martedì 30 settembre 2008

Torino, "l’assedio" al rettore Pelizzetti


Un'assemblea contro la legge Gelmini diventa iniziativa all'interno del rettorato torinese: in centinaia partecipano alla riunione che, nella sua conclusione, delibera per un'azione immediata nei confronti del rettore Pelizzetti. Il rettore costretto a prender posizione, ma non basta! Il 6 ottobre presidio.

Questa mattina nell'aula magna del rettorato dell'università di Torino si è tenuta un'assemblea contro la legge 133, alla quale hanno partecipato studenti, ricercatori, docenti, lavoratori. Numeri altissimi, tutti i posti della grande aula occupati e molte persone costrette a stare in piedi. La scansione degli interventi è stata fitta ed accesa, nel comune indirizzo di dar vita ad una protesta urgente e unitaria. Quel che è bene valorizzare di questo ennesimo momento di discussione, oltre i numeri, è infatti rappresentato dalla volontà espressa da tutti i soggetti universitari intervenuti di guardare al di la del "proprio giardino", per generalizzare la mobilitazione e non costringerla semplicemente su istanze sindacali. L'ateneo torinese è da almeno 2 settimane in fermento, assemblee e iniziative si susseguono di giorno in giorno: prima in piazza con i bibliocooperativisti, poi con gli studenti in tantissime aule di lezione, nel mentre con le assemblee, oggi in rettorato con tutte le sue componenti.

Dopo oltre 2 ore di interventi, di condivisione delle priorità, l'assemblea ha deliberato per un'azione da eseguire nell'immediato, visti i numeri e il luogo: in centinaia hanno "assediato" gli uffici del rettorato, chiedendo di poter avere un incontro con il rettore Pelizzetti, minacciando altrimenti di occupare gli uffici. Come sempre il rettore si è dato per irragiungibile, ma la pressione esercitata ha dato i suoi frutti, costringendo il rettore ad uscire allo scoperto: nessuna delegazione negli uffici, confronto diretto sul balcone interno del rettorato. Le preoccupazioni e le richieste sono da subito state poste al vertice dell'università di Torino: quale posizione sulla legge 133 e richiesta di un'assemblea d'ateneo. Pelizzetti ha espresso la sua contrarietà al disegno legislativo, esplicitando la sua contrarietà alla privatizzazione dell'ateneo, promettendo di inserire nell'ordine del giorno del prossimo Senato Accademico la convocazione d'una assemblea d'ateneo.

Una sostanziale prima vittoria, nonostante le promesse e le parole valgano zero: il rettore costretto ad uscire e a prender posizione. Lunedi 6 ottobre vi sarà il prossimo Senato Accademico, il quale verrà accompagnato da un presidio di protesta dentro il rettorato. Un presidio convocato dall'Assemblea No Gelmini, sigla unitaria degli studenti e delle studentesse, al quale hanno aderito tutti gli altri soggetti dell'università, che han lanciato la loro adesione durante l'assemblea di questa mattina, per sostenere la richiesta dell'assemblea d'ateneo e per fare pressioni sul Senato Accademico perchè deliberi contro la legge 133 e prenda anche lei iniziative di proteste.

Comunicato dei ricercatori di Scienze MFN


Segue il comunicato dei ricercatori di Scienze MFN dopo l'assemblea di quest'oggi, c'è l'invito a riprodurre questa pratica di pressione e agitazione all'interno delle altre facoltà.

I ricercatori della facolta' di Scienze MFN, riuniti in assemblea il 29/9/08, chiedono a tutti i Consigli di Corso di Studio della Facolta' ad ottemperare all'invito rivolto loro dal Preside di Facolta' (nel CdF del 24/9) a discutere e deliberare a proposito della legge 133 del 6/8/08.

I ricercatori propongono quindi a tutti i CCS della Facolta' di includere, tra le questioni su cui discutere e deliberare, anche le seguenti proposte:

- adozione della delibera gia' adottata dai CCS di Scienze Geologiche e di Fisica, che esprime "l'intento di svolgere i corsi programmati per l'a.a. 2008-2009 solo sino al raggiungimento del monte ore minimo previsto per legge per le diverse categorie di docenza.";
- svolgimento di lezioni alternative, dirette agli studenti di ciascun anno, in cui spiegare il funzionamento dell'universita' e gli effetti della legge 133;
- possibilita' di svolgere lezioni al di fuori delle aule, in luoghi aperti al pubblico, in modo coordinato tra tutti i CCS della Facolta';
- lettura di comunicati riguardanti la legge 133 e i suoi effetti sul sistema universitario da parte di tutte le commissioni di laurea;
- concessione della sospensione delle lezioni in caso di richiesta, da parte degli studenti, di riunirsi in assemblea per discutere della legge 133;
- sostituzione dell'home page dei singoli CCS, della Facolta' e del sito generale di UniTO con una pagina intermedia  contenente le mozioni approvate rispettivamente dai CCS, dal CdF e dal Senato Accademico;
- invito al Rettore a convocare un'assemblea generale di Ateneo, e a prendere una posizione pubblica di netta contrarieta' alla legge 133, inclusa la possibilita' di rassegnare le dimissioni in segno di protesta;
- adesione al corteo indetto per il 10 ottobre in tutta Italia (e anche a Torino) contro lo smantellamento dell'istruzione pubblica;
- discussione ed adozione di ulteriori iniziative tese ad informare l'opinione pubblica sulla legge 133 e i suoi effetti (ad esempio l'acquisto di spazi pubblicitari).

Inoltre, si chiede di far pervenire tempestivamente al Preside di Facolta' il verbale del CCS contenente le decisioni adottate, in modo da permettere il coordinamento della protesta tra tutti i CCS afferenti alla Facolta'.

Torino, 29 settembre 2008, i ricercatori della facolta' di Scienze MFN

CONTRO L'UNIVERSITA'–IMPRESA! LA NOSTRA UNIVERSITA' NON E' IN (S)VENDITA!

La legge 133/2008, approvata il 6 agosto 2008, contiene al suo interno numerose disposizioni che riguardano il mondo dell'università e della ricerca e che costituiscono la logica conclusione di un processo, graduale ma inesorabile, che da anni investe l'università italiana. Ne rappresentano,  in un certo senso, lo sbocco naturale e soprattutto, probabilmente, il punto di non ritorno. In particolare, l'articolo 16  (Facoltà  di trasformazione in fondazione delle università), sancisce in maniera chiara e definitiva la distruzione dell'università pubblica, prevedendo la possibilità per il Senato Accademico di   decidere, con semplice votazione a maggioranza assoluta, di trasformare ogni singolo Ateneo in  una  fondazione di diritto privato.

Per facilitare il Senato in questa scelta, la stessa legge, all'articolo 66, comma 13, delibera che “il fondo per il finanziamento ordinario  (FFO) delle università è ridotto di 63,5 milioni di euro per l'anno 2009, di 190 milioni di euro per l'anno 2010, di 316 milioni di euro per l'anno 2011, di 417 milioni di euro per l'anno 2012 e di 455 milioni di euro a decorrere dall'anno 2013” (per un totale di 1 miliardo e 441,5 milioni di euro in meno di 5 anni). L'articolo 66, comma 7, sancisce poi la limitazione del turnover al 20% per il personale docente e tecnico-amministrativo (ovvero un nuovo assunto ogni cinque pensionamenti), rendendo così impossibile il necessario ricambio del personale,  oltre che l'eliminazione di corsi di studio e branche dell'amministrazione, e negando di fatto l' accesso per i ricercatori (già precari) alla carriera universitaria.

Non è difficile leggere dietro questi provvedimenti il tentativo di adeguare il nostro sistema universitario e di ricerca a quello anglo-sassone (e americano) dell'università-impresa. Sistema in cui sono gli sponsor a decretare il valore e le potenzialità di ogni università in base alle loro esigenze di produrre profitto (certo non quelle di “produrre” formazione!) e a decidere nel contempo se e quali rami della ricerca finanziare.  E' un sistema in cui regna un principio di concorrenza tra gli stessi poli universitari  e in cui le rette sono talmente alte da impedirne a moltissimi l'accesso. Noi questo sistema non lo vogliamo!

L'Assemblea No Gelmini, riunitasi lunedì 29 settembre, oltre a discutere dei gravosi cambiamenti che questa legge apporterà all'università e a fare il punto sulle iniziative di mobilitazione finora messe in pratica, ha insistito sull'importanza  di alcune scadenze, rilanciando per il 6 ottobre un presidio sotto il Rettorato (via Po 17) dalle ore 15, in concomitanza con la seduta del Senato Accademico, allo scopo di pretendere dal più importante organo accademico una netta presa di posizione contro la legge che dovrà essere espressa non solo verbalmente o attraverso una semplice mozione, ma con degli atti inequivocabili. Si richiederà pertanto al Senato Accademico  di esprimere la sua contrarietà dichiarando la sospensione  provvisoria  delle  sue funzioni e  al Rettore Ezio Pelizzetti di presentare le sue dimissioni e di rifiutarsi di inaugurare, in questa così grave situazione di attacco all'università pubblica, l'Anno Accademico 2008/2009.

Verrà inoltre richiesta la collaborazione  per la costruzione di una Assemblea di Ateneo che permetta a studenti, ricercatori,  docenti, lavoratori dell'università e personale tecnico-amministrativo un confronto sulla  legge e sulle iniziative di mobilitazione da costruire. Per consentire a tutti gli studenti di partecipare a questo, così come ad altri momenti assembleari organizzati dall'Assemblea no-Gelmini (senza ripercussioni sul proprio percorso universitario), si  richiederà al Rettore e a ogni singolo Preside di Facoltà il blocco della didattica nelle ore in cui si svolgeranno le suddette iniziative.

L'Assemblea, inoltre, ha deciso di partecipare con un proprio spezzone alla manifestazione del 10 ottobre  indetta dagli studenti delle scuole superiori contro la Riforma Gelmini,  per portare insieme in piazza le rivendicazioni in difesa di un'istruzione pubblica e accessibile a tutti.

La mobilitazione degli studenti e delle studentesse è di fondamentale importanza per condurre una dura battaglia contro chi vuole smantellare l'università pubblica. Invitiamo pertanto tutti e tutte a partecipare in prima persona alla mobilitazione. Facciamo sentire la nostra voce! La nostra università non è in (s)vendita!

- LUNEDì 6 OTTOBRE, ORE 15, RETTORATO DELL'UNIVERSITA' - 
PRESIDIO IN CONCOMITANZA CON IL SENATO ACCADEMICO
(VIA PO 17)

- VENERDì 10 OTTOBRE, ORE 9:00, PIAZZA ARBARELLO -
CORTEO CONTRO LA CONTRORIFORMA GELMINI E LA LEGGE 133/2008
(CONCENTRAMENTO ORE 8.30 DAVANTI A PALAZZO NUOVO)

Assemblea No Gelmini

sabato 27 settembre 2008

Gelmini il 28 ottobre a Torino!


Negli ultimi giorni se n'è parlato insistentemente, senza avere però molte informazioni... che invece, ora, cominciano ad arrivare:

il 28 ottobre, il ministro Mariastella Gelmini sarà presente ad un incontro sulla meritocrazia all'Unione Industriale (guarda caso... se si parla di fondazioni quale altro referente...?!), in compagnia del rettore del Politecnico Francesco Profumo, dell'autore del libro "Meritocrazia" Roger Abravanel e del giudice Mario Barbuto; ciò si svolgerà alle ore 21:15 al centro congressi "L'agorà", in via Fanti 17.

Le componenti dell'università, e dell'istruzione più in generale, non potranno che portare i loro saluti al ministro... seguiranno informazioni sulla giornata...

venerdì 26 settembre 2008

Agitazione dentro l'evento della "Notte dei ricercatori"!


Segue il volantino distribuito in piazza Vittorio nella sortita alla "Notte dei ricercatori", evento che istituzioni e privati organizzano ogni anno per "celebrare" la ricerca e i suoi scenziati... niente di più ipocrita..

Il tramonto della ricerca?

In questa giornata internazionale dedicata ai ricercatori, tutte le figure che a vario titolo svolgono attività di ricerca e di supporto ad essa (dottorandi, assegnisti, ricercatori, professori, tecnici, amministrativi...) si sentono in lutto.

Nonostante l’Italia spenda 8000 $ per studente universitario contro gli 11.500 $ dei paesi OCSE, un decreto legge, convertito nella legge 133 del 6/8/2008, senza una seria valutazione dell’efficacia del sistema universitario, prevede che:

- nei prossimi anni venga assunto 1 solo dipendente ogni 5 che andranno in pensione (art. 66, comma 13)
- il finanziamento per l’Università subisca una drastica riduzione di circa un miliardo e mezzo di euro in 5 anni (art. 66, comma 13)
- le Università si possano trasformare in fondazioni private che acquisiscono gratuitamente tutti i beni dell’Università pubblica (art. 16)

La stessa legge prevede per gli Enti Pubblici di Ricerca (come il CNR e l'INFN), come per tutte le altre amministrazioni dello Stato, una riduzione del personale pari almeno al 10%. Di fatto, anche tali Enti per alcuni anni si troveranno nell'impossibilita' di assumere nuovi ricercatori.

QUALI CONSEGUENZE?

- Solo pochissimi giovani potranno entrare nel mondo della docenza e della ricerca (universitaria e non), con ulteriore aggravamento della precarietà e della “fuga dei cervelli”
- Docenti, ricercatori e tecnici/amministrativi saranno sempre meno e sempre più vecchi
- Sarà impossibile mantenere gli attuali livelli di ricerca, didattica e dei servizi con conseguenze disastrose per l’innovazione e la crescita del Paese
- La privatizzazione comporterà forti condizionamenti sia della didattica sia della ricerca e determinerà un aumento delle tasse universitarie (attualmente in Italia l’Università privata costa agli studenti circa 4 volte più dell’Università pubblica)

Tutti i provvedimenti previsti dalla legge non sono finalizzati quindi a migliorare il sistema Università e ricerca ma solo a risparmiare soldi con l’effetto di mortificare tutti coloro che con passione vi lavorano e di smantellare in modo irreversibile ricerca e insegnamento pubblici in Italia.

Studenti, dottorandi, precari, tecnici/amministrativi, professori e ricercatori
dell'Università di Torino e degli enti di ricerca

La Facoltà di Scienze in fermento!


Tante le asssemblee e le iniziative intraprese o pianificate a Scienze.

Ieri il consiglio di Facoltà di Scienze è stato partecipato e vivace, la mozione uscita racchiude: due ore di informazione sulla legge 133 in ogni corso di studi, invito ad ogni consiglio di corso della facoltà perchè discuta delle problematiche e intraprenda iniziative contro il provvedimento legislativo, richiesta di presa di posizione dall'università e convocazione d'una assemblea d'ateneo.

Sempre ieri il consiglio di corso di studi di Geologia ha esplicitato che ricercatori e professori si atterranno al minimo del monte orario per l'attività didattica, dopodichè i corsi saranno costretti ad interrompersi. Il presidente dell'organo di facoltà ha quindi aggiunto che non è possibile garantire la regolarità dell'anno accademico.

Infine, oggi, il consiglio di corso di studio di Fisica ha approvato all'unanimità una mozione identica a quella di Geologia: non garantito l'anno accademico, prima ora di lezione dedicata all'informazione sulla legge 133 e sospensione (in uno dei prossimi giorni) alle 12 dei corsi per consentire agli studenti di riunirsi in assemblea.

mercoledì 24 settembre 2008

Torino, Roma: l’università contro la Gelmini!


La contestazione della legge Gelmini comincia a correre lungo le università italiane fin dal suo inizio: a Torino in tantissimi trasformano la prima ora di lezione in "blocco della prima ora", in centinaia partecipano all'assemblea studentesca; a Roma gli studenti dei collettivi in occasione del primo senato accademico costruiscono un pomeriggio di presenza con un sit-in per invocare il blocco della didattica.

Sit-in a La Sapienza per il blocco della didattica!
23 settembre

Dopo l'ateneo torinese è quello romano de La Sapienza a mobilitarsi contro la legge Gelmini. Oggi pomeriggio alle 14 è iniziato un partecipato sit-in contro i tagli del governo Berlusconi al fondo di finanziamento ordinario delle università, per invocare il blocco della didattica dell'anno accademico che si appresta a partire. L'iniziativa avviene nel particolare contesto romano della prima seduta del senato accademico de La Sapienza, il quale ha il compito di eleggere il nuovo rettore.

La Rete per l'Autoformazione, nel suo comunicato d'indizione dell'appuntamento, scrive: "A questa manovra, non ancora legge, la prima risposta immediata del mondo universitario era stata esplicita e radicale: "Misure inaccettabili, attueremo azioni di protesta, bloccheremo l'inizio dell'anno accademico" avevano promesso rettori, presidi e docenti riuniti alla Sapienza lo scorso 21 luglio, ricordando che questi tagli avrebbero costretto tutti gli atenei ad un vertiginoso aumento delle tasse. Oggi il Dl 112 è legge: così i meccanismi di distruzione dello stato sociale, di attacco nei confronti dell'università pubblica, i filtri dell' inclusione differenziale e i blocchi nei confronti della mobilità studentesca tentano di ridisegnare l'università della riforma fallita, del 3+2 infrantosi tra le incapacità di governo e la sottrazione ai tempi massacranti e alla dequalificazione della didattica da parte degli studenti".

Il riferimento è ovviamente alla legge Gelmini e al piccolo baccano mediatico scatenato nel luglio scorso da parte di una nutrita componente dell'università romana: oggi si esige che questa torni, pubblicamente, a esprimersi contro la "controriforma Gelmini", che blocca il turnover del personale docente e tecnico-amministrativo, che demolisce l'università pubblica con tagli pesantissimi al fondo di finanziamento rodianrio e che rende possibile la privatizzazione degli atenei, e che renda palese la sua opposizione con il blocco e la sospensione della didattica dell'anno accademico che viene.


Blocco della prima ora e assemblea studentesca a Palazzo Nuovo!
22 settembre

Inizio movimentato per l'università di Torino, attraversata, al suo via, dalla mobilitazione contro la legge Gelmini, la "controriforma" che si accinge, con la sua applicazione, a dare il colpo di grazia ad un'istituzione già malandata, affossata progressivamente nel tempo dai governi di ogni colore che si sono succeduti. Questa mattina gli studenti e le studentesse hanno agitato l'inizio delle lezioni di Psicologia, Lettere e Filosofia, Scienze della Formazione mettendo in pratica le proposte uscite dall'assemblea dei ricercatori di giovedì scorso, alla quale hanno partecipato anche studenti docenti e lavoratori: blocco della prima ora e assemblea studentesca.

Il blocco ha fatto in modo che molte aule di lezione si siano trasformate in assemblee sulle criticità della legge Gelmini, le quali hanno visto sia l'intervento degli studenti e delle studentesse dei collettivi ma anche l'iniziativa autonoma di molti professori. L'atrio di Palazzo Nuovo è stato attraversato per tutta la giornata da speakeraggio, banchetti informativi, volantinaggi, tazebao e musica.

L'assemblea studentesca si è tenuta invece al pomeriggio, alle 16, all'interno della quale collettivi universitari e singoli studenti si sono confrontati sulla "controriforma Gelmini" ed hanno cominciato a delinaere una prima agenda della mobilitazione. Il prossimo incontro dell'Assemblea No Gelmini, questo il nome che si è data, sarà quello del 30 settembre. Nel frattempo continuerà il lavoro mobilitativo e informativo nelle facoltà dell'università, per costruire un'opposizione unitaria da parte dei soggetti in campo e per costruire il primo importante appuntamento: il presidio al rettorato di Torino del 6 ottobre, per esercitare pressioni nei confronti del riunito senato accademico e per esigere una sua presa di posizione contraria alla legge.


LA LEGGE GELMINI DISTRUGGE L'UNIVERSITA' PUBBLICA!


Blocco del turnover del personale, tagli ai finanziamenti e privatizzazione dell'università: questi i provvedimenti che il governo Berlusconi ha varato per studenti e studentesse.. Dopo il blocco della prima ora e la riunione studentesca nasce l'Assemblea No Gelmini: per una presa di posizione contraria dell'università di Torino! per il ritiro della legge 113!

Il governo Berlusconi, sulla scia di tutti quelli precedenti, colorati quindi di ogni tonalità, perdura nell'opera di devastazione del sistema formazione, approvando in piena estate – in un periodo in cui  università e scuole sono deserte, nel generale “rilassamento” dei media – la legge 113. Legge che prende il nome della sua madrina, il ministro Gelmini, impegnatasi, attraverso quest'iniziativa legislativa, alla completamento della distruzione dell'università pubblica, come anche di tutti gli altri comparti dell'istruzione. Un colpo di grazia per un sistema università che già arranca.

Ogni ateneo avrà la possibilità di trasformarsi in fondazione privata semplicemente tramite il voto del suo Senato Accademico. Una misura sponsorizzata dal binomio aziende e politica, la quale spinge sempre di più l'università verso una struttura asservita alle logiche di mercato, ai privati che finanzieranno la didattica e la ricerca secondo le loro esigenze di produrre profitto, certo non formazione! Insieme a queste naturali conseguenze, che influiranno pesantemente sui corsi, quindi sui percorsi di studi, vi sarà il salasso per un'università che si vuol avvicinare alle direttive anglo-americane in materia, con la creazione di centri di eccellenza e con la conseguente inclusione differenziale: quanti degli studenti e delle studentesse potranno permettersi una retta universitaria da 40'000 euro all'anno? Realisticamente pochi, gli altri saranno quindi costretti a auto-dirottarsi verso quei poli compatibili con il proprio portafoglio, verso le università poco attrattive per le aziende e private di tutto... A compimento di ciò sono previsti, solo nel prossimo triennio, tagli per 500 milioni di euro dal fondo di finanziamento ordinario, misura che metterà a serio rischio oltre che lo stesso funzionamento della didattica e della ricerca universitaria, anche i già non sufficienti servizi offerti agli studenti e alle studentesse. E sempre all'interno della stessa logica di svuotamento, sarà imposta la limitazione del turnover del 20% per il personale docente e tecnico-amministrativo: se da un lato si bloccherà il necessario ricambio del personale, dall'altro si elimineranno corsi di studio e branchie dell'amministrazione, il che consisterà nell'esternalizzazione di molte articolazioni universitarie, dove decideranno quindi i privati su che cosa investire... il tutto in un contesto di persistente precarietà.

Le studentesse e gli studenti torinesi si sono mobilitati fin da subito per opporsi a queste misure. Con l’inizio di alcune lezioni, lunedì 22 settembre, in molte aule di Psicologia, Lettere e Filosofia, Scienze della Formazione, il “blocco della prima ora” ha avuto un ottimo riscontro tra studenti e docenti, che hanno dedicato le prime ore di lezione dell'anno accademico alla conoscenza della legge 113 e alla sottolineatura delle sue criticità, creando preoccupazione ma anche l'indignazione necessaria che ha portato allo svolgimento, nel pomeriggio stesso, di una partecipata e vivace assemblea studentesca. Un comunicato stampa ha reso pubblico quanto emerso dalla discussione e dal confronto: continuare la mobilitazione nell'università, l'attività di informazione sulla legge, l'agitazione tramite banchetti e iniziative. L'Assemblea No Gelmini, questo il nome che si è data, per ottimizzare il coordinamento e lo scambio di informazioni, ha deciso di costruire una mailing-list (per info: assembleanogelmini@gmail.com) e un blog (assembleanogelmini.blogspot.com). Si è inoltre deciso che l'assemblea avrà un carattere periodico, per dare sempre maggiore forma alla sigla racchiudente collettivi e singoli studenti, ed è stato indetto un presidio per lunedì 6 ottobre in Rettorato, in concomitanza con la seduta del Senato Accademico, per esercitare pressioni e richiedere una presa di posizione chiara da parte del massimo organo accademico, dal quale dipende “la suprema decisione” sulla sorte dell'università di Torino... La mobilitazione degli studenti e delle studentesse, insieme agli altri soggetti dell'ateneo, diventa quindi di fondamentale importanza, per condurre una dura battaglia contro chi vuole smantellare l'università pubblica. L'invito è quello a partecipare alle assemblee ed alle iniziative che man mano verranno rese note sia attraverso il blog che lungo l'università. I primi appuntamenti sono:

LUNEDI 29 SETTEMBRE ore 16, Palazzo Nuovo, via sant'Ottavio 20
RIUNIONE DELL'ASSEMBLEA NO GELMINI

LUNEDI' 6 OTTOBRE, ore 15, Rettorato, via Po 17
PRESIDIO IN CONCOMITANZA DEL SENATO ACCADEMICO

Assemblea No Gelmini

Mozione contro la legge Gelmini al Senato degli Studenti


I rappresentanti della Fgci al Senato degli Studenti, facenti parte anch'essi del percorso dell'Assemblea No Gelmini, presenteranno la mozione che segue, da loro firmata, per esigere una presa di posizione contro la legge Gelmini e impegnare anche il Senato Accademico nella stessa votazione. E' bene per questo ricordare come il 6 ottobre, in concomitanza con la riunione del massimo organo universitario, il Senato Accademico, l'Assemblea No Gelmini costruirà un presidio al Rettorato per esercitare pressione ed esigere un forte presa di posizione contro la legge Gelmini da parte dell'università di Torino.

Dalle assemblee studentesche e del personale docente di questa università, svoltesi nei giorni scorsi, è emersa la totale contrarietà al DL 133/2008 in quanto:

- una forte limitazione del rinnovamento del corpo docente e quindi della possibilità di lavoro per i giovani laureati attraverso una limitazione del turnover al 20% dei pensionamenti che porterà a necessari prepensionamenti e licenziamenti di lavoratori precari;
- la riduzione del personale tecnico dell’università, con conseguente indebolimento dei servizi (già carenti) agli studenti;
- inaccettabili misure che tendono ad impoverire le risorse pubbliche degli atenei, con un taglio nel prossimo triennio di 500 milioni di euro dal fondo di finanziamento ordinario, preparando la trasformazione degli stessi in fondazioni aperte agli investimenti privati e mutando nei fatti le università in aziende che dovranno rispondere ad essi e quindi saranno obbligate a sviluppare la ricerca verso le sole esigenze del mercato ed a cercare disperatamente i fondi necessari al bilancio rivolgendosi alle aziende per le donazioni, che ovviamente non potranno essere disinteressate ad avere un ruolo chiave nella gestione didattica;
- la possibilità per il Senato Accademico di trasformare l’università pubblica in una fondazione privata, generando quindi un indebolimento della didattica ma, al tempo stesso, un aumento della tasse, che andrà ulteriormente a gravare sugli studenti;
- la privatizzazione delle università che annullerà la funzione pubblica del sapere generando un nuovo e vergognoso sistema classista;
- la perdita del valore legale del titolo di studio che precarizzerà maggiormente le condizioni di vita dei neo-laureati italiani.

Il sapere, la ricerca, la scuola e l’ università sono un prezioso bene che deve rimanere sotto il controllo e l’ indirizzo dello stato, cioè di tutti i cittadini e non può né deve essere indirizzato e piegato alle esigenze del mercato.
Discorso diverso è migliorare, potenziare ed ottimizzare i costi degli atenei italiani e creare le condizioni per la formazione qualificata dei ricercatori e dei dirigenti del futuro.

Tutto ciò premesso, chiedo al Senato degli Studenti dell’Università degli Studi di Torino, riunito in data 24 settembre 2008, di esprimere la propria contrarietà al DL 133/2008, e, approvando questa mozione, di impegnare la rappresentanza studentesca a portare la stessa al prossimo Senato Accademico, chiedendo di esprimere la propria contrarietà al suddetto decreto alla più alta istituzione universitaria, con voto vincolante.

lunedì 22 settembre 2008

Comunicato stampa dell'Assemblea No Gelmini


Con l'inizio dell'anno accademico ha preso avvio anche la mobilitazione contro la legge 113, la Tremonti- Gelmini, approvata il 6 agosto 2008.
 
In molte aule di Psicologia, Lettere e Filosofia, Scienze della Formazione, questa mattina si è messo in pratica l'indirizzo dato dalla mozione uscita dall'assemblea del 18 settembre che ha visto protagonisti docenti, ricercatori, studenti, personale tecnico-amministrativo e lavoratori dell'Università degli Studi di Torino e del Politecnico. 

Alle ore 16 si è svolta a Palazzo Nuovo una partecipata e vivace assemblea studentesca, almeno un centinaio i presenti, che si è confrontata sul contenuto degli articoli  16 e 17 della legge 133 e ha lanciato diverse iniziative di mobilitazione per le prossime settimane. 

Oltre alla prosecuzione del “blocco della prima ora”, che si estenderà alle lezioni delle Facoltà di Fisica, Scienze politiche e Giurisprudenza da lunedì 29 settembre e all'impegno di proseguire con il lavoro di divulgazione e informazione sulla legge e le sue conseguenze con banchetti e interventi nelle aule, si è promossa la creazione di una mailing-list e di un blog (assembleanogelmini.blogspot.com) quale strumenti di coordinamento tra gli studenti. 

Inoltre, si è deciso di indire un presidio lunedì 6 ottobre in Rettorato, in concomitanza con la seduta del Senato Accademico, per esercitare pressioni e richiedere una presa di posizione chiara da parte del più importante organo accademico.  

Durante l'assemblea è stata anche lanciata la proposta di svolgere, come già durante la mobilitazione contro la Riforma Moratti, lezioni all'aperto, nei bar, in stazione per sensibilizzare l'opinione pubblica e acquistare visibilità. 

L'assemblea no-Gelmini (questo il nome che si è data) si riunirà nuovamente lunedì 29 settembre.

Assemblea No Gelmini
22 settembre 2008, Palazzo Nuovo, università di Torino

L’UNIVERSITA’ NON E’ IN (S)VENDITA! PARTECIPIAMO TUTT* AL BLOCCO DELLA 1° ORA E ALL'ASSEMBLEA STUDENTESCA!


L’anno accademico 2008/2009 si apre all’insegna di un duro attacco che coinvolge pesantemente il mondo della scuola e più in generale dell’istruzione e della ricerca.

Con la legge Gelmini ci troviamo di fronte ad un tentativo di trasformazione che tocca scuole elementari, medie superiori e università. La volontà stessa di introduzione del maestro unico alle elementari cancella anni di sperimentazione didattica e ci riporta indietro di vent’anni. Un impoverimento quindi che arriva fino al mondo universitario, dove i cambiamenti che si prevedono sanciscono e formalizzano la tendenza ormai decennale alla privatizzazione delle università italiane, con un sempre maggiore taglio dei fondi per la formazione e la ricerca, con una perpetua azione di precaricazzazione e svuotamento del personale, con una crescente importanza ricoperta dagli enti privati.

La legge 133/2008 colpisce indiscriminatamente ricercatori, professori, studenti e lavoratori attraverso misure drastiche quali:

La limitazione del turnover al 20% dei pensionamenti che di fatto non permetterà il rinnovamento del corpo docente e azzererà le possibilità di carriera per i giovani ricercatori. Una riduzione drastica del personale (innanzitutto tramite il prepensionamento e la liquidazione dei precari) e di conseguenza dei servizi, il tutto perfettamente rientrante in un processo ormai in corso da tempo di progressiva precarizzazione del lavoro.

La riduzione dei fondi alle università di ben 500 milioni di euro per i prossimi tre anni e l’accesso ascendente dei privati in quanto investitori nel campo della gestione e dell'amministrazione degli atenei, ma anche della formazione universitaria!

La possibilità delle università di trasformarsi in fondazioni, con un semplice voto del senato accademico, il che porterà inevitabilmente ad un aumento delle tasse universitarie in quanto le fondazioni private non sono tenute a rispettare il tetto del 20% sul Fondo Finanziario Ordinario (FFO) dell’università. Inoltre si andrà a sancire di fatto la privatizzazione degli atenei e saremo costretti ad assistere ad un impoverimento della didattica e della ricerca che saranno sempre più asservite alle esigenze di privati.

Come studenti e studentesse crediamo che sia necessario che tutte le componenti del mondo universitario si preparino e si attivino per contrastare una legge che di fatto smantella l’università pubblica, impoverisce l’offerta e la qualità formativa della didattica e della ricerca, il tutto condito da un aumento generale dei costi per accedere al sapere.

Pertanto invitiamo tutti e tutte ad effettuare, come prima forma di protesta e conoscenza, a partire da questa mattina, il “blocco della prima ora”: il via dell'anno accademico trasformato in una discussione sulla riforma tra docenti, ricercatori e studenti. 
Molti professori hanno già aderito alla proposta; laddove questa non sia stata accolta invitiamo tutti gli studenti a fare pressione affinché in aula si discuta della legge Gelmini e tutti i docenti a concedere questa possibilità di confronto.

Inoltre oggi pomeriggio alle ore 16 a Palazzo Nuovo si terrà la prima assemblea studentesca per fare il punto sulla riforma, confrontarci tra di noi e decidere insieme come portare avanti la nostra protesta. È fondamentale che tutti gli studenti vi partecipino!

Studenti e studentesse contro la legge Gelmini

venerdì 19 settembre 2008

Slides sulla legge 133


Cliccando il link che segue è possibile visualizzare/scaricare delle slides esplicative della legge 133; sono incomplete e poco precise però sono sicuramente utili per farsi una prima idea di quel che significa questo mortale attacco all'università!

Legge 133/2008


Pubblichiamo di seguito i due articoli della legge 133 che intaccano la natura dell'università pubblica del nostro paese, ovvio è che tutte le altre criticità in avversione alla "controriforma Gelmini" siano strettamente legate reciprocamente in un disegno interdipendente. Il blocco del turnover, i tagli al Fondo di Finanziamente Ordinario sono i passaggi per giungere ancora più speditamente all'applicazione degli articoli 16 e 17... Tutta la legge 133, disegno di più largo respiro riportante la firma del ministro Tremonti (che è quindi anche indice della promiscuità utilizzata nel processo di legislazione...), è possibile trovarla integralmente qui.

Art. 16.
Facoltà di trasformazione in fondazioni delle università

1. In attuazione dell'articolo 33 della Costituzione, nel rispetto delle leggi vigenti e dell'autonomia didattica, scientifica, organizzativa e finanziaria, le Università pubbliche possono deliberare la propria trasformazione in fondazioni di diritto privato. La delibera di trasformazione e' adottata dal Senato accademico a maggioranza assoluta ed e' approvata con decreto del Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca, di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze. La trasformazione opera a decorrere dal 1° gennaio dell'anno successivo a quello di adozione della delibera.2. Le fondazioni universitarie subentrano in tutti i rapporti attivi e passivi e nella titolarità del patrimonio dell'Università. Al fondo di dotazione delle fondazioni universitarie e' trasferita, con decreto dell'Agenzia del demanio, la proprietà dei beni immobili già in uso alle Università trasformate.3. Gli atti di trasformazione e di trasferimento degli immobili e tutte le operazioni ad essi connesse sono esenti da imposte e tasse.4. Le fondazioni universitarie sono enti non commerciali e perseguono i propri scopi secondo le modalità consentite dalla loro natura giuridica e operano nel rispetto dei principi di economicità della gestione. Non e' ammessa in ogni caso la distribuzione di utili, in qualsiasi forma. Eventuali proventi, rendite o altri utili derivanti dallo svolgimento delle attività previste dagli statuti delle fondazioni universitarie sono destinati interamente al perseguimento degli scopi delle medesime.5. I trasferimenti a titolo di contributo o di liberalità a favore delle fondazioni universitarie sono esenti da tasse e imposte indirette e da diritti dovuti a qualunque altro titolo e sono interamente deducibili dal reddito del soggetto erogante. Gli onorari notarili relativi agli atti di donazione a favore delle fondazioni universitarie sono ridotti del 90 per cento.6. Contestualmente alla delibera di trasformazione vengono adottati lo statuto e i regolamenti di amministrazione e di contabilità delle fondazioni universitarie, i quali devono essere approvati con decreto del Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca, di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze. Lo statuto può prevedere l'ingresso nella fondazione universitaria di nuovi soggetti, pubblici o privati.7. Le fondazioni universitarie adottano un regolamento di Ateneo per l'amministrazione, la finanza e la contabilità, anche in deroga alle norme dell'ordinamento contabile dello Stato e degli enti pubblici, fermo restando il rispetto dei vincoli derivanti dall'ordinamento comunitario.8. Le fondazioni universitarie hanno autonomia gestionale, organizzativa e contabile, nel rispetto dei principi stabiliti dal presente articolo.9. La gestione economico-finanziaria delle fondazioni universitarie assicura l'equilibrio di bilancio. Il bilancio viene redatto con periodicità annuale. Resta fermo il sistema di finanziamento pubblico; a tal fine, costituisce elemento di valutazione, a fini perequativi, l'entità dei finanziamenti privati di ciascuna fondazione.10. La vigilanza sulle fondazioni universitarie e' esercitata dal Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze. Nei collegi dei sindaci delle fondazioni universitarie e' assicurata la presenza dei rappresentanti delle Amministrazioni vigilanti.11. La Corte dei conti esercita il controllo sulle fondazioni universitarie secondo le modalità previste dalla legge 21 marzo 1958, n. 259 e riferisce annualmente al Parlamento.12. In caso di gravi violazioni di legge afferenti alla corretta gestione della fondazione universitaria da parte degli organi di amministrazione o di rappresentanza, il Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca nomina un Commissario straordinario, senza nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica, con il compito di salvaguardare la corretta gestione dell'ente ed entro sei mesi da tale nomina procede alla nomina dei nuovi amministratori dell'ente medesimo, secondo quanto previsto dallo statuto.13. Fino alla stipulazione del primo contratto collettivo di lavoro, al personale amministrativo delle fondazioni universitarie si applica il trattamento economico e giuridico vigente alla data di entrata in vigore del presente decreto.14. Alle fondazioni universitarie continuano ad applicarsi tutte le disposizioni vigenti per le Università statali in quanto compatibili con il presente articolo e con la natura privatistica delle fondazioni medesime.

Art. 17.
Progetti di ricerca di eccellenza

1. Al fine di una più efficiente allocazione delle risorse pubbliche volte al sostegno e all'incentivazione di progetti di ricerca di eccellenza ed innovativi, ed in considerazione del sostanziale esaurimento delle finalità originariamente perseguite, a fronte delle ingenti risorse pubbliche rese disponibili, a decorrere dal 1° luglio 2008 la Fondazione IRI e' soppressa.2. A decorrere dal 1° luglio 2008, le dotazioni patrimoniali e ogni altro rapporto giuridico della Fondazione IRI in essere a tale data, ad eccezione di quanto previsto al comma 3, sono devolute alla Fondazione Istituto Italiano di Tecnologia.3. Con decreto del Ministro dell'economia e delle finanze e' disposta l'attribuzione del patrimonio storico e documentale della Fondazione IRI ad una società totalitariamente controllata dallo Stato che ne curerà la conservazione. Con il medesimo decreto potrà essere altresì disposta la successione di detta società in eventuali rapporti di lavoro in essere con la Fondazione IRI alla data di decorrenza di cui al comma 1, ovvero altri rapporti giuridici attivi o passivi che dovessero risultare incompatibili con le finalità o l'organizzazione della Fondazione Istituto Italiano di Tecnologia.4. Le risorse acquisite dalla Fondazione Istituto Italiano di Tecnologia ai sensi del comma 3 sono destinate al finanziamento di programmi per la ricerca applicata finalizzati alla realizzazione, sul territorio nazionale, di progetti in settori tecnologici altamente strategici e alla creazione di una rete di infrastrutture di ricerca di alta tecnologia localizzate presso primari centri di ricerca pubblici e privati.5. La Fondazione Istituto Italiano di Tecnologia provvederà agli adempimenti di cui all'articolo 20 delle disposizioni per l'attuazione del codice civile e disposizioni transitorie, di cui al regio decreto 30 marzo 1942, n. 318.

Mozione dell'assemblea del 18 settembre


Oggi, 18 settembre 2009, si è tenuta un’assemblea di informazione e discussione sulla L. 133/2008, con la partecipazione di studenti, ricercatori, docenti, precari, personale tecnico-amministrativo dell’Università e del Politecnico di Torino.

L’assemblea esprime profonda preoccupazione e ferma contrarietà alla L. 133/2008, rilevando in particolare che: 

La possibilità di trasformazione in fondazioni private mina alle basi la natura pubblica dell’Università (Costituzione, art. 33: “La Repubblica… istituisce scuole statali per tutti gli ordini e gradi”) e le libertà costituzionali di ricerca e di insegnamento; l’università e la conoscenza si trasformano da bene pubblico a merci, vincolate alla logica del profitto. Inoltre, le fondazioni non offrono nemmeno garanzie in merito al diritto allo studio, al mantenimento dell’offerta formativa e alla situazione lavorativa di dipendenti e precari;

Il taglio nel prossimo triennio di 500 milioni di euro dal fondo di finanziamento ordinario metterà a rischio lo stesso funzionamento della didattica e della ricerca universitaria; 

La limitazione del turnover al 20% annulla le legittime aspirazioni di una generazione di giovani studiosi precari, e si traduce in riduzione ed invecchiamento del corpo docente e tecnico-amministrativo.

L’assemblea decide di intraprendere una prima serie di iniziative di informazione e discussione, da condursi in maniera unitaria fra tutte le componenti delle università.

In particolare si decide:
- di aderire all’assemblea studentesca del 22/09 alle ore 16.00 presso Palazzo Nuovo
- di dedicare la prima lezione di ciascun corso ad informare gli studenti sulla situazione degli atenei e sugli effetti della legge 133;
- di promuovere assemblee nei corsi di studi e nelle Facoltà per discutere unitariamente della situazione e di ulteriori iniziative; 
- di sostenere l’adozione di tali forme di mobilitazione nei vari organi collegiali dell’ateneo, e di invitarli ad un pronunciamento sulla legge 133;
- di interagire e coordinarsi con le altre università italiane in movimento;
- di approfittare di momenti di visibilità (come la notte dei ricercatori), per attività di informazione e di promozione di un’università pubblica e finalizzata al benessere di tutta la società.

Coordinamento per l’università pubblica e libera
18 settembre 2008, facoltà di Scienze Politiche, università di Torino

giovedì 18 settembre 2008

mercoledì 17 settembre 2008

Biblioteche chiuse: sciopero!


Prima mobilitazione dell'università torinese: sciopero dei bibliocooperativisti, "per il mantenimento di salario e lavoro, contro i tagli preannunciati dal governo Berlusconi". Studenti solidali, verso la battaglia contro il dl Gelmini.

Prima mobilitazione dell'università di Torino: biblioteche chiuse, lavoratori e lavoratrici in sciopero. Iniziativa che arriva in seguito alla decisione del Consiglio di Amministrazione dell'ateneo di ridurre del 10% i fondi destinati al personale delle biblioteche, seguendo le indicazioni arrivate dal ministro Brunetta e il disegno di ristrutturazione del ministro Gelmini.

Questa mattina la protesta è partita con uno speakeraggio nell'atrio di Palazzo Nuovo e con la continuazione dell'attività di raccolta firme e di sensibilizzazione. Oltre 200 precari, facenti parte delle cooperative detentrici dell'attuale appalto per la gestione delle biblioteche, hanno affollato l'ingresso dell'università per un paio d'ore. Dopodichè la manifestazione si è mossa in corteo fin sotto il rettorato, raccogliendo la partecipazione di alcuni lavoratori strutturati dell'università, docenti, ricercatori e studenti, che si sono aggregati alla spicciolata nella mattina, nonostante l'università non riscontri ancora i grandi numeri che si avranno solo con il via delle lezioni. Il corteo, giunto in rettorato, ha varcato gli ingressi per portare le sue rivendicazioni nel cortile interno dell'edificio, mentre una delegazione di bibliocooperativisti è stata ricevuta dal vice-rettore Roda e dalla segretaria del rettore Pelizzetti, ancora una volta "latitante". L'esito dell'incontro, nonostante le rassicurazioni e l'attenzione promessa, non è stato ritenuto sufficiente nonostante sembra aprirsi la possibilità di aprire un tavolo di trattative. I precari han fatto presente che saranno mantenute in piedi le mobilitazioni, nell'attesa di capire come l'università vorrà muoversi su questo versante. È stata comunque valorizzata la mobilitazione, che ha dato dei riscontri importanti per gli scioperanti, riuscendo nell'intenzione di tener chiuse le biblioteche per tutta la giornata, raccogliendo la solidarietà di molti.

Data la situazione di agitazione che sta percorrendo da quest'estate i vari soggetti dell'università, è da sottolineare come l'iniziativa di questa mattina abbia trovato la solidarietà e l'appoggio dei collettivi studenteschi, che hanno partecipato alla mobilitazione esprimendo la ferma contrarietà al decreto legge Gelmini, rilanciando verso le assemblee ed iniziative in programma nelle prossime settimane, per muovere un'opposizione forte all'ennesimo atto di demolizione dell'università pubblica, opera dalla quale le vicende riguardandi le biblioteche ed i suoi lavoratori sono strettamente legate.


17 settembre, sciopero delle biblioteche universitarie!

 
Il Consiglio d’Amministrazione dell’Università ha scelto di ridurre del 10% i fondi destinati a pagare i nostri stipendi, motivando questa scelta con la necessità di ridurre le spese in base alle nuove disposizioni del ministro Brunetta.
Il servizio che offriamo all’Università permette di aprire al pubblico le biblioteche, distribuire i materiali, avere servizi quali il prestito interbibliotecario, ricerche bibliografiche. Senza di noi le biblioteche resterebbero semplicemente chiuse agli studenti e a chi fa ricerca
Siamo precarie/i nell’ateneo da tanti anni (alcuni da 17) e non accettiamo di essere trattati come semplici numeri o costi aggiuntivi da “limare” e diventare le vittime sacrificali da offrire sull’altare del taglio alla spesa pubblica.
Siamo stanchi di navigare a vista e non poterci immaginare un futuro legati come siamo a contratti da un anno e sempre al ribasso.
Perciò invitiamo i nostri colleghi pubblici, i docenti, gli studenti, i ricercatori e gli altri precari dell’università (assegnisti, cocco-pro, partite IVA etc.) a partecipare al corteo indetto il giorno 17 settembre.
 
PER IL MANTENIMENTO DEI SALARI E DEL LAVORO
CONTRO I TAGLI PREANNUNCIATI DAL GOVERNO BERLUSCONI
 
MERCOLEDì 17 SETTEMBRE ORE 9
CORTEO DA PALAZZO NUOVO AL RETTORATO

Bibliocooperativisti dell'università di Torino