per il 30 ottobre. 

Assemblea no-Gelmini

martedì 14 ottobre 2008

Comunicato dell'Assemblea No Gelmini del 14 ottobre


L'Assemblea no-Gelmini riunitasi oggi, 14 ottobre, nell'atrio di Palazzo Nuovo ha visto la partecipazione propositiva e determinata di circa 500 persone, studenti (provenienti da molte Facoltà dell'Ateneo), ricercatori, dottorandi e anche alcuni docenti. Dopo un intervento introduttivo, durante il quale si sono ulteriormente approfonditi i punti della legge 133/2008 concernenti l'università e del decreto legge Aprea (dl 137), si è poi passati alla fase propositiva. 

L'Assemblea no-Gelmini ha pertanto lanciato le seguenti iniziative: 

- domani 15 ottobre, giornata di mobilitazione della scuola a livello nazionale, lezioni all'aperto sotto la sede della RAI per rendere visibile il dissenso di studenti e docenti alla cittadinanza e ai media;
- si è ribadita la volontà (emersa anche oggi durante il Consiglio di Facoltà di Scienze Politiche e di Psicologia) di chiedere la non inaugurazione dell'Anno Accademico, sostituendola con un' iniziativa forte di mobilitazione;
- di auto-convocare l'assemblea di Ateneo nel giorno del 22 ottobre, nel caso in cui il Rettore non la indica prima di tale data, come richiesto durante il presidio del 6 ottobre - una serata di informazione da organizzarsi il 21 ottobre, per coinvolgere gli studenti e riappropriarsi degli spazi universitari in vista dell'assemblea d'Ateneo;
- indizione, il 23 ottobre, di un' Assemblea cittadina che coinvolga tutti i settori della scuola e sensibilizzi l'opinione pubblica;
- in vista della visita della Gelmini a Torino all' Unione Industriale prevista per il 28 ottobre, si sono proposte diverse iniziative di protesta e di disturbo da realizzarsi in quella giornata;
-adesione allo sciopero generale della scuola previsto per il 30 ottobre 

Prossima assemblea no-Gelmini indetta per lunedì 20 ottobre alle ore 15,30 sempre nell'atrio di Palazzo Nuovo. 

Torino, 14 ottobre 2008 Assemblea no-Gelmini

venerdì 10 ottobre 2008

Comunicato dell'Assemblea No Gelmini

Questa mattina per le vie di Torino è sfilato il corteo indetto dagli studenti medi contro la riforma Gelmini che ha visto manifestare compatti anche circa due migliaia di universitari, tra ricercatori, lavoratori, docenti e studenti che da ormai due settimane sono in mobilitazione per per sensibilizzare e coinvolgere le facoltà dell'ateneo sulla legge 133। Al termine di un corteo che ha visto un'importante mobilitazione e protagonismo degli studenti medi, gli studenti universitari hanno indetto un'assemblea per avere un momento di valutazione della manifestazione e di discussione dei punti da affrontare nella prossima assemblea No Gelmini fissata per il 14 Ottobre 2008 alle ore 15:30 presso l'atrio di Palazzo Nuovo. Alla piena e partecipata presa di posizione contro i tagli del fondo di finanziamento ordinario, del blocco del turnover del personale docente e tecnico amministrativo al 20% e della possibilità di trasformazione degli atenei italiani in fondazioni private, l'assemblea ha espresso l'esigenza di avanzare nel proseguio della mobilitazione proposte concrete che possano definire le basi dalle quali partire per la costruzione di un'università altra. Un'ulteriore stimolo è venuto dagli studenti che hanno nuovamente evidenziato la necessità di incrementare la sensibilizzazione e l'informazione intorno ai contenuti della legge 133 e al decreto legge 137: tali sviluppi si configurano come una premessa irrinunciabile per rilanciare il lavoro dell'assemblea in occasione dei prossimi appuntamenti che coinvolgeranno capillarmente le facoltà dell'università torinese. Il 15 ottobre, infatti, vi sarà una giornata di mobilitazione nazionale in molti atenei italiani; il 28 ottobre il ministro Gelmini sarà a Torino; infine, la settimana che precederà lo sciopero generale della scuola promosso per il 30 ottobre, l'assemblea No Gelmini adotterà quelle forme di protesta che verranno decise e condivise in occasione dell'assemblea generale d'ateneo, di cui si attende tuttora una convocazione: qualora il rettore dell'università degli studi di Torino, il professor Pelizzetti, non dovesse convocarla entro quindici giorni dal presidio sotto il rettorato, verrà autoconvocata. I provvedimenti legislativi contro i quali l'assemblea tutta si è schierata rischiano di segnare un definitivo punto di non ritorno per l'università pubblica, per il diritto allo studio e per la democraticità degli atenei. Per questo l'Assemblea No Gelmini è decisa a non fermarsi fino a quando questo rischio non sarà diventato una minaccia evitata.

Assemblea No-Gelmini

martedì 7 ottobre 2008

10 ottobre, corteo studentesco!


Dopo la mobilitazione partecipatissima al presidio al rettorato del 6 ottobre, gli studenti e le studentesse dell'Assemblea No Gelmini aderiscono al corteo indetto dagli studenti medi, al quale parteciperanno con un loro spezzone universitario.

Appuntamento alle 8:30 a Palazzo Nuovo per le facoltà umanistiche,a Palazzo Campana per le facoltà scientifiche.

I due segmenti dell'università di Torino si ritroveranno poi in via Po, per proseguire insieme fino a piazza Arbarello, luogo del concentramento del corteo contro la legge 133 del ministro Gelmini.

lunedì 6 ottobre 2008

Comunicato stampa dell'Assemblea No Gelmini

 
Oggi, dalle ore 15, si è tenuto in Rettorato un presidio in concomitanza con la seduta del Senato Accademico, per chiedere dal più importante organo accademico una netta e inequivocabile presa di posizione contro la legge 133/2008. Il presidio è stato indetto dal Coordinamento dei ricercatori, docenti e personale tecnico-amministrativo dell'Università e dall'Assemblea No-Gelmini, costituitasi il 22 settembre in seguito alla prima assemblea studentesca tenutasi a Palazzo Nuovo. 
Più di 500 persone hanno preso parte alla prima iniziativa di mobilitazione contro la legge 133, legge approvata il 6 agosto 2008 e che sancisce la possibilità di trasformazione delle università in fondazioni di diritto privato, tagli al Fondo di Finanziamento Ordinario e il blocco del turn-over al 20%. 
Il Senato Accademico ha accettato la richiesta dei presidianti di ricevere una delegazione (composta da studenti, ricercatori, personale tecnico-amministrativo e cooperativisti)  durante la seduta. La delegazione ha chiesto al Senato l'indizione, nel più breve tempo possibile, di un'Assemblea generale d'Ateneo - con sospensione della didattica- , la non inaugurazione dell'anno Accademico e di esprimersi contro la possibilità di trasformazione in fondazione dell'università. Il Senato ha accolto le richieste presentate, esprimendosi a favore di un università pubblica, garantendo a breve la convocazione di suddetta Assemblea e accogliendo la richiesta di non inaugurazione dell'Anno Accademico. 

Il presidio si è poi quindi mosso in corteo fino a Palazzo Nuovo, passando dalla centralissima via Po, in modo tale da dare più visibilità alla mobilitazione. Gli studenti dell'Assemblea no-Gelmini sono poi entrati a Palazzo Nuovo dove si è svolto un rumoroso corteo interno che ha invitato gli studenti nelle aule alla partecipazione e che si è concluso con un'assemblea organizzativa e auto-convocata nell'atrio, nella quale si sono fatte alcune considerazioni sulla giornata e si è ribadita l'importanza della scadenza del 10 ottobre, giornata di manifestazione indetta a livello nazionale dagli studenti delle scuole superiori e alla quale l'Assemblea no-Gelmini riunitasi il 29 settembre ha deciso di aderire costruendo uno spezzone universitario. 
Assemblea no-Gelmini
Di seguito ribadiamo gli appuntamenti:

10 ottobre, manifestazione studentesca, appuntamento
-ore 8.30 davanti a Palazzo Nuovo per le Facoltà Umanistiche
-ore 8.30 davanti alla Facoltà di Fisica (via Pietro Giuria 1) per le Facoltà Scientifiche

14 ottobre, ore 15.30 Assemblea no-Gelmini nell'Atrio di Palazzo Nuovo

Assemblea No Gelmini

PER UN'UNIVERSITA' LIBERA E PUBBLICA! CONTRO LA “CONTRORIFORMA GELMINI”!

...il Senato Accademico mostri le sue carte...

Dopo i 40'000 che han sfilato in corteo sabato pomeriggio, sarà ben più difficile ignorare o tentare di recintare una protesta che, dalle scuole materne fino all'università, sta prendendo piede oramai in tutt'Italia. Una trasversalità di interessi che pesca nel quotidiano di ognuno, nei diritti come nelle esigenze, e che pone le condizioni per una mobilitazione importante contro la legge 133. 

Studenti ricercatori docenti lavoratori dell'università di Torino stanno mettendo in piedi una resistenza forte e unitaria contro l'atto definitivo di dismissione dell'università pubblica, contro il tassello conclusivo che porterebbe il mosaico costruito nell'ultimo decennio ad una rappresentazione devastante per la formazione e la ricerca, per i soggetti che attraversano l'università oggi e per coloro che un giorno vorrebbero. Il disegno legislativo portato avanti dal governo Berlusconi non è però in contraddizione con il percorso segnato dalle direttive date dai precedenti governi (di ogni colore) e dall'Europa. Un grande cilindro di convergenza, volto allo svuotamento dell'università pubblica, marcato dalle (interessate) domande di privatizzazione. Non è certo un caso aver visto, fin dalle discussioni delle precedenti riforme, la Confindustria come primo attore richiedente la trasformazione in fondazioni, l'entrata dei privati nei consigli d'amministrazione, la perdita del valore legale dei titoli... Il profitto, l'addestramento della forza-lavoro necessaria come cardini del processo di ristrutturazione dell'università... questi i nuovi “vergini cardini” dell'università italiana? 

Lo smantellamento dell'università, la via della trasformazione in fondazioni, corre anche su altri binari, strettamente interdipendenti in un sistema università già abbastanza pervaso dal processo di aziendalizzazione della formazione e di privatizzazione di sue branchie. Il blocco del turnover al 20% previsto per docenti (quindi anche ricercatori) e lavoratori, il taglio di 1 miliardo e 441 milioni di euro per i prossimi 5 anni al fondo di finanziamento ordinario, seguono il ragionamento di svuotamento, di disinvestimento nell'università pubblica, per render ancor più agevole il passo successivo. Un'università ridotta in macerie, nella quale a restare in piedi rimangono solo i sedicenti centri d'eccellenza, sarà ben più malmeabile nella presa della via italiana al modello anglo-americano... 

Da almeno due settimane l'Assemblea No Gelmini, insieme alle altre componenti universitarie, si sta muovendo nella direzione di un'opposizione netta alla “controriforma Gelmini”, praticando il “blocco della prima ora” in decine di corsi, mantenendo una presenza quotidiana nell'atrio di Palazzo Nuovo, muovendosi tra assemblee nelle facoltà e coordinamenti allargati. Si stanno gettando le basi per una mobilitazione determinata contro la legge 133, battaglia che percorrerà tutto l'autunno che viene. Due i piani su cui battersi: uno nazionale, per il ritiro della legge 133, uno locale, per l'impedimento della trasformazione in fondazione dell'università di Torino. 
Quest'oggi in rettorato, necessitiamo di una risposta, di una presa di posizione non velleitaria dell'università di Torino, del suo massimo organo, il Senato Accademico. Prendiamo atto della delibera contro il turnover e contro i tagli fatta dal Senato, lo stesso facciamo con le recenti parole del rettore Pelizzetti sulle sue “intenzioni non privatizzatrici”. Ma oggi è arrivato il tempo dei fatti, delle chiare iniziative di posizione, compatibilmente con lo stato di agitazione che corre lungo l'ateneo torinese. Quindi, come stabilito unitariamente all'ultima riunione del Coordinamento Unito, racchiudente tutti i soggetti dell'università degli studi di Torino, sollecitiamo il rettore Pelizzetti ed il Senato Accademico: 

- a convocare nelle prossime settimane un'assemblea d'ateneo che permetta a tutti i soggetti universitari di informarsi ed attivarsi contro la legge 133/2008;
- ad annullare l'inaugurazione dell'anno accademico 2008/2009 in segno di protesta, seguendo la richiesta che arriva dall'appello a cui stanno firmando tantissimi docenti e ricercatori;
- a deliberare a favore di un'università libera e pubblica, che sia messa nelle condizioni di poter avere le risorse necessarie per la formazione e la ricerca, rifiutando quindi le prospettive povere date dalla legge 133 e dalla possibilità di trasformazione in fondazione. 

Il presidio di quest'oggi è solo il primo dei momenti di contestazione che l'Assemblea No Gelmini vivrà, partendo dal corteo indetto dagli studenti medi del 10 ottobre, a cui parteciperemo con uno spezzone universitario, continuando con la giornata di mobilitazione nazionale del 15 ottobre.

Assemblea No Gelmini

Per un’università libera, pubblica e di qualità


Segue il volantino del Coordinamento Unito, sigla all'interno della quale sono presenti tutti i soggetti dell'università di Torino, che verrà distribuito domani al presidio.

La ricerca e l’Università italiana sono da sempre notevolmente sottofinanziate e carenti di personale rispetto alla media dei paesi OCSE. Eppure, la legge 133 del 6 agosto 2008, senza alcuna valutazione dell’efficienza e della qualità degli atenei, prevede che:

- nei prossimi anni venga assunto un solo dipendente ogni 5 che vanno in pensione,
- il finanziamento pubblico venga ridotto di circa un miliardo e mezzo di euro in cinque anni,
- le Università possano deliberare la loro trasformazione in fondazioni private, alle quali vengono ceduti gratuitamente tutti i beni (mobili ed immobili) degli atenei.

E’ evidente che questi provvedimenti non risolveranno nessuno dei problemi che affliggono le Università: in compenso, assesteranno un colpo mortale a coloro che al loro interno riescono (nonostante tutto) a fare ricerca di eccellenza e a fornire agli studenti una preparazione all’altezza dei migliori atenei internazionali. Infatti: 

- solo pochissimi giovani potranno entrare a lavorare nell’Università, con ulteriore aggravamento della precarietà già molto diffusa;
- professori, ricercatori, tecnici e amministrativi diminuiranno ulteriormente di numero. A causa di questo, sarà impossibile mantenere gli attuali livelli di ricerca, didattica e dei servizi con conseguenze a lungo termine disastrose per l’innovazione e la crescita del Paese; 
- con l’abbassamento della qualità didattica e l’impossibilità di assegnare tesi di ricerca, la preparazione degli studenti scenderà al di sotto degli standard degli altri Paesi e li renderà meno competitivi sul mercato del lavoro;
- la privatizzazione (tramite un provvedimento senza precedenti nel mondo) comporterà pesanti condizionamenti sia della didattica che della ricerca e naturalmente determinerà un forte aumento delle tasse universitarie.

Per questi motivi, tutte le componenti dell’Università di Torino sono in agitazione contro i provvedimenti governativi contenuti nella legge 133, e hanno deciso di intraprendere una serie di iniziative tese a informare e sensibilizzare sulla questione tutti coloro che hanno a cuore il futuro del nostro Paese.

Studenti, dottorandi, precari, esternalizzati,
tecnici/amministrativi, professori, ricercatori dell’Università di Torino

domenica 5 ottobre 2008

6 ottobre, presidio al rettorato!


Lunedi 6 ottobre, come annunciato da due settimane dall'Assemblea No Gelmini, come rilanciato dai partecipanti all'iniziativa del 30 settembre, è in programma un presidio sotto il rettorato dell'università di Torino, in concomitanza con il Senato Accademico d'ateneo. Tutte le componenti dell'università hanno aderito a questa prima uscita pubblica e unitaria che si svolgerà nel luogo principe a prender decisioni dell'ateneo.

L'iniziativa vuol innanzitutto esprimere la netta contrarietà alla legge 133 e alle disposizioni riguardanti l'università, richiedendo un cambiamento di rotta immediato, e vuole anche una chiara presa di posizione del massimo organo universitario rispetto a queste, con la convocazione d'una assemblea d'ateneo, con l'attivazione di tutte le vie preposte a far pressioni al governo e agli organi ad esso collegato, con la non inagurazione dell'anno accademico che viene.

Appuntamento al rettorato alle ore 15.

Video corteo 4 ottobre


Seguono cinque video che raccontano cinque spezzati del grandissimo corteo torinese di oggi pomeriggio, 40'000 persone in piazza contro la "controriforma Gelmini".

No Gelmini day


40.000 in piazza a Torino. A Brescia blocchi stradali contro la visita della Gelmini: violate le limitazioni poliziesche.

Si conclude oggi una 3 giorni di mobilitazione anti-Gelmini che ha visto l'attivazione capillare di centinaia di migliaia di persone in tutto il paese, dai centri più grossi a quelli più piccoli. Una miriade di iniziative indipendenti o coordinate che hanno messo al centro dell'agenda politica dell'autunno l'opposizione di massa e pluri-livello ad un modello di scuola classista, escludente e d'impoverimento complessivo per tutt*. Un movimento dal basso che impone finalità e obiettivi della protesta, OBBLIGANDO i sindacati confederali ad indire uno sciopero generale unitario per il prossimo 31 ottobre. Prima tappa fondamentale: lo sciopero generale della scuola indetto dai sindacati di base per il prossimo 17 ottobre. 

Torino_ è un corteo partecipatissimo che attraversa la città e muove qualcosa come 40.000 persone: genitori, insegnanti, lavoratori delle scuole, studenti medi e universitari. La composizione di questo sabato pomeriggio mostra il carattere trasversale e  capillare di una mobilitazione che sta toccando tutti e tutte: giovani e vecchi, italiani e "nuovi" italiani: una scuola dell'inclusione e della differenza-valore contro l'appiattimento al ribasso previsto dal trio Brunetta-Tremonti-Gelmini. Un corteo indetto dai sindacati confederali solo dopo che le ripetute pressioni che decine di assemblee ripetutesi da inizio anno in ogni scuola ne hanno imposto la convocazione ad un ceto di burocrati che a questa manifestazione non ci ha creduto, programmando un  corteo di pochi centinaia di metri e dovendosi però ricredere di fronte all'affluenza di massa. Il comitato di quartiere Vanchiglia aveva pure organizzato un pre-corteo, che ha visto la partecipazione di più di 300 persone che dal giardino del centro sociale askatasuna hanno raggiunto il concentramento principale in piazzza Catello

Brescia_ partecipatissima la manifestazione degli studenti medi, indetta dal Collettivo Studenti in Lotta, che ha visto in piazza centinaia di persone. "No al 5 in condotta, no ai tagli economici alla scuola pubblica, no agli esami a settembre, sì alla scuola pubblica, la scuola degli studenti e delle studentesse!" sono le parole d'ordine urlate e ripetute durante tutto i percorso. Raggiunta via S.Faustino, dove si trova la Facoltà di Economia e Commercio nella quale era stata invitata la ministra Gelmini, il corteo è stato bloccato da un cordone di polizia e carabinieri. Al divieto della questura si è risposto prima con ripetuti blocchi delle importanti vie adiacenti, poi con lo sfondamento del cordone delle forze dell'ordine. Il corteo degli studenti si è così unito al presidio del Comitato in difesa della scuola pubblica, continuando insieme il percorso lungo le vie del centro.

Altrove_ La protesta anti-Gelmini approda anche al Salone Nautico che si è aperto stamani a Genova: oltre un centinaio di insegnanti e genitori hanno manifestato davanti all'ingresso della Fiera con blocchi del traffico auto, girotondi, slogan e canti a difesa della scuola pubblica. A Pontederabambini, genitori e insegnanti hanno sfilato per le vie del centro ("I have a dream: Gelmini go home" recitavano i cartelli sventolati).

sabato 4 ottobre 2008

Torino: Scienze M.F.N si mobilita… tutta ed autonomamente!


Il ddl 112 convertito il legge 133 non passa inosservato, tutte le componenti universitarie stanno esprimendo la loro contrarietà a tale legge che punta, come noto, al totale smantellamento dell'istruzione pubblica Italiana. Alcuni docenti parlano di bloccare l'inaugurazione dell'anno accademico. In tutte le università italiane. Per difendere la ricerca e la qualità dell'insegnamento e fermare i tagli alle risorse già scarse decisi dalla legge 133, l'ex decreto Brunetta. L'appello c'è già…

Finora a muoversi sono stati soprattutto studenti e ricercatori. Significativo però quanto è avvenuto ieri alla Facoltà di Scienze M.F.N. dell'università di Torino…

I Docenti e Ricercatori
In tutti i CCS dei Corsi di Laurea afferenti alla Facoltà di Scienze M.F.N sino ad ora tenuti vi è stata una presa di posizione ferma e di netto contrasto a tale legge e, soprattutto, è cominciata la mobilitazione. Tutti hanno dedicato, o dedicheranno, le prime lezioni ad un approfondimento del funzionamento dell'Università ed ai devastanti effetti della legge 133, mozioni di contrarietà sono state consegnate a tutti gli organi esistenti (Facoltà, Conferenza dei Presidi, Senato accademico, CRUI etc…), sì è deciso di effettuare lezioni all'aperto per raggiungere la necessaria visibilità mediatica, numerosi i proclami di protesta presenti su pagine web personali (ex: personalpages.to.infn.it/~magnea; personalpages.to.infn.it/%7Emagnea) ed in primo piano nei siti dei diversi Corsi di Laurea, le sessioni di Laurea sono precedute dalla lettura di un comunicato di protesta (ex: fisica ), ed apposite riunioni di coordinamento si stanno tenendo al fine di coordinare le proteste.

Più radicale la presa di posizione del Corso di Laurea Chimica che in una seduta del proprio CCS ha deliberato he a chimica, chimica industriale e scienze dei materiali NON si farà lezione fino all'incontro del ministro Gelmini con i rettori (è previsto a giorni), ma la prima ora sarà dedicata a spiegare agli studenti cosa sta succedendo i provvedimenti del governo.

Gli Studenti
Significativo il ruolo, all'interno dell'area scientifica, degli studenti di Fisica che, riunitisi in Assemblea (dai tempi della Pantera non se ne vedevano di così partecipate) con sospensione delle lezioni per l'intera durata hanno espresso la loro totale contrarietà alla legge e la volontà di partecipare e farsi promotori delle proteste a venire.

Tecnici ed Amministrativi
Il 30 Settembre si era invece tenuta presso l'Aula Magna del Rettorato degli studi di Torino un'assemblea sindacale indetta dalla CIGL. Dopo una prima esposizione della legge e dei sui effetti  disastrosi su tutta l'istruzione pubblica in Italia, i lavoratori hanno di fatto preso letteralmente il controllo dell'assemblea denunciando a gran voce l'imbarazzante immobilismo tenuto dai sindacati confederali in questi mesi sull'argomento e votando una mozione in cui si chiedeva esplicitamente ai sindacalisti delle segreterie regionali presenti di indire un sciopero generale a livello nazionale. 

Vergognoso e preoccupante il vano tentativo dei sindacalisti presenti di  giustificare il loro comportamento sino ad ora tenuto e di considerare inutile lo sciopero come forma di protesta in questa fase. A fine assemblea i lavoratori autonomamente si sono recati dal Rettore chiedendone un udienza immediata. Si è chiesto al Rettore di esplicitare la sua presa di posizione contraria alla possibile privatizzazione davanti a tutti i presenti (cosa riuscita) e soprattutto si è fatto pressione affinché venga portata in Senato Accademico previsto per il 6 ottobre la richiesta di effettuare un'assemblea Generale di Ateneo con sospensione della didattica affinché tutti possano partecipare.

Tutte queste componenti parteciperanno al presidio previsto in rettorato il 6 ottobre ed a tutte le mobilitazioni unitarie che da ora in avanti si andranno a definire.

venerdì 3 ottobre 2008

Bloccate le lezioni a Chimica!


Nel CCS congiunto di Chimica, Chimica Industriale e Scienza dei Materiali, svoltosi quest'oggi, dopo lunghe e approfindite discussioni, è stato deciso il blocco delle lezioni fino a quando non ci sarà l'incontro dei rettori con il Miur, in segno di protesta nei confronti della "controriforma" Gelmini e in attesa di una presa di posizione forte dell'università.

La protesta prenderà il via lunedi 6 ottobre.
Al posto della prima lezione verranno tenute lezioni alternative sull'Universita' e la legge 133.

Appello ai magnifici Rettori delle Università italiane


La Repubblica ha appena pubblicato l'appello che segue, l'invito che arriva da diversi docenti delle università italiane è quello di non svolgere l'apertura del prossimo anno accademico per utilizzare quella giornata per lo svolgimento di una riflessione sul destino dell'università dopo la legge 133.

I sottoscritti docenti di varie Facoltà e Università italiane protestano vibratamente contro i recenti provvedimenti governativi varati con la Legge 133 del 6 agosto 2008. Come già hanno denunciato molti Dipartimenti, Facoltà, gruppi di docenti, si tratta di misure che sottraggono risorse alla ricerca, riducono il personale docente e amministrativo, restringono lo spazio vitale dell'Università sancendone l'emarginazione irreversibile nella vita del Paese. 

La riduzione al 20% del turnover delle unità del personale non significa soltanto uno sfoltimento senza precedenti di tante discipline specialistiche in cui la cultura italiana primeggia nel mondo. È tutto il processo di rinnovamento del corpo docente italiano - gravato da una anzianità elevata - ad essere compromesso per i decenni a venire. A tanti nostri valentissimi giovani l'avvenire nella ricerca e nell'insegnamento viene definitivamente precluso. 
Il principio della convertibilità della Università in fondazioni private - sancito dall'art. 16 della Legge - costituisce senza dubbio il più grave attacco mai condotto contro l'autonomia e il futuro stesso dell'Università italiana. Non viene soltanto auspicata la ritirata dello Stato dalle sue funzioni storiche nel garantire la formazione superiore e la riproduzione delle sue classi dirigenti. È un progetto velleitario, imitazione tardiva di una stagione ideologica oggi in rovina nel Paese stesso in cui essa è nata. Trasporre l'esperienza delle Università private americane in Italia - un Paese nel quale lo Stato ha dovuto sostituire il capitale di rischio per realizzare lo sviluppo industriale - significa in realtà condannare tanto le Università pubbliche che private a un sicuro destino di irrilevanza. Con quali conseguenze per la collocazione dell'Italia nell'economia- mondo attuale è facile immaginare. 

I docenti qui sottoscritti chiedono pertanto ai Magnifici Rettori di raccogliere il profondo disagio e la protesta che sale dalle Università e di reagire con l'energia che la gravità della situazione richiede, bloccando l'apertura del prossimo anno accademico in tutto il Paese. Si utilizzi la data di inaugurazione per una riflessione generale sul destino delle nostre università.

Piero Bevilacqua, Università di Roma (LaS); Mario Alcaro, Università 
della Calabria; Raffaele Perrelli, Università della Calabria; Alberto Asor Rosa, Università 
di Roma (LaS); Gianni Vattimo, Università di Torino; Fulvio Tessitore, Università di Napoli; 
Umberto Curi, Università di Padova; Giovanni Polara, Università di Napoli; Pietro Barcellona, 
Università di Catania; Francesco Benigno, Università di Teramo; Angel D'Orsi, Università 
di Torino; Claudio Natoli, Università di Cagliari; Giorgio Inglese, Università di Roma (LaS);

per aderire all'appello: giuseppecantarano@libero.it

giovedì 2 ottobre 2008

Seminario sulla legge finanziaria


L'associazione Altera ha organizzato un mini seminario di informazione tecnica sulla legge della finanziaria, la 133/2008, che contiene le disposizioni "controriformistiche" sull'università:

giovedi 2 ottobre, ore 18, aula 11, Palazzo Nuovo

...tutti gli studenti e le studentesse sono inviati!

mercoledì 1 ottobre 2008

Video protesta Palazzo Nuovo


Linkiamo il video arrivatoci da Edoardo, studente dell'Assemblea No Gelmini: scatti sulla protesta nell'atrio di Palazzo Nuovo a fine giornata...

Ricercatori in rivolta, assedio al Cnr. E in mille "all'asta" su eBay


Rivolta contro l'emendamento del disegno di legge che abolisce la procedura di stabilizzazione dei precari della pubblica amministrazione

ROMA - Manifestazioni e proteste contro l'emendamento Brunetta "ammazza precari" del disegno di legge che abolisce la procedura di stabilizzazione dei precari della pubblica amministrazione. Nel Lazio si sono mobilitati all'Ispra, dove sindacati e precari hanno occupato la sede delle presidenze ex Apat e ex Icram e all'Ingv, dove l'assemblea unitaria con i 400 precari che rischiano il lavoro ha proclamato lo stato di agitazione generale del settore. Ma anche all'Inaf, al Cnr e all'Isfol, dove sono 300 i lavoratori che rischiano il posto. Ma anche all'Enea e all'Istat, spiega la nota sindacale, sono in atto iniziative di mobilitazione dei precari. "Tutti chiedono di fermare il Governo nella scellerata intenzione di mettere per strada lavoratori che da anni, senza prospettive di carriera, con retribuzioni da fame, precari per legge, fanno ricerca o la supportano e permettono di dire che la produttività del settore è tra le più alte d'Europa", conclude la nota della Flc-Cgil del Lazio.

L'occupazione del Cnr. Oggi pomeriggio a Roma ricercatori e precari hanno occupato la presidenza del CNR, il Consiglio Nazionale della ricerche. Una biologa, che ha voluto rimanere anonima (che ha fatto il concorso per ottenere almeno un contratto da amministrativa per avere un contratto a tempo determinato) ha raccontato come sono andate le cose.

"I precari hanno occupato la presidenza del Cnr. E' stata chiesta una presa di posizione da parte del presidente. Ora il presidente e i rappresentati dei sindacati e una delegazione sono chiusi a discutere". E la biologa-amministrativa continua: "I precari chiedevano almeno che venissero confermati e prolungati i contratti a tempo determinato". La rivolta di oggi pomeriggio dei precari del Cnr è stata un'iniziativa dei sindacati: questa mattina è girata una e-mail che avvertiva di presentarsi ad un'assemblea alle 14,30.

Agitazione anche per i dipendenti Infn. Intanto anche i dipendenti dell'Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (Infn) sono in agitazione permanente. Alla manifestazione - si apprende in una nota dei sindacati - aderiscono Cgil, Cisl, Uil, rappresentanti del personale dei Laboratori Nazionali di Frascati dell'Infn e il coordinamento dei precari degli stessi Laboratori.

Con l'emendamento 37 bis al disegno di legge 1441, approvato il 26 settembre scorso nell'Infn - si legge nella nota - "sparisce il 30% del personale", con "250 posti di lavoro in meno subito e nessuna nuova assunzione per assorbire altri 350 precari nei prossimi quattro anni". Il provvedimento per i sindacati è "un atto gravissimo con il quale si colpisce uno dei settori di punta della ricerca italiana" e "va esattamente contro il criterio di meritocrazia sostenuto dal governo". Il taglio, osservano, "si abbatte su lavoratori di altissimo profilo che, con la loro passione, il loro lavoro e la loro professionalità hanno consentito all'Italia di avere un ruolo da protagonista nelle attività di ricerca di punta in ambito internazionale".

Precari in vendita su eBay. E intanto, c'è chi ha trovato un modo diverso per protestare contro emendamento al ddl 1441. Sono oltre mille i lavoratori che hanno deciso di mettersi all'asta su eBay con aste a partire da un centesimo di euro. Lavorano in cinque diversi istituti di ricerca: Istituto Superiore di Sanità, Istituto Nazionale di Economia Agraria, Istituto Nazionale di Ricerca sugli Alimenti e la Nutrizione, Agenzia Nazionale per la Protezione dell'Ambiente, Consiglio di Ricerca e Sperimentazione in Agricoltura. Sono il fiore all'occhiello della ricerca pubblica in Italia. "Visto che i Ministri Brunetta, Sacconi e Tremonti mettono per strada migliaia di precari e la stessa ricerca pubblica italiana, da oggi chi vorrà potrà tentare di aggiudicarsi le prestazioni altamente professionali degli ormai quasi ex precari degli enti di Ricerca" dichiara Claudio Argentini della segreteria dell'USI RdB Ricerca.

Per trovarli basta navigare sul sito di eBay nella categoria oggetti stravaganti. E come "oggetti" si mettono in vendita in cinque diverse inserzioni, una per ciascun istituto, per raccontare la propria vita, le proprie competenze e la paura di rimanere senza un lavoro. L'asta scadrà il 7 ottobre giorno in cui è prevista una manifestazione presso il Ministero della Funzione Pubblica e momento in cui, come nella tradizione di eBay, sarà possibile ritirare la merce.

Comunicato dell'assemblea di tecnici/amministrativi, ricercatori, professori, precari, esternalizzati e studenti dell’universita’ di Torino


Il 30 settembre 2008 nell’aula magna del rettorato dell’Università si è tenuta un'assemblea, cui hanno partecipato tutte le componenti dell'Ateneo di Torino. L’assemblea è stata molto partecipata: l'aula era piena, con molte persone in piedi per mancanza di posti. 

Dall'assemblea è emersa chiaramente la gravità dei recenti provvedimenti governativi (in particolare quelli contenuti nella legge 133 e riguardanti l'Università), e la diffusa e decisa volontà di mobilitarsi al più presto contro di essi. 

I partecipanti all'assemblea hanno quindi deciso di chiedere un incontro immediato con il Rettore per esprimere le loro preoccupazioni sul futuro dell'Università e per conoscere la situazione di eventuali trattative con il governo e di iniziative di protesta. 

Il Rettore ha gentilmente acconsentito all'incontro: ha confermato la sua contrarietà alla trasformazione dell'Ateneo di Torino in fondazione privata, e ha informato i partecipanti sulla decisione del MIUR di aprire un tavolo di confronto con la CRUI e il CUN. 

I convenuti hanno quindi rivolto al Rettore l'invito a convocare al più presto un'Assemblea Generale di Ateneo, per permettere a tutte le componenti dell'Università di esprimere le loro opinioni e le loro proposte di iniziativa. Inoltre, l’assemblea darà modo al Rettore stesso di ascoltare direttamente la voce di tutti coloro che sono partecipi dell'Università stessa e di cui egli è il primo rappresentante. 

Il Rettore ha acconsentito a prendere in considerazione la proposta di convocazione di Assemblea Generale, e di sottoporla al Senato Accademico, che si riunirà in Rettorato lunedì 6 ottobre 2008 alle ore 15.00. 

Alla luce di questi avvenimenti, l'assemblea invita tutti gli studenti, i precari, i tecnici, gli amministrativi, i ricercatori e i professori a un 

presidio - lunedì 6 ottobre ore 15:00 - Via Po 17 

per sostenere la richiesta di convocazione di un’assemblea generale, ed inoltre invitare il Senato Accademico a discutere nella forma più ampia dell’attacco all’Università pubblica e ad intraprendere iniziative di protesta, tenendo nel dovuto conto l’acuta e diffusa preoccupazione di tutto il personale universitario e degli studenti che il Senato ha il compito di rappresentare.

Assemblea di tecnici/amministrativi, ricercatori, professori, precari, esternalizzati e studenti
dell’Universita’ di Torino